Capitolo 36

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Cammino a testa bassa cercando di passare il più inosservata possibile. Non che la cosa mi riesca male; sono grata al fatto che le persone si siano abituate sempre di più alla mia presenza e che di conseguenza non siano indiscreti come all'inizio nei miei confronti. Tutto ciò che desidero da questa giornata è che passi in fretta e in modo indolore.

Non c'è molto viavai nei corridoi oggi, forse perché di lunedì praticamente nessuno arriva in orario, o perché a nessuno piace frequentare questa scuola. Avrei potuto permettermi il lusso di restare a casa a mia volta ma oggi è il giorno della scadenza: è oggi che devo presentare la mia ricerca alla Judith, che, ho scoperto solo oggi, farà le veci del direttore.

Cerco un angolo in cui io possa ripassare la mia esposizione. Non ho portato il materiale che avevo raccolto per conto di Harry: non meritava nessuno sforzo da parte mia, e dopo la bruttissima lite avuta nella libreria di Arthur ancor meno.

"Ehi, Sky!" affretto il passo, non voglio parlare con nessuno, voglio solo ripassare la mia ricerca e, forse, da vera codarda, evitare Hunter "Sky!" mi ferma e mi attira a sé in un abbraccio colmo di dolcezza. Non me lo merito. Lui non merita che io mi comporti con lui nel modo in cui faccio. Mi sento così completamente al sicuro e così voluta dal modo in cui lui serra le braccia attorno a me che non posso fare a meno di sentire gli occhi accaldarsi. Forse per il suo modo ci comportarsi così premuroso, ma sopratutto per i miei sensi di colpa.

Cerco di ricacciare indietro le lacrime, non c'è ragione di rovinare questo momento. Devo parlargli di quello che è successo con Harry e mettere le cose in chiaro; devo dirgli che non può avere da me la sincerità che merita, ma non in questo modo. Ma, nonostante i buoni propositi, si accorge del mio stato d'animo: "Ma che succede?" subito il suo sorriso si trasforma in un cipiglio confuso. Si accorge dei miei occhi stanchi, non solo per il poco sonno ma per tutto quello che ho passato nelle ultime ore.

"Mio Dio.." sussurra poi prendendomi il volto tra le mani con gentilezza. Si guarda attorno velocemente prima di afferrarmi la mano con gentilezza. Scansa le persone che si trovano sul nostro cammino fin quando non giungiamo ad un corridoio isolato: è quello che porta alle palestre e nessuno lo frequenta molto.

"Mi dispiace." sussurro non appena ci fermiamo. Mi appoggio al muro dietro di me e guardo Hunter con sincero pentimento. "Mi dispiace per davvero." ripeto passandomi una mano sul viso. "Sono un completo casino."

"Puoi dirmi, per favore, cosa sta succedendo? Dove sei stata? Perché non ti sei fatta sentire per un'intera settimana? Cosa ti ha ridotta così?" le sue domande sono poste con degli intervalli, forse perché lui stesso ha bisogno di capire ciò che vuole sapere. Ma è terribilmente confuso, già presuppone che io non sarò chiara con lui, lo so. Mi accarezza il volto con gentilezza, per farmi capire che è dalla mia parte comunque.

"Mi sto perdendo Hunter." rispondo cercando di controllare il tono di voce, visto che non riesco a controllare molto le mie lacrime. "E' tutto così fuori controllo mi sembra che tutto stia sfuggendo di mano. Sono una persona orribile." concludo, e costringo me stessa a guardarlo dritto negli occhi, perché so quello che ho fatto con Harry e so che Hunter non se lo merita.

"Ma che stai dicendo? Ehi- si avvicina di più- nulla può essere così grave! E non dire fesserie del genere. So bene chi sei e di certo non sei orribile, altrimenti non mi disturberei a passare così tanto tempo con te."

"Ho baciato Harry." lo dico velocemente, ma con chiarezza. Non può non avermi sentito. Il suo volto perde un po' di colore. Non so cosa stia pensando il suo cervello ora, forse quello di cui io sono convinta. Non indietreggia, non inizia a parlare spinto dalla rabbia che può star provando: mi guarda. I suoi occhi sono fissi sul mio volto. Forse aspetta che io dica dell'altro, che cerchi di giustificarmi magari, ma non avrebbe senso: per una ragione o per l'altra io ed Harry ci siamo baciati, e questa è tutta la verità che lo riguarda.

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