Capitolo 30

24.9K 1.4K 204
                                    

Non aspetto nemmeno che la porta sia del tutto chiusa alle mie spalle per incamminarmi il più in fretta possibile verso l'uscita. Non resterò qui un minuto in più. Sospesi! Con quale coerenza mette alla gogna me ed Harry e tutto ciò che gli altri devono fare è pulire? Questa scuola si sta rivelando diversa da ciò che gli altri mi hanno sempre raccontato. Se sono così rigidi per una guerra di cibo come mai sta cadendo a pezzi? La disciplina non mi sembra il punto forte quando si tratta degli altri.

"Dannazione!" esclamo procedendo per il corridoio vuoto.Do una spinta alla porta che cigola aprendosi e lasciando che un vento gelido mi colpisca le braccia lasciate scoperte ed il viso.

"Skylar.." ridacchia una voce roca alle mie spalle.

"Sta zitto Harry!" mi volto di scatto verso di lui. Fermando la mia trionfale avanzata verso i cancelli della scuola.

"Allora.." sogghigna passandosi la maglietta sul viso per togliere l'eccesso di torta; il gesto rivela tutto il ventre tatuato e scolpito, distolgo gli occhi per non risultare affascinata o indelicata.
"Una settimana lontano da questo posto, dovrei ringraziarti." il volto è pulito, quindi infila le mani nelle tasche dei jeans neri.

Riduco gli occhi a due fessure, sono talmente adirata da non sentire nemmeno il freddo pungente che mi avvolge.
"Ti piace prenderti gioco di me, questa non è una novità." sussurro. "Hai la men che minima idea di quello che diranno i miei quando lo verranno a sapere?" gli urlo contro per nessuna ragione. Sono stata io a lanciare quella maledetta polpetta, sono stata io ad iniziare. E vorrei dire di essere pentita, ma, sotto sotto, avergli dato quella torta in faccia mi ha ripagato di ogni effetto collaterale. 

"Avresti dovuto pensarci prima." fa scroccare la lingua contro il palato con aria soddisfatta.

"Avresti potuto mostrare più maturità della sottoscritta e lasciar perdere la maledetta polpetta. Il fatto che non te ne freghi nulla della tua istruzione Harry, non significa che per me sia lo stesso!" sbuffo totalmente cosciente della mia parte di responsabilità. Cerco di ripulirmi dal cibo che mi è rimasto addosso. 

"E perdermi la possibilità di colpirti con del cibo? Mai al mondo!" scoppia a ridere. "Ad ogni modo- riprende- quando sarai venuta a patti col fatto di essere espulsa gradirei che sentissi la mia proposta." fa qualche passo qua e là calpestando la neve: si diverte parecchio a trasformare in lastre di ghiaccio ogni suo passo.

"Non mi sorprende affatto che tu abbia una proposta." sbuffo "Ad ogni modo, mi ci vorrà del tempo prima di riuscire a sentire qualsiasi cosa tu voglia dire. Il fatto di essere stata sospesa significa che i miei mi getteranno in un posto più malandato di questo." la mia voce inizia a tremare per via del freddo.

"Non esistono posti peggiori di questo." specifica cupo alzando appena appena il volto verso di me. "E non vedo perché i tuoi debbano sapere che sei stata sospesa. Non mi racconti frottole, lo so che è puramente un fatto personale: non sei abituata a sgarrare, e ora ti senti soffocare all'idea di aver fatto qualcosa di sbagliato. Piccolo angioletto dalla fedina penale compromessa." sorride in modo perverso.

Faccio rotolare gli occhio al cielo ed incrocio le braccia al petto: "Che cosa hai fatto alla Judith?" gli chiedo poi.

"Mi sono semplicemente comportato da adulto: le ho parlato con franchezza." sorride facendo spallucce. "Vieni con me da Arthur, dobbiamo fare una cosa."

"No che non ci vengo con te da Arthur." sbuffo una risata irritata. "Ti eviterò come la peste dopo questo guaio." lo sorpasso assicurandomi di colpirgli la spalla con quanta più forza mi è possibile.

"Dove vai adesso?" ha addosso ancora quel sorriso sfottente che mi da ai nervi.

"A mettermi una giacca così non morirò di ipotermia." rispondo piccata.

SheolWhere stories live. Discover now