Capitolo LVI | I hate when you cry

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Dopo essermi sfogata per bene con me stessa, prendo la strada di casa.
Mi sono allontanata parecchio, senza accorgermene.
Ma non ho fretta.
Fare una camminata non può farmi altro che bene.

Cammino per un po', ma non arrivo mai a casa.
Non credo di essermi persa, però.

Guardo l'orario.
4:37 PM

Davvero ho camminato tutto questo tempo?

Credo sia il momento di tornare a casa, mia madre starà già dando di matto.
Non so dove sono finita, in realtà.
Seoul è talmente grande.

Chiedendo qualche indicazione, trovo la strada per il mio quartiere.

Saranno circa le cinque del pomeriggio, immagino.

— Dove sei stata? — mi chiede mia madre, appena entro in casa.
— A fare un giro, mamma. — mormoro, facendo per andare in camera mia.
— Senza neanche una giacca, SoYon! Ma sei impazzita?! — dice, alzando il tono.

Non riesco a ribattere.

— Che succede? — dice, notando la mia assenza di risposta.
— Vorrei solo andare in camera, mamma. — le dico, sorpassandola.
— Ah, c'è Chanyeol, in camera tua. — mi dice, improvvisamente tranquilla.

Mi volto di scatto verso di lei.

— Era venuto a trovarti, ma gli ho detto che saresti tornata in poco tempo. Ti sta aspettando. — dice, sorridendo lievemente.

Annuisco, salendo in camera.

Vorrei evitare di raccontare a Chanyeol ciò che è appena successo, anche perché non so con quanta obiettività riuscirei a farlo.
Mi preparo a sfoderare uno dei miei sorrisi migliori, per poi entrare in camera mia.

È sdraiato sul mio letto a pancia in giù, sta sfogliando qualcosa.
Mi sporgo meglio a guardare ciò che sta sfogliando, prima di realizzare che sta sfogliando ciò che non hanno mai letto nemmeno le mie migliori amiche.
Oh no.

— Chanyeol! — urlo, saltando sul letto e togliendogli il mio diario di mano.
— Non pensavo tu mi considerassi il ragazzo più bello e talentuoso sulla faccia della terra. — dice, sorridendo compiaciuto.

Arrossisco, ovviamente, nascondendo il diario sotto il mio materasso.

— Dov'eri? Perché non hai risposto al mio messaggio? — mi dice, trascinandomi sul mio letto, e abbracciandomi.
— In giro. — dico, stringendo le mie braccia intorno al suo collo.

Mi vengono in mente le parole di Jungkook, inevitabilmente.
La mia espressione cambia, senza che io possa farci nulla.

— È successo qualcosa? — mi dice, accarezzandomi il viso.

Jungkook.
Jungkook.
Jungkook.

— No, niente. Sono stanca. — dico, rannicchiandomi di più vicino a lui.
— Non ti credo. — dice, stringendomi, ma guardandomi in volto.

Non gli rispondo, rannicchiandomi sulla sua spalla.

— So che me lo dirai, prima o poi. — dice, accarezzandomi la schiena.

Parlargliene non mi servirebbe a nulla, se non ad alleggerire il blocco che ho nel petto.

Lo guardo.

Gli racconto tutto, cercando di non versare lacrime.
Cosa estremamente difficile, per me.

                                    * * *

*Chanyeol's POV*

Jungkook è innamorato di lei.
Lo sapevo.
L'ho sempre saputo.
Dal primo momento in cui li ho visti insieme.

È evidente che sta cercando di non piangere, ed è orribile vedere come si fermi, ogni tanto, per mantenere il controllo.
Non sopporto, poi, quando cerca di reprimere la sofferenza dentro di sé, trattenendo le lacrime.

Mi sento del tutto impotente, non ho la minima idea di cosa fare, per farla star meglio.

Appena ha finito di parlare, fa un respiro profondo.

La abbraccio immediatamente, stringendola forte a me.

— Piangi. — le dico.
— Mh? — mormora, guardandomi.
— Piangi, SoYon. — le ripeto.

Non sembra voler cedere, in un primo momento.

Ma poi, inizio a sentire dei leggeri singhiozzi e la felpa lievemente bagnata.

La stringo ancora di più, come a volerla incoraggiare.

So quanto ci tiene, a Jungkook.
Posso immaginarlo.

— Sei un'egoista, mi ha detto. — dice, singhiozzando fra le mie braccia.
— È questo che pensa di me. — continua.
— Probabilmente è vero. Avrei dovuto stare più attenta ai suoi sentimenti, pensare di meno a me stessa. — singhiozza.

Non sopporto le autocommiserazioni.
Figuriamoci se è lei, a farlo.
Lei, che è la persona migliore che io abbia mai conosciuto e che io abbia mai avuto l'onore di avere al mio fianco.

— Smettila. — le dico, fermamente.
— Non riesco a sentirti parlare in questo modo. — dico, sciogliendo l'abbraccio il necessario per poterla guardare negli occhi.

Lei si asciuga una lacrima, guardandomi, in attesa.

— Tu sei una persona fantastica, Shin SoYon. La migliore che io conosca. — inizio a dire, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
— Non sei tu ad aver sbagliato. Non sei una persona egoista. Non avresti mai potuto immaginare che il tuo migliore amico si sarebbe innamorato di te. — continuo.

Sembra che i singhiozzi si siano calmati.
Mi guarda con quei suoi occhioni scuri, rossi per il pianto.

— Non dire mai più una cosa del genere davanti a me, potrei non controllarmi. Hai capito? — le dico, asciugandole una lacrima con il pollice, dolcemente.

Lei mi abbraccia di nuovo.

— Odio vederti star male. — le dico, nascondendo il volto nel suo collo, stringendola più che posso, sperando di calmarla, almeno per il momento.

OMEGLEWhere stories live. Discover now