Capitolo 32

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Viaggiare in moto con Harry si è rivelato, sorprendentemente, meglio di quanto non mi aspettassi. Forse per il fatto che viaggiare comporta non potersi rivolgere troppo la parola. Il flusso d'aria è troppo assordante per cercare un dialogo e ad entrambi va bene così. Ma ciò nonostante ora inizia ad essere stancante. Abbiamo dovuto affrontare altre due ore di viaggio dopo la pausa al piccolo dive in di fortuna e se la stanchezza non fosse un fattore convincente a fermarsi lo è il buio pesto che ci circonda. L'idea che Harry abbia potuto dimenticare la strada mi coglie più di una volta, agitandomi. Decido di dare voce ai miei pensieri:
"Sei sicuro di non esserti perso?" chiedo sopra la sua spalla.
Ho accuratamente evitato di mettere le mani nelle sue tasche per paura che possa rinfacciarmelo ancora; ragion per cui ho due ghiaccioli al posto delle nocche.
Sono sicura che se ne sia accorto, infatti ciò che dice non è del tutto una risposta alla mia domanda: "Cominci ad avere freddo testa di fuoco? Siamo quasi arrivati, comunque."

La notte ci inghiotte totalmente nella sua gola nera. Ma una cosa in particolare mi stupisce di me stessa: dovrei essere impaurita. E' probabile che Harry non ricordi la strada e se così fosse io e lui ci ritroveremmo sperduti chissà dove con l'unica compagnia l'uno dell'altra. E' una situazione potenzialmente spaventosa eppure tutto ciò che ho voglia di fare è spalancare le braccia, serrare gli occhi ed immaginare, per un attimo, di star volando nella notte. Certo la sensazione di euforia che provo mi aiuterebbe nell'immaginarlo. Ma non lo faccio perché credo sia l'ultima distrazione di cui Harry ha bisogno: non comprendo come gli sia possibile vedere dove stiamo andando. Le strade che abbiamo imboccato non sono assolutamente illuminate, tutto ciò che ci aiuta sono le luci della moto e quelle delle pochissime stelle in cielo. Sono strade tortuose, affiancate da case le cui sagome tozze ed abbandonate contribuiscono a creare un clima tetro.

Harry rallenta la velocità della moto fin quanto non la ferma del tutto. E' un luogo particolarmente buio e non riesco a mettere immediatamente a fuoco il posto in cui ci siamo fermati.

"Eccoci nella residenza Lankaster. Nulla di troppo pomposo." ridacchia chiaramente ironico. Davanti a noi si staglia una gigantesca magione. E' mal messa ma non fatico a credere che ci sia stato un tempo in cui non mancasse di splendore. "E' abbastanza sicura da permetterci di usarla come rifugio per una notte." mi spiega Harry mentre sistema i caschi delle moto e tira fuori i nostri bagagli. "E poi- continua affiancandomi- è qui che si trova ciò che dobbiamo recuperare per conto di Arthur."

"Non pensi che a questo punto io possa sapere di cosa si tratti? Insomma, non ha molto senso tenermelo nascosto visto che ho fatto probabilmente centinaia di chilometri assieme a te per giungere fin qui." spiego "E, perdonami, ma come credi che questo luogo possa essere sicuro come rifugio? Sembra che un alito di vento possa farla cedere da un momento all'altro." indico la casa aguzzando gli occhi per il buio. Mai come ora ho desiderato che Sean e la sua capacità fossero qui con noi.

"Arthur ha un debole per i posti tetri, non so se te ne sei resa conto." ridacchia precedendomi verso il portico della casa.

"E' buio pesto. Come faremo ad aprire la porta?" domando seguendolo con cautela "O, per quel che ne concerne, trovarla." ridacchio tesa. Ma è proprio in quell'istante che un crak assordante mi fa intuire che Harry la porta l'ha appena aperta.
"Continuo a domandarmi come ho fatto a non notare i tuoi modi delicati prima." sussurro ironicamente tra me e me. Lascia che io entri per prima e trova un modo per chiudere la porta alle nostre spalle.

Forse mi perdo a guardarmi troppo attorno, perché quando ritorno verso la porta non trovo più Harry e per un attimo il mio cuore salta un battito. Dove si è cacciato?
"Harry?- chiedo- Dove sei?" bisbiglio come se al posto suo potesse rispondermi qualcos'altro dal buio. "Oh Mio Dio!" Esclamo portandomi una mano sul petto quando una lunga lingua di fuoco attraversa quello che deve essere il salotto fino a giungere al camino di pietra. Immediatamente i vecchi tronchi di legno prendono fuoco illuminando e riscaldando l'ambiente. Harry è in piedi a qualche metro dalla fonte di luce. Serra le mani con un espressione di dolore.

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