Capitolo Dodici | Party

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*Chanyeol's POV*

Sono passati diversi giorni.
SoYon è a Seoul, ma è impegnata a prepararsi per il provino. Vorrei tanto vederla, incontrarla, conoscerla dal viv.
Vorrei tanto prepararmi per il provino anch'io, magari insieme a lei.
Tuttavia non mi ha chiesto più niente, a riguardo.
Probabilmente ha capito che se ci fossero state novità, gliel'avrei detto.

Da Kai:
Principessina, vuoi scendere o devo salire e prenderti in braccio?
10:05 PM

Non gli rispondo neanche, lasciandomi scappare un sorriso.
Quando c'è da andare ad una festa, chiedere a lui è sempre la scelta migliore.
Ho un gran bisogno di distrarmi, e lui riesce a farlo bene.
Prendo le chiavi, il portafogli, il cellulare e scendo.

Aperto il portoncino, lo vedo appoggiato alla mia macchina, con totale nonchalance.
Appena sente la porta di casa mia chiudersi, si volta.

— Era ora! Ti stavi preparando per il tuo principe azzurro? — mi chiede ironicamente, dandomi una pacca sulla spalla.
— Piantala, idiota, sali in macchina. — gli dico, aprendo la portiera.

***

Casino, casino, solo casino.
Ecco cosa c'è in questo locale.
Due ragazze stanno ballando su dei cubi, con due ragazzi dietro di loro.
In pista c'è un ammasso di gente, non è possibile distinguere i volti.

— Non ubriacarti come l'altra volta, che col cazzo che ti ci riporto a casa conciato in quel modo. — urlo nell'orecchio di Kai, per sovrastare la musica ad alto volume.
Lui sorride, per poi dire qualcosa che non capisco.
Faccio finta che abbia acconsentito, e lui subito sparisce dalla mia vista.

Mi siedo al bancone, ordinando un cicchetto di vodka. Dopo poco, mi si affianca una ragazza truccata come se dovesse andare a una festa di carnevale. Inizia a toccarmi il braccio, sussurrandomi parole che non riesco a recepire.
Ingoio il quarto cicchetto.
Quel tipo di ragazze mi snervano, l'allontano in malo modo.

Cerco con lo sguardo Kai, per fortuna non dista di molto dal bancone.
Sta ballando con una ragazza dai capelli biondo platino. Lei ha il suo sedere incollato a lui, si muovono a ritmo di musica.
Come non detto, mi passo una mano fra i capelli.
Invidio tremendamente la sua disinvoltura, in certe situazioni.

Più di una volta, qualche ragazza tenta di abbordarmi, non riuscendoci affatto.
Forse dovrei fare come Kai.
Forse dovrei divertirmi, non pensare a nulla. Godermi il momento. Ma non ci riesco.

Esco fuori, avrei voglia di accendermi una sigaretta.
Penso a SoYon. Penso a JiSoo.
Penso a mia madre, alla mia famiglia.
A ciò che voglio io, che non corrisponde a ciò che vorrebbero gli altri.

Finisco la sigaretta senza neanche accorgermene, quasi.
Guardo l'ora sul cellulare. Mezzanotte.
Kai non vorrà mai tornare a casa, a quest'ora.
È ancora presto, per lui.
Mi maledico mentalmente per aver avuto questa trovata.

Torno dentro, non avendo modo di passare il tempo, qui, notando che il caos è aumentato notevolmente.
Le ragazze sui cubi sono diverse, ora.
Hanno due maschere, sul volto.
Soltanto gli occhi sono scoperti, e ballano in modo molto più sensuale rispetto alle precedenti.
Le guardo più attentamente, una in particolare, e il mio cuore, per un attimo, sembra fermarsi.
Il suo fisico snello, scolpito.
I capelli mossi, il modo in cui si muove, quando vuole essere provocatoria.
Cerco di guardarla meglio in volto, ma è coperta per metà.

Fa che non sia quel che sto pensando.

Un tipo le strappa la maschera, all'improvviso, facendomi trasalire. Lei si volta di scatto verso di lui, ridendo, urlando di ridargliela.
È girata di spalle, ma è bastato poco perché la riconoscessi.
JiSoo.

