Capitolo Diciassette | Kidding

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*SoYon's POV*

— Ti accompagno a casa, se vuoi. — mi chiede implicitamente Chanyeol, appena usciamo dall'edificio.
— Non serve. Io l'ho accompagnata, e io la riporto a casa. — interviene Jungkook, palesemente seccato.
— Si, mi accompagna lui, non preoccuparti. — lo sostengo, un po' controvoglia.
— Okay, andiamo. — dice Jungkook afferrandomi il braccio e trascinandomi  verso la sua macchina.
— Mi permetti almeno di salutarla? — chiede Chanyeol, ironicamente ed educatamente, prendendomi la mano. Il suo tocco, la sua mano, così grande e calda, con la mia, mi fa tremare il cuore.

Jungkook si volta e lo guarda male, ma poi mi lascia.
— Ci sentiamo, okay? — mi dice, attirandomi a sé e dandomi due baci sulle guance.
Annuisco, in imbarazzo più che mai, poi saluto con la mano gli amici di Chanyeol, che rispondono con un sonoro «Ciao!».

Appena ci allontaniamo, noto che Jungkook è palesemente seccato da tutto ciò, il punto è che non capisco il perché.

— Mi spieghi che hai? — gli chiedo, appena saliamo in macchina.
— Non voglio essere scortese, SoYon, ma non mi è sembrato corretto ciò che hai fatto. — mi risponde, mettendo in moto.
— Che ho fatto? — chiedo io, sorpresa.
— Io sono venuto qui per te. Ho perso un giorno di prove per te. E magari speravo di pranzare insieme a te. Però, no, ovviamente, perché doveva stare insieme al suo adorato Chanyeol. — non mi guarda in volto, ma sembra davvero ferito.
— Jungkook, ma non sei stato insieme a me? — dico.
Non capisco tutto questo fastidio da dove provenga.
— No, magari volevo stare solo con te. Non con una banda di bellocci che non conosco neanche. Mi sono sentito a disagio, SoYon, sappilo. — risponde.

Da un lato, però, ammetto che non ha tutti i torti.
Riconosco di non averlo calcolato molto, durante il pranzo, e che lui, sebbene sia un tipo abbastanza estroverso, non di sia sentito a suo agio, fra tanti ragazzi più grandi di lui e che tendevano a riservare a me tutte le loro attenzioni.
Gli amici di Chanyeol non facevano altro che parlarmi, chiedermi di me e continuare a dire di essere onorati per avermi conosciuta.
Non è colpa mia, però.

— Hai ragione, ti chiedo scusa. — ammetto, semplicemente. Non so cos'altro aggiungere.
Non risponde, eppure noto che la sua ira si sia un minimo placata.
— Dai, tanto lo so che non riesci ad essere arrabbiato con me per più di cinque minuti! — dico in tono cantilenante, avvicinandomi a lui e mettendogli il mento sulla spalla.
È una cosa che faccio da sempre, e ha sempre funzionato.
— Sto guidando, non distrarmi. — dice, cercando di trattenere il sorriso, ma con scarsi risultati.
Gli do un bacio sulla guancia.
— Grazie Jungkook, davvero. —
— Non devi ringraziarmi. — ora sta sorridendo.
— Per avere le ginocchia flaccide, sei davvero brava. — aggiunge.

Gli faccio una linguaccia. 

***

— Non è meglio studiare da privatista? — sento dire da mia nonna, appena apro la porta di casa.
Nessuno sembra avermi sentita, però.
— Ma, mamma, chi è che ha i soldi per pagarle un insegnante privato? — risponde mia madre.
— Io. E poi, con questa storia del provino, sta perdendo già parecchi giorni di scuola. L'anno scolastico è iniziato, ha perso già abbastanza tempo. — prosegue mia nonna, convinta ed imperturbabile.
Io? Studiare da privatista?
— Okay, può andare. — acconsente mia madre, tuttavia non mi sembra essere tanto convinta.
— È un'idea geniale. — afferma mia nonna, compiacendosi da sola.

Tiro un profondo respiro, per poi farmi avanti ed entrare in scena.
— Sono tornata. — annuncio, entrando.
— Tesoro, com'è andata? — dice mia madre venendomi incontro.
Mia nonna mi rivolge un cenno veloce.
— Bene, mamma. — le rispondo, con un gran sorriso.

Mi arriva un messaggio, nel frattempo, e trattengo l'impulso di aprire il cellulare.

— Vado a riposare, a dopo. — dico, stampandole un bacio sulla guancia.
So che sta attraversando un periodo difficile, ma non so proprio cosa fare per starle vicino.
Non è neanche quel tipo di donna a cui piace essere compatita.

Chiudo la porta di quella che dovrebbe essere la mia camera alle mie spalle, una volta giunta qui.

Da Chanyeol:
Spero di rivederti presto.
3:07 PM

Un largo sorriso si fa strada sul mio volto.

A Chanyeol:
Anche io!
3:08 PM

Glielo scrivo? Non glielo scrivo?
Okay, glielo scrivo.

A Chanyeol:
Sei stato grandioso, comunque. 
3:09 PM

Per poi, chiamare immediatamente Raemun e Hyobin.

***

*Chanyeol's POV*

— Bella la tua amica. — mi dice Kai, una volta in macchina. 
Non so cosa rispondere. Si, lo so che è bella.
Molto bella.
— Si imbarazza spesso, eh? — mi fa notare Baekhyun.
Non rispondo ancora. Già, è proprio così.
Ed è una cosa che non fatico ad apprezzare.

— Chanyeol! — esclamano entrambi, vedendo la mia assenza di risposta. 
— Si, si, avete ragione voi! — dico, esasperato.
— Avresti dovuto dirmelo, che balla così bene! — afferma Kai.
Una lieve fitta di gelosia colpisce il mio addome, pensando a come effettivamente avrebbe potuto avere un buon effetto su di lei, magari inducendola ad essere affascinata da lui.

— L'hai vista di persona. — dico, in modo palesemente freddo.
— Cosa c'è, Chanyeol, sei infastidito? — chiede Baekhyun, prendendomi in giro.
— No, sono stanco.—
— Ma la forza per mandarle un messaggio l'hai avuta, a quanto pare! — esclama Kai.
Mi hanno stancato.
— Se non la smettete, vi faccio scendere. — dico.
Ridono, ma si zittiscono.

— Ma quel tipo che lei chiamava Jungkook, chi sarebbe? — mi chiede ancora Kai, dopo poco.
— Il suo migliore amico. — rispondo.
— Aishh. Dovrai farti valere, perché sembra tenerci molto a lei! — continua.
— Mi hai rotto il cazzo, scendi. — dico, accostando.
— Stavo scherzando! — ride.

















— Spazio autrice —

JUST LOVE ME RIGHT
AHAH

No vabbè
So che questo capitolo non è il massimo, ma abbiate fede, tra poco la storia diventerà abbastanza movimentata.
Ho bisogno di alcuni capitoli un po' "scarsi", che io chiamo capitoli intermedi, per fare in modo che poi la storia prenda forma.

Spero comunque che vi sia piaciuto, buona domenica!💞

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora