Capitolo 27

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Harry cammina davanti a me senza dire una parola. I suoi passi equivalgono a due dei miei, ecco spiegato l'affanno nella respirazione.

"Potresti rallentare la tua- la tua corsa?" domando ormai a corto di fiato. Sistemo meglio lo zaino in spalla e sposto i capelli dietro le orecchie. Non da segno di volermi rivolgere la parola e nemmeno di volermi accontentare nella mia richiesta.
"Harry!" tento di richiamare la sua attenzione, ma continua a non considerarmi. Potrei mentire e dire che non mi dispiace affatto per questo suo atteggiamento, ma non sarebbe vero al cento percento. Io desidero che Harry mi consideri come faceva quando studiavamo per la ricerca della Judith: senza impegnarsi per dimostrarsi meglio o più forte di me. Senza contare che questo suo atteggiamento non mi sembra vada a favore del fatto che sia lui che Arthur mi vogliano nella loro squadra.

Le parole di Arthur sono scolpite nella mi mente. Mi sembra di ripercorrerle tutte ogni tre minuti, eppure di sapere comunque molto poco. Ho capito quello che ha detto e le sue spiegazioni non facevano una piega, ma non so ancora quanto sono disposta a credere alla sua versione dei fatti. Ha qualcosa di incredibile. Certo è che nemmeno quello che io ho fatto a Jillian può essere spiegasti senza sforare i limiti di quella che è la mente umana.

"Non ce la faccio più a starti dietro." sbuffo fermandomi suoi miei passi.
"Continua pure a correre ma se il tuo proposito è quello di portarmi al tuo quartiere generale allora dovrai adattare il tuo passo!"

Si ferma ad un paio di passi di distanza da me. Quando si volta a guardarmi i suoi occhi hanno la stessa espressione dura di sempre e la sua bocca un taglio allungato e severo. Ma non dice nulla.

"Non capisco- sussurro corrugando gli occhi per osservarlo meglio- sei tu quello che desidera avermi nella propria squadra. Che poi io ti stia antipatica è un altro discorso, ma se dovessimo parlare di capacità.." mi stringo nelle spalle "Eppure non stai facendo un ottimo lavoro per farmi impazzire all'idea di diventare una Charlie's Angel." il mio commento lo irrita e la cosa mi dovete.

"Non ho nulla da dirti." risponde "Sei stata molto chiara in ciò che vuoi o non vuoi da me. Che tu entri a fare parte di questo gruppo o meno il mio atteggiamento nei tuoi confronti non cambierà. Ho intenzione di accontentarti in quello che chiedi."

"Accontentarmi! Addirittura! Ma questa è una notizia fantastica considerato che fino a questa mattina mi stai importunando in cucina e poi, arrivata a scuola, ti trovo a giocare alle Guglielmo Tell con Hunter." riprendo a camminare sorpassandolo, anche se non ho la men che minima idea di dove io mi stia dirigendo. Sta facendo buio.

"Questa mattina eri tu nel posto sbagliato, non io. E per quanto riguarda l'Acchiappa Palle posso fare quello che voglio. Mi diverte vederti così appassionata a difenderlo. Credevo che l'umiliazione ledesse alla libido!" scoppia a ridere con cattiveria.

"Davvero?" domando con finta sorpresa "È davvero strano considerato che una delle persone con cui vai a letto, e mi riferisco a Lucilla, non è proprio l'emblema della dignità. Ma questo non è affare mio. Se è al mio rapporto con Hunter che ti riferisci - sospiro - ti sbagli se credi di fargli perdere punti trattandolo come fai. Il fatto che ti lasci impazzire nei tuoi modi da cavernicolo senza risponderti è quello che più mi piace di lui." mi stringo nelle spalle "Ma forse il tuo piano e minare la sua persona fino a quando non deciderà di lasciarmi per salvarsi la pelle." ridacchio.

"Ti credi troppo importante." sussurra lui tra i denti, a pochi metri di distanza.

Continuiamo a camminare in silenzio. Nessuno di noi due ha intenzione di interagire con l'altra a quanto pare. C'è stato un periodo in cui essergli vicina mi avrebbe provocato farfalle nello stomaco, battito cardiaco accelerato e difficoltà a non assumere un colorito rosso, ma ora tutto quello che voglio e stargli accanto il meno possibile. Non riesco a redimerlo da quello che ha fatto questa mattina ad Hunter.

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