Capitolo LII | You are my greatest gift

1.5K 147 25
                                    

*SoYon's POV*

Mi sono addormentata anche io, dopo un po'.
Non potevo fare altrimenti, considerando che mi trovavo stretta a lui e avvolta nel suo calore tanto bello quanto rilassante.

Mi sono svegliata perché la luce del sole, passata attraverso le fessure delle persiane, mi è arrivata dritta in faccia, ma non ho la minima idea di che ore siano.

Chanyeol mi sta ancora abbracciando come ieri sera, non si è mosso di un millimetro.
Non voglio muovermi, non voglio svegliarlo.
Sembra stare in pace, ora, e non vorrei mai più vederlo nello stato in cui l'ho visto ieri sera.

Inizio a sentire dei leggeri cerchi sulla mia pelle, dopo un po'.
Si è svegliato, deduco.

— Buon giorno. — gli dico, abbassando lo sguardo verso di lui.
Lui solleva lo sguardo.
— Buon giorno. — dice, rimanendo sempre nella stessa posizione, sorridendo lievemente, per poi rimettere la testa nella posizione precedente.

Prendo il telefono dalla tasca della felpa.
Sette chiamate perse da mia madre.
La richiamo, deglutendo, iniziando a sentirmi parecchio accaldata.

— Mamma, sono rimasta a dormire da Chanyeol ... Non abbiamo fatto niente! Aveva solo bisogno di me, niente di più. — mi affretto a dire, appena percepisco che ha risposto a telefono.
Lei esita un momento, prima di rispondere, cosa che fa crescere dentro di me un'ansia tremenda, mentre percepisco un lieve sorriso sulle labbra di Chanyeol.
— Okay, SoYon, va bene, ma non fare mai più una cosa del genere. Mi è venuto un colpo, Cristo! — dice, lasciandomi di stucco, ma con un tono che non promette nulla di buono.

Rido nervosamente, anche se non dovrei.

— Ci vediamo dopo, mamma. — le dico, attaccando, sperando di non trovare brutte sorprese, una volta tornata a casa.

— Non andartene, resta qui. — dice Chanyeol, stringendomi più forte e strofinando il viso sul mio collo.
— No, non ho intenzione di andarmene. — gli dico, accarezzandogli i capelli e ignorando il solletico che mi provoca il suo respiro.

È la verità.
O almeno per il momento.

Continuo ad accarezzargli i capelli, chiudendo gli occhi, di tanto in tanto.

Ora è tranquillo, ma l'immagine di lui mentre singhiozza non vuole lasciare la mia mente.

— Non hai aperto i regali, alla fine? — dico, ad un tratto.
— No, e non ho voglia di farlo. — dice, sul mio collo.
— Non vuoi aprire neanche il mio? — gli chiedo, sorridendo leggermente.

Lui sembra esitare, mentre si volta a guardarmi.

— Dopo tutto quello che hai fatto per me, mi hai preso anche un regalo? — mi chiede, mentre sulle sue labbra si apre un sorriso fantastico.
— Certo che sì. — dico, sorridendo a mia volta.
— Non dovevi, SoYon. — dice, stringendomi più forte.
— Certo che dovevo. Che ragazza sarei, se non facessi il regalo di compleanno al mio ragazzo? — dico, con aria fiera.

Ride.
Il suono della sua risata mi solleva, alleggerendomi il cuore.

— Dai, aprilo. — dico, staccandomi dolcemente da lui e mettendomi a sedere.
— E va bene. — dice, alzandosi dal letto.
— Dov'è? — chiede, una volta in piedi.

Mi alzo a mia volta dal suo letto.
Mi chino a prendere un pacco stretto e lungo da sotto il suo letto.
Lui sgrana gli occhi.

OMEGLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora