Capitolo LVIII | Unfair

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Come se l'avessi fatto, ovviamente.
Esce dalla mia camera.
Le palpebre mi si chiudono, lentamente, mentre continuo a pensare a Jungkook. 

* * *

*Chanyeol's POV*

— Salve, SoYon è in casa? — chiedo, mostrando alla signora Shin un cordiale sorriso.
— Si, Chanyeol, ma ha la febbre. Non vorrei che la prendessi anche tu. — mi risponde sua madre, sorridendo lievemente a sua volta.

In risposta, alzo la mia mascherina sul mio viso, come a voler dire che non mi attaccherà niente, se tengo la mascherina sul volto.
Sembra divertita, mentre mi lascia entrare.

Salgo in camera sua, lentamente, aprendo piano la porta.

Le tapparelle sono chiuse, c'è soltanto un po' di luce che passa da queste, ad illuminare la stanza.
Silenzio, se non il suo respiro pesante per il raffreddore.
Sta dormendo come un angelo, e non posso fare a meno di avvicinarmi a lei in punta di piedi, per paura di svegliarla.
Mi accovaccio accanto al suo letto, osservandola.
Osservando il suo viso a forma di ovale, le guance arrossate per la febbre, le labbra schiuse e le sue braccia intorno al cuscino, mentre i suoi capelli scuri formano una nuvola intorno alla sua testa.

Prendo una sedia, sedendomi accanto al suo letto, cercando di fare il minor rumore possibile.
Noto un altro particolare: le stanno lacrimando gli occhi, ma credo sia per la febbre.

Le accarezzo i capelli morbidi, dolcemente.
È piombata in un letargo, a quanto vedo.

La osservo per un tempo indefinito, finché non percepisco che farfuglia qualcosa un paio di volte.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che stia farfugliando "Jungkook".
Lo sta chiamando nel sonno.
Neppure nel sonno, sembra calmare le sue preoccupazioni.

La osservo meglio.
No, non le stanno lacrimando gli occhi per la febbre.
Sta piangendo, mentre chiama Jungkook.

Farfuglia qualcos altro, mentre stringe di più il cuscino con le sue braccia.
Dovrei essere infastidito, dal fatto che sta chiamando nel sonno un ragazzo che non sono io, ma non lo sono affatto. O almeno, non per questa ragione.
Sono arrabbiato, perché Jungkook la sta trattando come uno straccio, la sta ignorando, sta ignorando tutti i suoi tentativi di recuperare la loro amicizia, si sta comportanto da stronzo.
E SoYon non merita un trattamento del genere.

Prendo un foglio da un suo quaderno, e una penna.
Le scrivo un biglietto, lasciandoglielo sul comodino.

Sono tentato di darle un bacio sulla fronte, ma ho paura di svegliarla.

Esco dalla sua camera, silenziosamente, così come sono entrato.

* * *

Cammino, cammino.
Non so perché sto camminando senza meta.

Da Lee JiSoo:
Buon Natale, Chanyeol.
3:30 PM

Non demorde, vedo.
Non le rispondo, mettendomi il cellulare nella tasca dei jeans.

Per un attimo, il mio sguardo guizza su una figura familiare, che cammina sul marciapiede parallelo al mio.
A vederlo, sembrerebbe proprio Jungkook.
Immediatamente sento come se il mio animo stesse ribollendo, mentre mi tornano in mente tutte le cose che lui sta facendo a SoYon.
Attraverso, avvicinandomi a lui.

— Jungkook. — provo a chiamarlo.

Non si volta.
No, evidentemente ho sbagliato persona.
Ma non può essere, sembra proprio lui.

— Jungkook. — ritento, alzando la voce.

Il ragazzo si volta di scatto.
È proprio lui, come immaginavo.

— Ciao. — dice, guardandomi male e fermandosi.
— Dobbiamo parlare, io e te. — dico, approfittando del caso e avvicinandomi.
— Ah sì? E di cosa? — dice, incrociando le braccia al petto, con uno sguardo così spavaldo che mi fa rizzare i peli dietro la nuca.
— SoYon sta male, lo sai? — gli dico, tentando di mantenere una certa compostezza.
— Ha la febbre. Sono stato a casa sua, poco fa. Stava dormendo, ma ti chiamava nel sonno. Piangendo. — aggiungo, fissandolo negli occhi, cercando di fargli capire tutto il fastidio che sto provando nei suoi confronti, pur non alzando né il tono, né le mani.

Lui sembra sorpreso dalle mie parole.

— Tu ... Dici sul serio? — mi chiede, aggrottando lievemente le sopracciglia.
— Non avrei motivo di scherzare, Jungkook. E non è stata la prima volta, che ha pianto. — gli dico.

Lui abbassa lo sguardo.
Sembra che stia riflettendo, o almeno lo spero per lui.

— Te lo ha detto, non è così? — mi dice, alzando di nuovo lo sguardo.
— Già. Ma non credere che io ce l'abbia con te perché sei innamorato di lei, sia chiaro. Del resto, come si fa a non amarla. — gli dico, con una certa ironia nel tono di voce.
— E perché dovresti avercela con me, allora? — chiede lui, ignorando l'ultima frase da me pronunciata.
— Per tutte quelle cose orribili che le hai detto. Lei egoista? Ma stai scherzando? Lei è la persona migliore che conosca, e tu dovresti saperlo anche meglio di me. — gli dico, avvicinandomi ancora a lui.

Sembra colpito dalle mie parole.

— Lo so bene. — dice, sostenendo il mio sguardo.
— Allora chiedile scusa. Non si merita tutto questo. — dico, stringendo i pugni lungo i fianchi.
— Non ce la faccio. Non ce la faccio più a vederla insieme a te, felice. Non ci riesco. — dice, abbassando di nuovo lo sguardo.
— Non ce la fai, dici. Non ce la fai a vederla felice con qualcuno che non sia tu. Va bene. — dico, squadrandolo dall'alto in basso, mentre non riesco a trattenere una smorfia di disgusto.
— Sei tu l'egoista qui, Jungkook. Non lei. — pronuncio, scandendo ogni singola parola davanti al suo volto.

Senza aspettare che risponda, giro i tacchi e me ne vado, più nervoso di prima.
Non mi chiama, né cerca di fermarmi.
















— Spazio autrice
vi chiedo scusa per non aver aggiornato per tutto questo tempo, ma lo sappiamo tutti, questo è un periodo critico, a scuola, e il tempo per dedicarsi ad altro oltre la scuola, non è molto :(
spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, e che non abbiate rimosso la storia dalla biblioteca💖

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora