Capitolo 22

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Finisco di mangiare il prima possibile. Non che io abbia molta fame comunque. L'idea di dover incontrare tutta la banda di Harry, nel loro territorio, mi mette in soggezione. Non è un classico, poi, non riuscire a mangiare prima di un evento importante? Decido di vestirmi, in modo da essere già pronta quando Ginger sarà qui. Roger ha cercato di mettere un po' di pace nel mio animo tormentato, ma assieme abbiamo concluso che la loro potrebbe essere solo una scusa per attirarmi nella loro tana e fare di me una vittima sacrificale della loro combriccola. Ciò nonostante non riesco a non provare una specie di eccitazione all'idea di avere qualcosa di diverso da fare e, sopratutto, all'idea di avere delle risposte. Su cosa è Sheol e su come controllare quella parte di me che con Jillian prima e con Harry poi ha preso il sopravvento.

"Non avevo capito che avessi così tanta fretta di finire perché dovessi uscire." parla Millicent, ancora a tavola.

"Devo vedermi con delle persone." le spiego frettolosa, mettendomi le scarpe.

"Continui a sorprendermi: non pensavo fossi un animale notturno." sorride, ma i suoi occhi sono severi e, tra le righe, posso intravedere Millicent prima del promesso appuntamento con Harry. "Non ti preoccupa il fatto di fare tardi? E poi domani c'è scuola." continua.

Non riesco a trattenere uno sbuffo: "E quando mai ti è importato così tanto di fare tardi o della scuola?" rido. Le lancio un'occhiata: "E' evidente che la cosa ti scoccia." sospiro.

"Beh, a dire il vero si. Non è molto difficile intuire con chi uscirai. E sinceramente non capisco come tu possa desiderare la loro compagnia dopo il modo in cui ci hanno trattati sabato sera." si stringe nelle spalle.

"Infatti non vado a berci un caffè. Gwen e Ginger desiderano parlarmi, tutto qui. Non so di cosa ma non mi sembra un crimine sentire cosa hanno da dire. Non sto tradendo la nostra causa."

"No, certo che no." sussurra, per niente convinta. Decido che non devo scusarmi con nessuno per le decisioni che prendo. Non con Millicent poi. Controllo di avere tutto in borsa poi metto il cappotto."Ho visto te e Roger confabulare oggi, all'uscita da scuola. Di che parlavate." di Harry, vorrei dirle. Ma tengo la bocca chiusa.

"Del fatto che Gwen mi avesse chiesto di uscire con loro." e non è del tutto una bugia.

Finalmente Ginger bussa alla porta. "Beh, è ora che io vada. Ci vediamo domani!" la saluto.

Corro fuori senza attendere troppe cerimonie da parte di Millicent.

Ginger mi sta attendendo a pochi passi dalla porta d'ingresso: "Ciao!" la saluto.

"Ehi! Sei pronta?" domanda. Annuisco, incamminandomi assieme a lei: "La tua presenza questa sera ha creato un po' di scompiglio, ti avviso." ride.

"Cosa?" spalanco gli occhi. "Se c'è qualcuno col diritto di essere teso sono io. Voi siete tanti, io sono una." la correggo.

"Scompiglio nel senso buono della cosa, ovviamente. Ma siamo tutti molto felici di essere arrivati ad un punto d'incontro, letteralmente."

"Ah si?" domando con circospezione. Lei mi lancia uno sguardo fugace: "Forse ad Harry servirà un po' più tempo per abituarsi al fatto che tutti ti vogliamo nel nostro gruppo. Sono sicura che anche lui ti vuole, ma.." si blocca, mi guarda "E' difficile da dire."

"Non lo metto in dubbio." sussurro "Non faccio fatica a credere che sia seccato dalla mia presenza. Non siamo grandi amici io e lui." noto con una punta di sarcasmo. E mentre dico queste parole la mia mente vola a sabato sera, ed alla magia delle ore passate insieme senza grida e senza brutte parole, poi a come il mio corpo anelava verso il suo e viceversa. Chissà cosa sarebbe accaduto se non fosse intervenuto Roger. Gli ho spergiurato che non avrei mai baciato Harry, ma questo col senno di poi.

SheolWo Geschichten leben. Entdecke jetzt