Capitolo XXXVI | Anger

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Sono diversi giorni che non parlo con Chanyeol.
Non ha risposto neanche a uno, dei miei messaggi.

Non posso sopportarlo.
Lo chiamo.

Il mio cuore fa una capriola appena sento la sua voce profonda.

— Chanyeol, ho bisogno di parlarti. — dico.
— Parla, sono tutto orecchi. —

La sua freddezza mi fa male.

— Possiamo vederci? — gli chiedo.
— Non so se ho voglia di vederti, SoYon. Non mi piacciono le bugie. —
— Ti prego, lascia che ti spieghi. — la mia voce sta per rompersi.

Lui sembra accorgersene, perché acconsente.

— La solita caffetteria fra dieci minuti? — gli chiedo.
— Si. — dice, per poi attaccare.

                                     * * *

Sono già seduta al tavolo.
Ho quasi corso, durante il tragitto.

Eccolo, sta camminando in questa direzione.

— Chanyeol, ascoltami. —
— Sono qui per questo. — dice, guardandomi e sedendosi.

Riesco a percepire il suo fastidio dal modo in cui mi guarda.

— Io non ti ho detto di Jonghyun, perché temevo la tua reazione. — comincio a dire.
— Non hai pensato che la mia reazione sarebbe stata peggiore, se mi avessi detto una stronzata? — dice, alzando gradualmente il tono della voce.
— Si, si, l'ho pensato! Ma nel momento in cui mi sono resa conto di volertelo dire, era troppo tardi! — dico, alzando il tono.
— Mai sentito il detto «Meglio tardi che mai»? —
— Chanyeol, mi dispiace. — dico, semplicemente.

                                   * * *

*Chanyeol's POV*

Mi dispiace.

Tra te e Jonghyun c'è stato qualcosa, non è vero? — le chiedo, senza neanche provare a trattenere il disprezzo nella mia voce.

Lei sgrana gli occhi.

— Ma come ti viene in mente? — dice.
— Lui è cotto di te. E non è niente male. Non vedo perché non potrebbe esserci stato nulla. —
— Posso assicurarti che non c'è stato nulla, tra me e Jonghyun. L'ultima volta, gli ho persino chiesto scusa per essere stata scorbutica durante tutte le lezioni. Pensa un po'. — mi risponde, ironica.

Hai anche il coraggio di fare dell'ironia?

— Sentiamo, perché dovrei crederti? Come mi hai mentito l'ultima volta, potresti benissimo farlo anche adesso. —
— Chanyeol, ti prego.. —
Ti prego? SoYon, tu mi hai raccontato una cazzata, per quale motivo, poi? Perché avevi paura di una mia reazione? Falla finita! — dico, alzando la voce e alzandomi in piedi.
— Tu, appena hai scoperto di YiFan, hai fatto un teatrino che neanche Shakespeare avrebbe fatto! Volevo evitare di litigare di nuovo con te! Scusami, se voglio mantenere il nostro rapporto stabile! — dice, alzandosi a sua volta in piedi.

Sebbene sia di almeno quindici centimetri più bassa di me, riesce a sostenere tranquillamente il mio sguardo, senza abbassarlo neanche per un secondo.

Non ha tutti i torti, riflettendoci bene.

Ma in questo momento, riesco ad avere davanti agli occhi soltanto una scena in cui Jonghyun corteggia spudoratamente SoYon, mentre studiano.

Non credo proprio che tra di voi non sia successo nulla. — dico.
— È così! Te lo giuro! Probabilmente io a lui piaccio, non lo nego, ma io non ho mai provato niente per lui! Neanche una minuscola attrazione! — sta quasi urlando.

È sull'orlo del pianto, si vede.

Non sopporto quando piange.
Sopporto ancora di meno quando piange a causa mia.

— Non ce la faccio. — dico, spostandomi dal tavolo.
— Aspetta, dove vai? — mi chiede.
— Vado a casa, SoYon. Ci vediamo. — dico, voltandole le spalle.

Riesco a sentire solo il rumore del suo corpo che si accascia sulla sedia.

Giro l'angolo e, cercando di non farmi vedere, la osservo, da dietro un muro.

Ha le mani tra i capelli, i gomiti sul tavolo. Vorrebbe piangere, ma non ci riesce.
Sembra avere un enorme groppo che non riesce a far uscire.
Prende il cellulare, sta chiamando qualcuno.

— Jungkook, ti prego, posso venire da te? — chiede, quasi supplicandolo.
— No, no, nulla. — dice, tentando di nascondere la voce rotta.
— Sono alla caffetteria vicino casa mia. ... No, non serve che mi passi a prendere. Sto arrivando. — dice, alzandosi.

Attacca.

Si mette una mano sul viso, all'altezza della bocca.

Sento il rumore di un singhiozzo, prima di voltarsi e incamminarsi verso la strada.

                                  * * *

— Quindi che hai intenzione di fare? — mi chiede Sehun.
— Non lo so. Sono arrabbiato con lei, ma mi sento una persona orribile. — dico, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendomi le mani tra i capelli.
— Hai esagerato, hyung. — dice Kai.

Probabilmente ha ragione.
Pensandoci bene, ho avuto davvero una reazione inopportuna, quando ho scoperto che conviveva con YiFan.
È naturale che avesse paura.

Non so neanche perché faccio tutte queste scenate.
Lei non è la mia ragazza.
Siamo solo amici. 
Anche se lei non è una semplice amica, per me.

— Ti consiglio di non gettare via la canzone. Falla sentire ugualmente a Hyuna, fatti dare un consiglio. — mi dice Kai.

Guardo tutti loro, come per chiedere un parere.

Tutti annuiscono.

— Potrà passare qui nei prossimi giorni, appena le passerà l'influenza. Potrei lasciarti il numero, così vi organizzate fra voi. — dice Kai.
— Non ti sembra di esagerare? Non è un critico musicale, tua cugina. —
— No, non lo è, ma penso ti serva un parere femminile, per questo. — dice, inviandomi un messaggio con il numero di Hyuna.

— Grazie. — dico, semplicemente.












— Spazio autrice —

ABBIATE PAZIENZA, TRA POCO SUCCEDERÀ QUALCOSA

Nel mentre, approfitto per dirvi che ho pubblicato una nuova storia su Jongin, Angel. Se vi va, passate a dare un'occhiata!

(Tra poco aggiorno  anche Summer paradise, come al solito)

Buona giornata ~

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora