"Scordatelo. Non ti lascio distruggere anche questa cucina. Quella di casa vostra è roba tua quindi fai come ti pare, ma questo è uno spazio comune. Ergo fatti da parte, lascia lavorare i veri chef." Gwen raccoglie i capelli in una coda. Lancia uno sguardo a Sean scoppiando a ridere per il broncio infantile che gli fa tremare il labbro inferiore. Gli passa una scodella ed un pelapatate: "Puoi pelare le patate se ti va."

Prendo posto accanto a Ginger sul divano.
"Che succede?" domanda con voce seria. Le lancio uno sguardo cercando di sorridere, scuoto la testa per farle intuire che va tutto bene, ma è troppo intelligente e forse mi conosce meglio di quanto io non creda, infatti mi propone di andare si sopra. Harry e Jayden sono qui con noi e non voglio che sentano quello che ho da dire a questa ragazza. Così, appoggiati i bicchieri nel tavolino davanti a noi, ci avviamo verso il piccolo corridoio e poi di sopra, verso la stanza con i letti singoli.

Solo all'idea di quello che è successo qui dentro, in questa baita, mi sento avvampare. Tutto il ricordo e così vivo e piacevole nella mia mente che spesso temo che pensandoci troppo potrei addirittura consumare qui momenti. Scuoto leggermente il capo mentre mi siedo su uno dei letti. Dalla finestra tonda si può benissimo distinguere tutto quello che vi è al di là di questa piccola casa di legno. La striscia di bosco non si nota a causa dell'oscurità, ma la luce dell'acqua fa sì che si noti il ghiaccio, il molo, parte della neve.

"C'è qualcosa che non ti permette di godere di questo momento appieno, lo noto sai?" parla sedendo di fronte a me. "Voi parlarne?"

"Non è niente. Mi faccio solo molte paranoie." mi stringo nelle spalle.

"In tal caso- sorride -non c'è paranoia che non meriti di essere smentita. Avanti, sputa il rospo." solleva un sopracciglio.

"Oggi- sospiro fissandomi le scarpe, un pizzico di pudore che si prende gioco di me- mentre vi stavo raggiungendo sulle tribune ho avuto modo di assistere a una disputa tra due ragazze. Non le ho mai viste prima, per cui non so nemmeno chi siano, non che questo abbia importanza." sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Stavano parlando della festa di domani sera, erano felici di partecipare, una cercava di convincere l'altra, solite cose." annuisce "Poi hanno iniziato a parlare di noi, poi di Harry e me." la mia voce è quasi un bisbiglio. Non credo che parlare di questo con Ginger sia una buona idea. Non è bello che la prima cosa che le confesso su me ed Harry sia un dubbio. "Sai cosa c'è? Non ha importanza. Non mi importa di cosa hanno detto, lasciamo stare."

"Assolutamente no." continua lei caparbia "E' chiaro che non lascerai stare ed è chiaro che vuoi solo toglierti la seccatura di parlare di qualcosa che ti fa stare male. Ignorare un problema non lo elimina, lo hai detto oggi a tutta la scuola, dimentichi?" dimenticare, come posso dimenticare?

"Una delle due si chiedeva se io ed Harry ci saremmo andati insieme o se comunque.."

"Se vi sareste comportati da coppia, si ho afferrato il concetto." accorre in mio aiuto.

"E l'altra le ha detto che sarebbe stato il colmo considerato poi che Harry non si comporta come se lo fossimo. Una coppia intendo. Lasciando capire che ha rapporti con altre ragazze." l'ho detto. Ho espresso il mio dubbio, quello che non mi fa godere della serata appieno, eppure non mi sento affatto meglio, anzi.

Ginger mi guarda esterrefatta. Si alza dal letto e fa dei passi verso di me: "Io non so che dire." sussurra confusa. "Harry è molto legato a te, insomma.. dopo Londra è palese che c'è qualcosa e che perfino lui lo ammette. E' vero non è mai stato una persona da relazioni ma.. con te sembra diverso."

SheolWhere stories live. Discover now