47. 𝑁𝑜𝑛 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑎𝑖

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I giorni scorrevano lenti e inesorabili: più si aspetta una cosa, più il tempo sembra fermarsi, anche se la cosa in questione non è nulla di buono.

Era il giorno del matrimonio del Governatore Leefmoore. La tenuta era stata decorata e adornata, tutto era stato tirato a lucido; il salone era stato decorato per ospitare la cerimonia nuziale, intima, mentre la sala da ballo era stata abbellita da candele, fiori, nastri e chi più ne ha più ne metta per il ricevimento degli ospiti.

Kristen aveva trascorso i giorni precedenti cercando di sfuggire al turbine prematrimoniale delle sue nozze, che invece si sarebbero tenute qualche giorno dopo quelle di suo padre, ma era stata obbligata dal Governante e dalle circostanze. Aveva dovuto anche "intrattenere" la sventurata Miss Farther, la sua futura "matrigna", tutti i pomeriggi. Sembrava un'innocente e giovane fanciulla, una di quelle che pensa che i bambini nascano per caso e che la pioggia sia in realtà il pianto degli angeli, ma quella sua innocenza sarebbe presto stata spezzata da un uomo rude e violento. La cosa più amara è che lei aveva solo ventuno anni, e Lord Leefmoore sarebbe probabilmente vissuto abbastanza a lungo da renderla una vecchia con nessuna speranza di risposarsi, poiché ormai già nei suoi quarant'anni.

Kristen osservò la sua immagine riflessa allo specchio: indossava un abito dal lungo corpetto ricamato di colore rosa chiaro, così come la gonna, molto pronunciata, e le maniche a campana. Il corsetto le stringeva come non mai, ma d'altronde quella era "l'ultima moda" a detta della Governante. I suoi capelli tra il riccio e il mosso erano stati domati da un'acconciatura molto vistosa, da cui fuoriuscivano ciocche arricciate artificialmente da bigodini durante la notte (era stata una tortura addormentata con quegli affari sulla testa che pungevano e tiravano intere ciocche di capelli) .

Toccò la collana che indossava: erano diamanti e il ciondolo era quasi ovale; nascosto aveva la sua catenina con la rosa dei venti sotto quell'enorme gingillo. Sistemò la spilla tra i suoi capelli e si sentì come una bambola di porcellana pronta ad esplodere. Ripensò a Davy Jones, alle parole di Tia Dalma, al Kraken, all'incontro di Jack con Sputafuoco, alla Pietra del Destino e le sembrò di non aver vissuto nulla di tutto ciò, bensì di averlo letto in un libro alquanto fantastico ideato da uno scrittore, o chissà, magari una scrittrice, dalla grande fantasia ma dalla grande incapacità di parlare del mondo reale.

Ma non era finzione, era la realtà. E anche di Jack si ricordava bene, anzi, tutti i giorni la terrificante prova del fatto che lui non fosse un sogno le gravava sulle spalle, una terrificante prova che più che tale era solo un indizio, ma presto sarebbe diventata prova. Tuttavia, questo Kristen non lo sapeva ancora. Trattene un conato di vomito che aumentò a causa della pressione causata dal corsetto e inspirò ed espirò per trattenere la fitta all'addome. Osservò il riflesso dei suoi occhi con decisione: "Ce la puoi fare".

Scese al piano di sotto facendo attenzione a non ruzzolare per le scale e vide suo fratello Alexander che cercava di sistemarsi gli infiniti bottoni della giacca. "Ares!" - disse avvicinandosi. "Sorella" - rispose lui a denti stretti - "Non mi sono mai piaciuti questi abiti". "Eppure li indossi da tutta la vita". "Non penso di avere molta scelta". "Hai ragione, è come se io uscissi con i pantaloni". "Già, ti brucerebbero al rogo probabilmente". Kristen non aveva ancora avuto l'opportunità di parlargli, quindi colse l'occasione.

"Ares, non è che potresti fare qualcosa... insomma... per il mio matrimonio?". "Qualcosa vieni?". "Qualcosa come annullarlo facendo decapitare Lord Andersen e riducendo il suo corpo in brandelli da dare in pasto alle scrofe". Kristen fece un sorrisetto sadico e Alexander scoppiò a ridere: "Un po' eccessivo direi". "Forse sì, o forse no". "Mi spiace, ma non sono ancora il Governatore, sono solo l'erede non ho questo potere". "Ma tu influenzi la mente di nostro padre! Riuscirai a convincerlo molto facilmente!". "Credi che non ci abbia provato? Gli interessa quest'alleanza, ti darebbe in sposa a chiunque fosse l'erede di quei territori, dall'uomo migliore del mondo al peggiore". "Questo l'avevo capito...". "Mi dispiace tanto, Kristie, io.

𝑷𝒐𝒊𝒏𝒕𝒊𝒏𝒈 𝑬𝒂𝒔𝒕//𝑱𝒂𝒄𝒌 𝑺𝒑𝒂𝒓𝒓𝒐𝒘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora