Capitolo 7

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"Non posso crederci, ti ha costretto a lavorare con Styles!" Hunter sembra parecchio infastidito da questa cosa, sinceramente nemmeno io sono al settimo cielo per il fatto di dover collaborare con quella persona, ma non posso tirarmi indietro, ho bisogno del massimo dei voti e non posso certo mettermi a fare storie con una come la Judith prima ancora che il progetto sia iniziato. Ed è con questo in mente che non riesco a capire perché ad Hunter bruci così tanto il fatto che io ed Harry dovremmo fare coppia per inglese. 
"Non mi ha costretto nessuno." mento spudoratamente e senza rimorso perché non voglio passare per l'incapace che non riesce nemmeno a non farsi mettere i piedi in testa. Io ed Hunter entriamo da Arthur che ci sorride. 

"Buon pomeriggio ragazzi. Brutto tempo fuori eh?" è seduto su una poltrona di color marrone chiaro, ha la pipa in bocca e in mano un libro. Io ed Hunter mettiamo da parte gli zaini annuendo. Questo posto è davvero magnifico, ora più di prima, perché, con tutta la dovuta modestia, ho fatto un lavoro davvero eccellente. Ora i libri sono tutti ai loro posti, in ordine, spolverati. Il parquet in legno è lucido e lindo. Il bancone di Arthur è stato spolverato e riordinato, esattamente come la libreria alle sue spalle. Abbiamo ridipinto alla meno peggio alcune crepe dell'unico muro che non è coperto dalle librerie e, quando non è stato possibile ridipingere, abbiamo appeso dei quadri comprati a pochi spiccioli al mercatino dell'usato. Il tavolino da caffè di prima, al quale mancava una gamba di legno, è stato prontamente sostituito con un baule, fantastico, che Arthur custodiva nel magazzino, i fiori secchi sono stati sostituiti da un mucchio di foto che è stato proprio Arthur a scattare quando girava il mondo da giovane. Sorrido riempiendo i polmoni d'aria.

"Salve Arthur." Hunter fa un sorriso tirato mentre si siede svogliato ed arrabbiato sula sedia.

"Non ti disturberemo Arthur, come stai oggi?" gli sorrido andando a sistemare alcuni dei libri che avevo preso in prestito.

"Molto bene Sky, tu? Te la sei cavata bene con il compito d'inglese?" sorride.

"Abbastanza, spero." arrossisco al pensiero di quello che ho fatto.

Mi siedo accanto ad Hunter e lo guardo per un po'. "Smettila di tenere quel muso, se non sono io ad essere preoccupata, che motivo ne hai tu?" gli chiedo.

"Sky.." bisbiglia lanciando un'occhiata ad Arthur per assicurarsi che sia ritornato a leggere. "Devo ricordarti quello che ti ha provocato al polso l'altra volta, solo perché gli hai detto di non buttare la tua roba nel cesso?" digrigna i denti.

Assottiglio gli occhi. "Hunter, vorrei davvero tanto fare questo compito senza pensare che da un momento all'altro mi potrebbe fare del male. Ok? Sei pregato di non ripetere quello che è successo, se io ci sono passata sopra tu dovrai fare lo stesso."
Sospira abbassando lo sguardo.

La porta si apre e attraverso la libreria che si trova davanti alla vetrina, riesco ad intravedere una massa di capelli scuri e disordinati. Anche Hunter lo vede perché subito si rabbuia più di quanto non lo fosse già. Quando Harry appare davanti a noi quasi mi trattengo dal ridere per il suo cappotto nero infradiciato e per i capelli un po' più piatti sulla testa a causa della pioggia.

"Uh, ciao Harry, che bello avere un po' di gente qui in giro." sorride Arthur, davvero compiaciuto, mentre scruta il ragazzo appena entrato.

"Ciao Arthur." lo saluta Harry guardando me e Hunter. "Sfigati." ghigna nella nostra direzione dopo un breve tratto di silenzio.

"Io vado Sky, ci vediamo stasera?" chiede Hunter mentre si alza prendendo lo zaino.

Annuisco. "A stasera." sorrido facendogli un cenno con la mano mentre va via salutando Arthur ed ignorando Harry.

"Cos'è, esci con quel tipo ora?" ridacchia togliendosi il cappotto e sistemandolo vicino al camino per farlo asciugare. Mi è impossibile evitare di notare come la maglia a mezze maniche, bianca, sia così sorprendentemente sottile che lascia intravedere tutti i tatuaggi sotto di essa.

SheolDonde viven las historias. Descúbrelo ahora