"Dov'è Adkins?" domando. La sua reazione è totalmente inaspettata: si raggela sul posto, come se gli avessi gettato addosso un secchio di acqua ghiacciata. Beve dal proprio bicchiere, il volto prosciugato di ogni colore. "Quindi?" continuo sollevando un sopracciglio.

"Cosa?" sorride evasivo. Si guarda attorno alla ricerca di qualcosa che possa schiodarlo da questo divano, che possa schiodarlo dalle mie domande scomode. Non capisco perché gli è così difficile rispondere.

"Mi prendi in giro?" borbotto, sempre meno voglioso di scherzare "Dov'è Skylar?" ripropongo. 

"Ehm- si gratta la nuca -sono un poco ubriaco ora. Potrei vomitare. Ne parliamo domani?" ridacchia facendo per alzarsi dal divano. Sa che non basteranno un paio di bugie dette male a liquidarmi. "Non credo sia il luogo, né il momento.." cerca di spiegarmi, sempre più nervoso, sempre meno ubriaco. 

Riduco gli occhi a due fessure, realizzando che è un fatto strano non averla nemmeno incrociata per tre giorni di fila, visto che viviamo letteralmente a cinque metri di distanza l'uno dall'altra, e considerato che abbiamo lo stesso gruppo di amici. Mi sistemo meglio sul divano, lo guardo dritto negli occhi per un altro po', fin quando non scovo della viscida compassione negli occhi di Sean. Perché provare della pena nei miei confronti? D'istinto mi alzo dal divano dirigendomi in fretta verso l'uscita. 

"Harry! Harry!" Sean cerca di fermarmi ma fa fatica perfino a starmi dietro: "Harry, dannazione!" sono già fuori, pronto a raggiungere la moto, intanto infilo la giacca. "Dove stai andando?" domanda esasperato. 

"Da lei." rispondo con voce ovvia mentre mi volto per guardarlo, fermo a pochissimi metri da me, il fiato corto, si tiene una mano sul cuore.. credevo fosse più in forma.

"Devo parlarti." conviene, vivendola come una vera e propria sconfitta. Sembra anche abbastanza scocciato dal fatto di non potersi godere la serata. Io non gli sto certo chiedendo di stare qui fuori assieme a me, ed il fatto che lo stia facendo comunque mi preoccupa. 

"Torna dentro. Parleremo domani. Devo assolutamente vederla e dirle in faccia quanto è vigliacca a non farsi vedere per giorni." ribatto sicuro afferrando il casco. 

"Harry.." Sean scuote la testa confusa, porta una mano alla fronte e mette da parte il bicchiere. Continuo a guardarlo, non lo capisco. Non credo di averlo mai visto così ubriaco. 

"Devo anche dirle un paio di paroline carine. Non capisco proprio cosa si aspetti dal sottoscritto."

"Harry.."

"E poi, che genere di maturità è quella che le fa nascondere la testa sotto la sabbia per giorni dopo qualsiasi litigio ci sia tra di noi?" domando al vuoto.

"Harry.."

"Che c'è?!" urlo quando ormai sto per salire sulla moto.

"Non la troverai a casa." sussurra abbassando gli occhi ed arrossendo leggermente. Corrugo la fronte scuotendo leggermente la testa. 

"E dove dovrei trovarla se no?" domando spalancano le braccia a dimostrazione della mia confusione. "Lei è sempre a casa." 

"Non questa volta." ripete con più sicurezza, facendo qualche passo verso di me.

"Allo Sheol, allora." ma la mia esce più come una domanda che come un'affermazione sicura. Una mezza idea di quello che sta succedendo inizia a farsi largo all'interno della mia mente, ma la scaccio immediatamente. Mi incammino verso di lui con fare minaccioso. Serro i pugni lungo i fianchi per evitare che afferrino o colpiscano qualcuno o qualcosa. Sean scuote la testa, incrementando la mia voglia di picchiarlo.

"Che stai dicendo?" ringhio tra i denti. "Sean!" urlo spingendolo per le spalle. Le persone nel cortile cominciano ad accalcarsi assistere a quello che accade.

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