L'ultima ora insieme

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Mi guardai intorno.

Non c'era più nessuno adesso tranne noi e mia madre con O'Hara.

In sottofondo si poteva ancora sentire quella musica così bella che proprio non riuscivo a riconoscere.

<<Che musica è questa? Mi piace molto>> domandai.
Desmond mi guardò distogliendo per qualche istante l'attenzione da Joey.
<<Sono antichi canti Navajo. La colpa è di mio nonno, se ti interessa saperlo.>>
Io sorrisi, poi mi ricordai di quando il vecchio Jackson mi aveva raccontato delle sue origini indiane.
<<Nessuna colpa, anzi. La trovo bellissima. Così intensa. Profonda.>>
Desmond mi guardò, sorpreso.
<<Sono felice che ti piaccia. Lui ci tiene molto. Se glielo dirai, lo farai andare a dormire con il sorriso, stanotte.>>

Scoppiai a ridere, senza sapere per quale ragione. Non era da me, non ero mai stata così solare. E quelle magari non erano nemmeno le circostanze giuste per esserlo. Ma Desmond mi trasmetteva una sensazione fantastica di allegria, e più tempo trascorrevo con lui più mi rendevo conto che era proprio così. Riusciva a farmi sentire di buon umore anche quando non esisteva alcuna ragione per essere particolarmente felice.

Smisi di ridere e lui continuò ad osservarmi con aria stupita. Anche Joey e l'altra ragazza - che scoprii chiamarsi Susan - sembrarono accennare qualcosa di simile a un sorriso.

Durante quel tempo che trascorremmo insieme nessuno parlò mai del rapimento e di quanto era appena successo. Avrei voluto sapere qualcosa di più, capire se loro ricordassero dettagli nuovi, ma non avrei mai spezzato quell'equilibrio strano che si era creato tra di noi.

Avrei preferito continuare a vivere nel dubbio piuttosto che rovinare quel momento.

Mia madre e lo sceriffo erano andati via, e lei prima di salutarmi mi aveva detto che lui l'avrebbe riaccompagnata a casa, assicurandosi che Desmond avrebbe fatto la stessa cosa con me.

Non costruii nessuna nuova storia d'amore per lei nella mia testa, nessun castello di carte. Era soltanto un passaggio a casa e, in ogni caso, non mi interessava.
Avevo preso in considerazione la possibilità che mia madre si sarebbe potuta rifare una vita con un altro uomo che non fosse mio padre nello stesso istante in cui avevo accettato di trasferirmi con lei a Saint Claire.
Ma quello non era il momento di pensarci. Non volevo rovinare una serata che, per la prima volta da tanto tempo, mi stava facendo sentire davvero felice nel modo in cui una ragazza della mia età avrebbe dovuto sentirsi felice.

Libera, senza pensieri. Senza incubi, senza urla, senza niente di niente per la testa.
Soltanto aria profumata da respirare e qualche persona simpatica accanto.
E Desmond lo era, e mi piaceva.

Lo guardai. Joey gli si era seduta in braccio, e sorrideva. I lunghi capelli neri di lei gli coprivano parte del profilo, ma non nascondevano ai miei occhi i baci che lui continuava a darle.

Sembrava davvero felice, adesso. Come se quell'espressione di malinconia che avevo notato sul suo volto la notte che l'avevo conosciuto nel bosco fosse scomparsa del tutto.

Guardai anche Susan. Anche lei sembrava star meglio, per quanto nei suoi occhi ci fosse ancora un'espressione provata, triste.
Come negli occhi di Joey, d'altronde.

Forse nascondevano quelle sensazioni o forse il loro subconscio le aveva davvero fatte scomparire dalla loro testa, però al cospetto di qualcuno che avesse guardato con attenzione i loro volti, quel senso di turbamento traspariva.

Pensai che forse sarebbe stato così per sempre, e d'un tratto mi sentii un po' più triste.

Avevamo deciso di tornare a casa, perché si era fatto davvero tardi.
Stavamo aspettando soltanto che Susan tornasse dal bagno.
Mi guardai intorno. Joey e Desmond continuavano a scambiarsi carezze e qualche bacio, mentre la musica continuava a suonare nell'aria.
Per il resto tutto era silenzioso, immobile.

Susan, uscita dal bagno, si diresse verso il nostro tavolo ed io presi la mia borsetta.
Ci alzammo tutti insieme, pronti a tornare a casa.
Desmond tirò fuori dalla tasca dei jeans le chiavi della macchina, poi si rivolse a me.
<<Accompagno prima te, d'accordo?>> mi disse, ed io annuii e lo ringraziai.

Poi, tutto accadde in un attimo.

Le chiavi dell'automobile caddero all'improvviso dalla mano di Desmond, che di colpo aveva iniziato a sudare, senza essersi mosso di un centimetro. Nello stesso istante la grande porta in legno che separava il lato esterno della locanda da quello interno si spalancò e davanti a noi comparve il vecchio Jackson.
Con un'espressione di terrore sul volto, corse a fatica nella nostra direzione. Io, senza capire cosa stesse succedendo, mi guardai attorno, confusa.

E lo vidi.

Lo Sconosciuto si stava dirigendo velocissimo verso di noi, ma i suoi occhi non guardavano me.

Erano fissi su Joey e Susan.

Guardai Desmond, che sembrava come in trance. Potevo sentire il suo respiro che era diventato affannato, corto.

Lo Sconosciuto era ormai a un passo dalle due ragazze e il suo volto, come sempre, era indecifrabile.

Rimasi immobile e mi resi conto che in quel preciso momento mi trovavo nel mezzo, esattamente a metà strada tra lui e Desmond.

Guardai per un solo istante Susan e Joey e mi sembrò che, all'improvviso, fossero diventate bianche come la neve.

Lo Sconosciuto mi diede una spinta e mi fece cadere, poi allungò una mano verso loro due e le sfiorò appena. Non riuscì a toccarle però perché, nella frazione di secondo precedente, le gambe di Joey e Susan, inspiegabilmente, avevano ceduto all'improvviso ed entrambe, nello stesso identico momento, si erano accasciate a terra.

Dalla posizione in cui mi trovavo, distesa anche io a terra, riuscivo a vedere bene le due ragazze e mi resi conto che non mi ero sbagliata: il loro volto era diventato di colpo totalmente bianco e i loro occhi erano spalancati e inespressivi, immobili a fissare il nulla.
Dalle loro labbra socchiuse, adesso, aveva iniziato a uscire del sangue. Tanto, tantissimo sangue. Scorreva senza fermarsi, creando velocemente sotto le loro teste un'enorme macchia scura.

Alzai lo sguardo davanti a me e li vidi.

Immobili l'uno di fronte all'altro, Desmond e lo Sconosciuto si fissavano senza parlare, occhi negli occhi, mentre la musica Navajo continuava a suonare nella notte intorno a noi.

Rose e lo Sconosciutoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن