Capitolo 71

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Mentirei dicendo che tornare qui non ricrea in me un senso di familiarità. Sfrecciare con la moto tra queste palazzine fatiscenti e per queste strade buie rappresenta una personale vittoria: non sono riusciti a strapparmi dalla mia scelta, per la prima volta in vita mia ho opposto resistenza con fervore. Ed il mio premio, oltre ad essere tornata, è il ragazzo che stringo in vita, sulla cui schiena adagio il viso. So che non è passato molto tempo ma sembra un'eternità, cosa che credo inevitabile quando si tiene a qualcosa o qualcuno. Non vedo l'ora di tornare allo Sheol, di rivedere i ragazzi, di poter rivedere l'appartamento che condivido con Gwen e Ginger e dire a me stessa che questa è la scelta giusta perché è l'unica che mi rende davvero felice. 

"Credo di non aver mai apprezzato tanto questo posto." rivelo ad Harry mentre scendiamo dalla moto. 

"Perché non ci hai vissuto abbastanza.." ridacchia lui scuotendo i capelli. "Sei troppo sentimentale." mi da una spinta giocosa mentre avanziamo verso casa. Io lo guardo alzando gli occhi al cielo, ma perfino questo suo modo di fare è qualcosa che non mi dispiace. E' tutto esattamente come deve essere. 

"Cosa credi che penserà la Judith di tutto questo?" gli chiedo mentre apre la porta. 

"Perché, tanto per iniziare, dovrebbe permettersi di dire qualcosa?" domanda lui in uno sbuffo che è una risata. "Se è intelligente come credo metterò la coda tra le gambe e farà finta di nulla. Questi non sono affari suoi." suppongo abbia ragione, anche se in realtà una parte di me crede di averla delusa moltissimo, e per motivi a me totalmente estranei, la cosa mi imbarazza. Il suo modo di atteggiarsi, aver fatto comunella con il consiglio classe e con il preside, aver preso una decisione per me senza nemmeno interpellarmi è certamente imperdonabile, ma in fin dei conti credo che lei fosse l'unica a desiderare il meglio per me. "Parlare di scuola è l'ultimo dei miei desideri, così com'è l'ultimo dei miei desideri farvi ritorno." butta le chiavi da parte "Abbiamo cose molto più importanti a cui pensare e a dirla tutta a Doulgas sembra più una distrazione." 

Ridacchio senza poter negare l'evidenza: "Dovremmo anche tradurre la mappa." gli ricordo mettendomi seduta sul divano "Ma abbiamo già un piccolo piano d'azione." sorrido. "Sai quando torneranno gli altri?" siede accanto a me. 

"No, e non me ne frega un emerito cazzo." sorride in modo adorabile rispetto a quello che ha appena detto, le fossette si formano, come consuetudine, e mi guarda, appoggiando la testa sulle mie gambe. "Non te ne vai più, giusto?" chiede in tono serio ma non pensante.

"Al momento ho più ragioni per restare che per andarmene." lo rassicuro mentre accarezzo i suoi capelli. Una vacuità inquietante avvolge i suoi occhi mentre distoglie lo sguardo. "Ehi, sono qui. Non me ne vado." gli assicuro cercando di riportarlo da me e di distoglierlo da qualsiasi pensiero infelice. 

"Credi che sia una buona idea, il piano che abbiamo ideato?" mi chiede rimettendosi a sedere. "Potremmo metterci nei guai. Una cosa è agire dove nessuno ci conosce, dove è più facile nascondere le nostre identità, un altro-"

"Staremo attenti. Lo sai che va fatto. Non possiamo lasciare che la gente continui a fare finta di nulla. E' importante che sopratutto qui si sappia cosa sta accadendo: lo sai che Snyder cerca di radunare adepti dai luoghi più malfamati e trasandati del paese.." gli ricordo con un brivido che mi percorre la schiena "Sai bene che qui troverebbe tanta carne per il fuoco." annuisce con fare poco convinto. "Questo è il nostro territorio Harry." gli ricordo "Non il suo. Cercherà di mettere piede qui prima o poi, lo sai. Malik ti conosce, ci conosce, è solo questione di tempo prima che cerchino di allungare i loro tentacoli fin qui. Dobbiamo assicurarci di proteggere questa gente e di proteggere lo Sheol." 

"Hai ragione." sussurra poi "Come sempre." 

Scoppio a ridere schiaffeggiandolo con fare divertito mentre mi alzo "Sei proprio un leccapiedi.. Cerchi di rabbonirmi ora?" si ricompone sul divano. "Ti è piaciuto il mio regalo?" domando avvicinandomi alla cucina.

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