Capitolo 76

25.4K 1.5K 514
                                    

Il mio imbarazzo è proporzionale al suo silenzio. Quest'ultimo grava sulle mie spalle fino a farmi mancare l'aria. Abbasso il viso, inevitabilmente imbarazzata, è una cosa che voglio e non mi pento di averglielo detto, d'altro canto lui ha sempre sostenuto di star aspettando che io mi sentissi pronta. Ebbene lo sono. Perché non parla?

È quando la mia mente inizia a valutare l'idea di sminuire il tutto con un 'come non detto' che si esprime: "Ti fidi di me fino a questo punto?" sussurra.

Oltre ai suoi respiri, e al mio cuore che combatte veemente, soltanto lo scoppiettio del fuoco nel camino. Vorrei dirgli che per lui farei di tutto. Che non ho più nulla da aspettare.

Il fuoco illumina il piccolo salotto ma gli angoli della baracca dove la luce non giunge sono bui e perfino inquietanti. Non è una notte di stelle luminose, le nuvole hanno oscurato anche la luna.

"Si." rispondo senza mai smettere di guardarlo. La bocca dello stomaco si attorciglia, le gambe diventano molli e devo essere rossa come i miei capelli. Il suo silenzio e questo sguardo fermo mi mettono in estrema soggezione: "Ma se tu non vuoi-"

"Cosa?" interrompe come se si stesse risvegliando da una trance "No, ma cosa dici?" prende il mio viso tra le mani "Non lo dire nemmeno." ridacchia "Non puoi volerlo tu più di quanto lo voglia io." mi provoca.

"Perché ho la sgradevolissima sensazione che in tutto questo ci sia un ma?" domando corrugando le sopracciglia.

Lui sfugge il mio sguardo: "Non voglio che tu te ne penta.."

"Ma io non me ne pentirò." mi guarda come se tutto d'un tratto quello inesperto in materia fosse lui e non la sottoscritta.

"Vuoi che io sia la tua prima volta." ripete come se gli riuscisse difficile realizzare il concetto solo nella sua mente.

"Si ma se non ti dai una mossa-" non mi lascia finire e la cosa mi fa scoppiare in una risata tra il divertito e il nervoso.

"Dovrò darmi da fare a quanto pare!" esclama caricandomi, di sorpresa, su una spalla mentre ridacchio e lancio grida acute e divertite.

Ci vuole poco prima che mi lasci cadere sul letto della stanza al pian terreno. Io continuo a sorridere guardandolo. Tutto il divertimento lascia spazio all'agitazione, io mi rendo conto di essere meno agitata di lui; è difficile crederci perfino avendolo davanti. Il fatto poi che di solito lui sia bravo a nascondere i suoi sentimenti e, tenuto conto che stavolta sta miseramente fallendo, rende il tutto di un significato tale da farmi essere sempre più sicura di quello che gli ho chiesto.

Aggancio due dita alla collana che ha al collo e lo attiro a me, appoggio le labbra sulle sue e le bacio teneramente, annullando le mie paure e dando sfogo a quella parte di vita che mi inebria i sensi e non mi fa vedere oltre a questi occhi verdi. La sua bocca sulla mia diventa via via sempre più avida, l'idea di quello che accadrà è già motivo di piacere.

Ansima il mio nome abbassandosi sulla mia mandibola e ricoprendola di baci. Baci lascivi che lasciano solo un vago segno di quello che la notte in se lascerà nella mia vita. Mi sembra di aver aspettato un tempo interminabile ma sicuramente degno. Non vorrei le mani di nessun altro a stringermi, nessun altro posto in cui essere.

Gemo sommessamente. Con le braccia gli cingo le spalle, incastro le mani tra i suoi capelli e volgo la testa di lato per lasciargli sempre più libero accesso a qualsiasi parte di me.

"Mia." bisbiglia sollevando il viso verso di me. Un sorriso dolce gli tinge le labbra. Sua nel modo più premuroso che possa essere concepito, come lui è mio: forse possiamo fare l'uno per l'altra quello che nessuno ha mai fatto per noi prima. Avere cura di ciò che siamo.

SheolWhere stories live. Discover now