Capitolo XL | 61

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*Chanyeol's POV*

Non riesco a descrivere la mia felicità a parole, in questo momento.
Dal primo momento in cui l'ho vista, ho percepito qualcosa.
Lei è diversa, l'ho sempre saputo.

Ora, in teoria, è ufficialmente la mia ragazza.

Siamo sdraiati sul mio letto.
La sto abbracciando da dietro, mentre lei dorme tutta rannicchiata.
Il mio viso si trova nell'incavo del suo collo.
Il suo profumo è un qualcosa di incredibilmente dolce.
Non è un odore di quelli forti, pungenti.
Sembra quasi appartenere alla sua pelle, ed è un qualcosa di straordinario.

Sembra una bambola.
È così bello, tenerla tra le braccia.

Non riesco a dormire.
Voglio vivere ogni secondo di questa notte in cui dormiamo insieme.
Insomma, lei dorme.
Io la stringo forte, e mi va bene così.

Guardo la sveglia.
Sono quasi le sette di mattina.

Sono rimasto davvero tutta la notte sveglio.
E non ho sonno.

Il cellulare di SoYon inizia a squillare.
La sveglia.
Sono tentato di spegnerla.

Emette qualche verso, per poi iniziare a muoversi, cercando il suo cellulare.
La stringo più forte.

Appena spegne la sveglia, si volta verso di me.
Ha un visino adorabile, appena sveglia.

— Buon giorno. — farfuglia.
— Buon giorno. — le rispondo, sorridendole.

Mi avvicino, dandole un bacio.

— Io dovrei andare. — dice, strofinandosi gli occhi.

Non voglio che se ne vada.
Non voglio risvegliarmi da questo sogno.
Ma, se non tornasse a casa, sua madre si arrabbierebbe.
Non voglio che litighi con sua madre.

Annuisco semplicemente, anche se i miei occhi gridano: Non andare.

Si alza dal letto, sbandando un po' di qua e un po' di là.
Sorrido, guardando la scena.

Va a prendere i suoi vestiti, per poi andarsi a cambiare in bagno.

I minuti che impiega a cambiarsi sembrano non passare mai.

— Non è che potresti accompagnarmi a casa di Hyuna? — mi chiede, appena esce dal bagno.

Già, Hyuna.
Ha detto a sua madre di essere rimasta a dormire da lei.

— Certo. — dico.

Non mi sono infilato neanche il pigiama.
Mi infilo le scarpe, per poi prendere le chiavi della macchina.

Prende le sue cose, restituendomi la felpa e i pantaloni che le ho prestato.

— Puoi tenerla, la felpa. Se vuoi. — le dico.

È la mia felpa preferita.
Sopra, c'è il mio numero fortunato.
Il 61.

— No, no. Non penso sia il caso. — dice, porgendomela.
— Davvero. È la mia preferita, ma sarei felice se la tenessi tu. — dico, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lei mi guarda, i suoi occhi brillano, mentre il mio stomaco è invaso da farfalle.

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora