Capitolo 80

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POV di Harry. 
La musica assordante mi esplode nelle orecchie con prepotenza. Sbatto gli occhi un paio di volte nel tentativo di chiarire la vista, ma fallisco, quindi ci passo le mani. Una sigaretta brucia tra le mie dita ed è un paradossale rimando a cosa sento nella testa in questo momento: un calore che brucia ogni mia capacità di pensiero. Non c'è nulla di tutto questo che sembri giusto. Sono qui seduto anche se è l'ultimo posto al mondo in cui vorrei trovarmi. Ma a dire il vero non sono sicuro che possa esserci un posto in cui possa sentirmi a mio agio in questo momento. C'è qualcosa che la rende terribilmente lontana da me e ciò che è peggio è che mi sento un completo inetto. Ho meno potere di quanto non credessi se a creare un muro tra di noi basta la parola di qualcuno che di noi non sa nulla. 

Lancio uno sguardo attorno alla stanza in cui mi trovo: questa è la gente della Douglas High, la stessa che ha messo in giro le voci sul suo conto, la stessa che ha sempre messo voci sul mio di conto. Sky è qui da troppo poco, non ha capito, e non avrà mai il tempo di capire, che è necessario lasciar perdere quello che le persone sussurrano. Non si può passare la vita a cercare giustificazioni per le accuse infondate di gente annoiata dalla propria. 

Porto la sigaretta alle labbra e cerco un accendino per poterla riaccendere. Gli occhi mi cadono su Jayden, a pochi metri da me: a sedergli in grembo è una ragazza del terzo anno, completamente persa per lui e per le stronzate che probabilmente le sta rifilando. Pare divertirsi, tutti paiono farlo. Sullivan incrocia il mio sguardo e un cipiglio rovina subito la sua facciata divertita. Non voglio rovinargli la festa: ci ha preso un certo gusto ad organizzarle e non posso negare che gli venga abbastanza bene. Non ho nemmeno il tempo di riaccendere la sigaretta, si alza e mi fa cenno di seguirlo fuori. Accetto l'invito più che volentieri, ne ho abbastanza di quest'aria satura di sudore e alcol. L'aria aperta è un balsamo sulla pelle accaldata. 

"Hai da accendere?" mi chiede infilando una sigaretta tra le labbra. I suoi occhi sono fissi su di me. Gli passo l'accendino. "Cos'è quel muso lungo?" domanda mentre mi passa la bottiglia di Gin che ha in mano. 

"Il mondo è un po' sfocato." sussurro in risposta. Prendo un sorso di Gin. La mia non è una bugia: il mio sguardo è leggermente offuscato, e così la mia mente. "Sto provando a divertirmi, comunque. E' davvero una bella festa Jay." gli sorrido, anche se so che non ha bisogno del mio incoraggiamento. 

"Ci sono almeno una trentina di ragazze, là dentro- indica la porta dalla quale siamo appena usciti -che non ci penserebbe due volte a passare questa serata con te. Scommetto che qualcuna di loro è davvero simpatica e carina, eppure quando ti ho visto su quel divano mi sei sembrato un dannato carcerato." vorrei dirgli che mi sento proprio così "So che sono il migliore ad organizzare feste, Harry, ma non sei tenuto a venirci se non sei in vena. Nemmeno per trenta ragazze. Non se l'unica con cui vuoi stare non c'è." questo mi porta a sollevare lo sguardo su di lui. 

Mi strappa un sorriso, scuoto leggermente la testa prima di prendere un altro sorso di Gin: "Nemmeno se l'unica con cui voglio stare non vuole stare con me?" domando in un bisbiglio distogliendo lo sguardo e perdendo ogni sorta di divertimento. Spengo il mozzicone di sigaretta ed osservo il cielo scuro e nuvoloso. "Non preoccuparti per me Jay. Torna dentro a goderti la festa." gli batto una mano sulla spalla.

"Ti lascio il Gin." mi conforta mentre ritorna all'interno. Non appena la porta viene aperta la musica assordante mi colpisce nuovamente. E' un frangete di secondo. Un frangente durante il quale vedo ragazzi e ragazze ballare, luci ad intermittenza corrompere la poca lucidità scampata alle droghe leggere e all'alcol, urla ed acclamazioni, qualche occhiata. Questo è tutto ciò che conosco da quando ho l'età per poter sgattaiolare fuori di notte. Dovrei sentirmi a casa, è questo il mio habitat. So bere fino ad essere ubriaco, ma non ubriaco in modo umiliante o molesto, so riconoscere gli sguardi delle persone, quelli delle ragazze sopratutto, so muovermi tra i corridoi pieni di persone, svegliarmi al mattino e porre rimedio alla sbronza, so reggere fino ad essere uno degli ultimi ad andare. Eppure nulla di tutto questo basta: l'assopimento momentaneo non mi basta.

SheolМесто, где живут истории. Откройте их для себя