"Non lo è." si gratta la nuca mentre osserva, al mio stesso modo, lo stereo appoggiato per terra "E posso arrischiarmi a dire che è per le tue stesse ragioni." lascia andare lo zaino per terra.

"Non credo proprio!" scoppio a ridere, buttando lo zaino da parte a mia volta. Scruto con attenzione lo stereo: è vecchio ma sembra ancora funzionante a giudicare dalla pila di CD stipati lì accanto.

"Hai mai desiderato ardentemente qualcosa che non riesci ad avere?" mi chiede lui armeggiando con qualcosa all'interno del proprio zaino. Scoppio in una risata isterica quando mi pone la domanda: conosco questa sensazione fin troppo bene.

"Direi di sì." sussurro osservando gli specchi alla parte e la mia immagine su di essi.

"Il cibo non ha sapore ed i giorni sono tutti uguali." arresto i miei passi "Non riesci a non capire perché qualcosa che ai tuoi occhi potrebbe funzionare meravigliosamente non accada. Non capisci quello che desideri e il mondo attorno a te si mescola tutto in un unico colore grigio scuro." mi volto verso di lui, ma mi da le spalle "Cerchi di convincerti ad andare avanti- inserisce un disco all'interno dello stereo- ma la vita è ferma." lo guardo con occhi sull'orlo del pianto perché so che è di me che sta parlando mentre descrive ciò che io provo per un altro. Scuoto leggermente la testa: non voglio ferirlo, se sa già tutto questo perché portarmi qui?

"Lo so." sussurra poi stringendosi nelle spalle dopo aver fatto partire una dolce musica di archi e pianoforte. "Ti sei persa." ed è a queste parole che sento le lacrime scendere lungo le guance, fino al collo. Annuisco ed a passi lenti mi avvicino a lui. "L'ho notato." mi sorride allungando una mano ed accarezzandomi il viso. "Ho una cosa che potrebbe farti stare meglio. Chiudi gli occhi." eseguo l'ordine ed attendo.

Vorrei dirgli che essere qui con lui e sentirlo parlare in questo modo è già una sorpresa più che sufficiente. Ma ho paura che se aprissi bocca scoppierei in singhiozzi incontrollati. E dirgli ciò per cosa? Per illuderlo ulteriormente? La mia coscienza è già abbastanza compromessa così.

Lo sento armeggiare con qualcosa e non capisco cosa stia facendo, ma la cosa mi diverte e l'emozione cresce. Non riesco a stare ferma sui miei passi quindi prendo a camminare avanti ed indietro.

"Sei pronta?" mi domanda. Annuisco impaziente: "Apri gli occhi."
Lentamente li disserro, solo per trovarlo davanti a me con in mano un paio di scarpette da ballo. Lo stupore è tale che mi pietrifico osservandole.
"Hunter.." bisbiglio senza riuscire a rigare nulla che possa esprimere la mia gioia meglio.

"Mi è giunta voce che sei una deliziosa ballerina di danza classica." mi sorride. Annullo la distanza tra di noi lanciandogli le braccia al collo ed abbracciandolo forte.
"Ti va di ballare?" domanda poi sui miei capelli. "Guai a te se rispondi di no: progetto questo momento da quando mi hai confessato di aver ballato classica."

"E giri con un paio di scarpe da ballo nello zaino da mesi?" ridacchio afferrando le scarpette e stringendole al petto. Mi affretto a metterle. Avere indossato i leggings è stata una buona idea questa mattina. "Lo sai?" gli chiedo mentre le sistemo ai piedi "È stata mia nonna Ofelia ad iscrivermi a danza. Appena ho imparato a camminare." sorrido ripensandola.

"È un bene che tu abbia dei ricordi così felci della danza. Questa è un'altra delle tantissime cose che abbiamo in comune, io e te." sollevo lo sguardo su di lui "Mia madre ballava danza classica." mi spiega.

Lo stupido sorriso che avevo sul volto svanisce lentamente: "Erano di tua madre?" domando conoscendo già la risposta. Lui annuisce, incrociando le braccia al petto. "Oh.. Hunter." scuoto lentamente la testa non riuscendo nemmeno a credere a quanto questo ragazzo si stia esponendo a me.

"Non conosco una persona più adatta di te ad indossarle." sorride e mi porge la mano per farmi alzare da terra.

La musica del pianoforte confina ad andare. Ha organizzato tutto: le scarpe, l'ora buca di entrambi, la musica, la palestra vuota. "Nessuno si è mai disturbato tanto per me." gli confesso.

SheolWhere stories live. Discover now