La mia ragazza. Quella seria, matura.
La ragazza concentrata sulla carriera, sui suoi interessi, nient'altro.
La ragazza che non permette al suo ragazzo di fare uno stupido provino, per fare una cosa che gli piace.
Questa ragazza, ora si sta strusciando in un modo per niente innocente su un tizio, su un cubo, in una discoteca affollata di Seoul, di notte.

Sono tante, le emozioni che invadono il mio corpo in questo momento: rabbia, risentimento, vergogna, ribrezzo.
Sono tentato di salire sul cubo e spingere via quel tipo, solo per farle capire che so, e che fra me e lei è definitivamente finita.
In due anni.
In due anni, chissà quante altre cazzate di questo tipo avrà fatto.
Chissà addosso a quanti altri si sarà strusciata, chissà quante bocche schifose avrà baciato.
JiSoo prende il braccio del tipo, trascinandolo fuori dalla discoteca, interrompendo i miei pensieri.
Li seguo, tentando di non farmi vedere.
Si appostano dietro un muretto, non lontano dall'ingresso della discoteca.
Lei inizia a baciargli il collo.
Scende sul petto, aprendogli uno per uno i bottoni della camicia. Scende ancora.
Prego mentalmente che non stia per fare ciò che credo. Slaccia la cintura, sensualmente.
Sono tentato di andarmene.
Inizio a sentire il mio stomaco rivoltarsi, a stento riesco a trattenere un conato.
Penso che stia per scendere ulteriormente, ma si ferma. Il ragazzo la solleva, facendola sedere sul muretto. Ora è lui a baciarle il collo.
Lei si avvinghia a lui, come una puttana.
Si, è proprio questo.
Non saprei come altro definirla.
Non riesco a guardare.
Lei geme.
Il ragazzo non ha ancora fatto nulla, e lei geme.
Questo sembra invogliare ancora di più gli ormoni del ragazzo.

Prima che arrivino al punto in cui io non riuscirei a controllare la mia rabbia, vado via.
Entro nel locale, intento a ritrovare Kai, e andar via.
Ne ho abbastanza di questo posto, di questa serata.
Lo trovo seduto su un divanetto, a limonare con una rossa, che è seduta sulle sue gambe.
Gli do una pacca sulla spalla, senza trattenerne la forza. Si volta di scatto.
Non è ubriaco, si vede.
Quella ubriaca è lei, che ride in continuazione e lo implora di continuare a baciarla.
Lui guarda me, percependo dalla mia espressione che qualcosa non va.
Dice qualcosa nell'orecchio della ragazza, che svogliatamente si alza in piedi reggendosi a fatica sulle sue gambe.

— Andiamo. — mi dice, affiancandomi.

Usciamo dalla discoteca, spintonando gente.
JiSoo e l'altro ragazzo non ci sono più. Meglio così.

— Cos'è successo? — mi chiede, appena fuori dalla discoteca.
Non rispondo, nè lo guardo.
Mi conosce bene, perché non fa altre domande.
— Dammi le chiavi, guido io. — mi dice.
— Non sei neanche un po' brillo? — gli chiedo, porgendogli le chiavi.
— No, non ho bevuto niente. — dice, prendendo le chiavi.
Mi siedo sul sedile del passeggero, dunque.
Ho bisogno di rilassarmi, adesso.

Se lei non ti lascia fare ciò che vuoi, non è innamorata di te come dice di essere.

Non è innamorata di me.
Probabilmente non lo è mai stata, e stasera ne ho avuto la prova schiacciante.
È solo una presa per il culo, che ho intenzione di portare a termine il prima possibile.


















— Spazio autrice —
Abbiamo superato le 500 visualizzazioni.
Che dire, grazie infinite.
Magari in confronto ad altre storie, la mia non ha un gran numero di voti, commenti e visualizzazioni, ma considerando che è la prima storia che pubblico, e considerando che ho cominciato praticamente da zero, è un traguardo fantastico, per me.
Quindi, mille volte grazie.❤️
Vi lascio con questo capitolo in cui JiSoo si è rivelata per ciò che è realmente, buona giornata.✨✨💕

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora