Lo seguo lontano dalla Libreria di Arthur, prende delle stradine che ci riportano nei pressi della scuola e poi del garage di Millicent. Non accenna a fermarsi in nessuno di questi luoghi però: spero solo che non sia una lunga camminata. Fa buio e quello che mi preoccupa più del girare da sola è girare con Harry.
"Da questa parte." mormora poi, svoltando in modo drastico in un vicolo che non avrei mai visto se lui non mi avesse indicato. È lungo, sembra non terminare più, eppure la fine arriva, e quando arriva è un campo di neve.  Si erge leggermente su una dolce collina. Non posso fare a meno di immaginarmela in estate: un magnifico campo di grano con punte di color rosso qui e lì grazie ai papaveri. Una brezza leggera a scuotere le spighe cotte dal sole.

Ma adesso il panorama è tutt'altro, lo spazio che dovrebbe essere ricoperto di spighe è solo una lastra di ghiaccio sopra la quale si poggia tanta, tantissima, neve. Harry avanza nello spiazzo con sicurezza e io seguo le sue orme per non ritrovarmi bloccata in mezzo alla neve.

Mentre risale la piccola collina la neve gli arriva fino al ginocchio, il fatto che sia lui ad aprire il varco però evita a me di bagnarmi. Sto per sentirmi in colpa quando ripenso al fatto che lui adora il freddo. Tocco la superficie bianca con le dita e subito i polpastrelli diventano di un colore roseo più acceso. Sollevo lo sguardo per osservare il cielo che è limpido e ancora non del tutto nero. Mentre faccio tutto ciò non posso mancare si sentire i passi di Harry calpestare la neve, comprarla ai suoi piedi come se stesse camminando sull'amido. Davanti al mio naso si formano nuvolette di vapore acqueo, devo avere le gote rosse rosse e tutto questo mi fa sentire una bambina. Sorrido immaginando di esserlo davvero e di star vivendo un'avventura.

Di tanto in tanto mi tornano in mente le parole di Arthur: quell'esplosione e quello Snyder possono aver messo fine a una cittadina un tempo bella e fiorente, ma sembra che il boato distruttivo qui non sia mai giunto. Siamo sulla cima della collina e solo allora noto che quando avremo sceso l'altro versante ci attenderà una barriera di alberi alti e fitti. Sembra stiano facendo la guardia a qualcosa e la mia curiosità aumenta a dismisura quando Harry prosegue verso quella parte.

"Hai freddo?" chiede senza guardarmi.

"Sto bene." rispondo, ma i denti mi battono a dismisura e le mani ed i piedi sono totalmente intorpiditi. Nonostante faccia freddo in genere sembra che in questa zona le temperature siano sempre di parecchio sotto lo zero. La cosa non sembra disturbare Harry, che continua camminare indisturbato.

Discendere la collina non è nemmeno lontanante piacevole di quanto lo è stato salirla. Il cielo è più scuro e gli alberi alti all'orizzonte rendono tutto molto più macabro.
"Ora dovrai stare dietro di me e seguirmi con molta attenzione, altrimenti rischierai di perderti." mi avvisa la voce di Harry.

Si addentra nella fitta striscia di alberi, e io lo seguo; i nostri piedi calpestano rami, scricchiolano contro sassolini e piccoli frammenti di ghiaccio. Ma non è così terribile come immaginavo: ci mettiamo pochissimo ad oltrepassare la zona boscosa ed in un attimo, davanti a me, si apre un incanto.

Harry si ferma, come per lasciarmi il tempo di ammirare la bellezza di questo posto. Io devo avere probabilmente la bocca spalancata perché mai nella mia vita ho mai visto una cosa così meravigliosa e bella, mi sento come immersa in un libro di favole.

Mentre ci lasciamo alle spalle una striscia di bosco, davanti a noi si distende quello che è un lago, un lago interamente ghiacciato: una lastra così spessa che penso ci si possa pattinare sopra senza paura che si spezzi. È circondato da alberi, come quelli dietro di noi, ma dietro ad essi si ergono vere e proprie montagne, non una collinetta, come quella che ci ha permesso di arrivare qui.

Ma la cosa che più sorprende è il molo di legno che comincia a pochi metri da dove siamo noi, cammina sul lago per una decina di metri e poi finisce in una piattaforma, anch'essa di legno, sulla quale si erge, maestosa nonostante la sua modesta dimensione, quella che da qui non sembra altro se non una vecchia baracca. È interamente costruita in legno, con un comignolo di mattonelle che emette delicato fumo bianco. Le tende alle finestre sono tirate e le luci spente, ma ha comunque un'aria accogliente. Ma mi convinco che sia per via delle luci provenienti da sotto la lastra di ghiaccio.

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