Capitolo 59

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I tavoli sono sparsi in modo da lasciare un cerchio al centro della sala, illuminata da luci soffuse, per la pista da ballo. E' pieno di coppie che danzano. Non conosco nemmeno la metà di queste persone: del mio tavolo solo Peter, Ofelia ed Harry. Mi sono resa conto però che, alla fine dei conti, la ragione per cui tutti quanti ci troviamo qui è per parlare d'affari, ed è esattamente quello che stanno facendo tutti quanti. Io vorrei potermene intendere almeno un poco per poter comprendere quello che stanno dicendo, per non restarmene qui ferma a contemplare gli abiti delle signore o lo smoking dei signori. E pensare ed Harry, ovviamente. 

Volto lo sguardo su di lui: il completo lo veste divinamente, come se il personale carisma non dovesse bastargli ad attrarre su di sé l'attenzione di tutti. So che ha avuto delle buone ragioni per aver invitato qui i miei nonni, e non fatico a credere che l'abbia fatto anche per me. Ma il fatto che questo sia più un bonus che la ragione principale non mi fa certo fare i salti di gioia. E non riesco nemmeno a placare la rabbia che mi ribolle dentro all'idea che mi ritenga così incapace da non saper distinguere una gentilezza da un tornaconto personale. Devo stargli lanciando un'occhiata feroce, almeno questo è quello che mi suggerisce il sorriso imbarazzato di nonna Ofelia. Distolgo in fretta lo sguardo afferrando il mio bicchiere e bevendo un sorso. 

"Harry, ragazzo, vuoi favorire?" nonno Peter gli porge uno dei sigari contenuti nella custodia argentata. Harry sorride e ne prende uno facendoselo accendere. E' così maledettamente preso dal ammagliare mio nonno ed il patrimonio che da lui dipende che, per un attimo, mi domando se non stia osservando quello che fa continuamente con me. Forse è una cosa di noi Adkins essere totalmente in balia del fascino di questo ragazzo. Scuoto leggermente la testa finendo d'un sorso il mio calice, quindi mi alzo non senza attirare l'attenzione del tavolo. 

Ricordo a me stessa che sono una persona a modo, e che non sono qui per dare spettacolo: "Permesso." sussurro con un sorriso mentre mi alzo. Afferro con prepotenza la borsetta e, senza più uno sguardo a nessuno, esco dalla sala.

Raggiunto i bagni femminili e come se stessi respirando solo ora mi appoggio al lavandino, osservo la mia immagine allo specchio che mi trovo dinanzi. Lancio uno sguardo alla borsa nella quale sono custodite le fialette di Ginger, ma resisto alla tentazione di berne. Il ricordo di quello che è accaduto l'ultima volta è ancora vivido nella mia mente e poi questa sarebbe una mossa da incosciente. Non lascerò che Harry condizioni le mie mosse per tutta la vita. 

Riempio i polmoni d'aria desiderando che tutto questo sia già finito. La musica giunge debole fin qui, le signore entrano ed escono avvolte nei loro magnifici pizzi, nelle loro sete e nelle piume leggerissime. Non mi sembrano nemmeno reali: qui c'è troppa bellezza, e non sono abituata che alla distruzione da quando ho messo piede nella Douglas Hight School. Perché mi infastidisce tanto? Perché mi da fastidio che all'improvviso ad Harry importi di piacere a qualcuno che non sia io? Avermi portata qui doveva essere la più grande dimostrazione del mondo eppure non ha fatto che deludermi. E mi delude che tutto ciò che voglia in questo momento siano i soldi ed il potere. Serro gli occhi cercando di controllare quell'istinto furibondo che mi comanda di rompere qualcosa per la frustrazione. 

Quando la porta si apre nuovamente a fare capolino nel bagno è nonna Ofelia. Mi sorride: è chiaro che mi stesse cercando. 

"Eccoti! E' chiaro che non ti stai proprio godendo la serata." ridacchia affiancandomi. Comprende che stare qui a chiedere conto delle mie azioni così apertamente potrebbe risultare scomodo, quindi si lava nervosamente le mani.
"Che cos'è che succede? Quel posto senza nome ti ha cambiata." mi lancia un'occhiata dallo specchio. Il viso è raggiante, i capelli bianchi raccolti in uno chignon basso e ordinato, l'abito rosso che risalta la sua pelle curata, i bracciali a tintinnare ogni volta che muove le mani.
"Cosa c'è? Sei troppo grande per potermi parlare dei tuoi problemi ora?" sorride. 

SheolWhere stories live. Discover now