41. 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑡𝑖𝑡𝑎

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"Devo parlarti" - ripetè il capitano per la terza volta, mentre la donna sosteneva uno sguardo assassino. "Ho degli impegni" - lo liquidò in breve. "Ci metterò poco". Kristen lo fulminò. "Credi davvero di potermi usare per l'ennesima volta, poi sparire e ricomparire a tuo piacimento per 'parlare'?!".

"Me ne sono andato perché se mi avessero trovato nel tuo letto mi avrebbero reso impotente, comprendi?". "Non inventare scuse, solo le domestiche entrano in camera mia, e non senza bussare!". In effetti quella mattina non era stato proprio così, visto che oltre a presentarsi la nuova Governante, meglio conosciuta come Colei-che-deve-tenere-d'occhio-Kristen, la domestica, ovvero Violet, aveva deciso che bussare non era più una sua priorità, a patto che lo fosse mai stata!

"Sarebbero rimaste sconvolte dalla mia bellezza". "Finiscila, muoviti a parlare prima che ti sbatta testa e muro". Jack sollevò gli indici di entrambre le mani e iniziò a parlare, muovendo teatralmente tutto il corpo e cambiando il tono della voce, come suo solito: "Ho un piano per fuggire".

"E sarebbe?" - domandò Kristen. "Quand'è che ti sposi?". "Tra un mese... Perché? Vuoi l'invito?". "No, il mio piano dovrà aspettare un dannato mese. Non c'è modo di anticipare?". "Vedrò quello che posso fare". "E io verro qui a chiederti cos'hai fatto, comprendi?". Kristen scrollò le spalle infastidita e se ne tornò dentro alla camera, seguita a ruota da Jack.

"Dove pensi di andare?" - chiese infastidita. "Mi accomodo nel tuo letto" - disse lui sfacciatamente e stendendosi su di esso. "Adesso basta, tu ti alzi e te ne vai". "Mi stai cacciando gioia?". "Precisamente" - fece una pausa, poi riprese a parlare - "Capitano, voi potrete usare le mie domestiche come sgualdrine, ma non me. Io non sono la Kristen di nessun uomo, ma solo la mia".

"Tu non sei la mia sgualdrina, infatti". "E cosa sono allora?". Jack aprì bocca per parlare nel solito modo teatrale, e cioè alzando gli indici e facendo uno sguardo sciocco, ma dopo un centesimo di secondo si rese conto di non sapere esattamente che cosa rispondere a quel quesito, dunque abbassò le mani e si limitò a dire: "Effettivamente, in fondo in fondo, potresti esserlo, o forse no".

Kristen avvampò dalla rabbia, mentre il suo cuore pulsava dieci volte il quantitativo normale di sangue per la delusione. Aveva avuto conferma di ciò che già pensava, e cioè di essere un banale sfogo per lui, al massimo un'amante tra le tante. "VATTENE"- urlò digrignando i denti e tirandogli qualsiasi cosa potesse afferrare contro. Jack corse via quando un coltellino gli sfiorò pericolosamente il volto, rifugiandosi prima sul balconcino e poi scendendo in giardino, mentre dei cuscini lanciati da Kristen volavano giù, dritti sulla testa della Governante, che sorseggiava il thè non perdendo mai quella sua aria nervosa e crudele.

"SIGNORINA" - disse la Signora Wright, innervosendosi pericolosamente. Kristen si rifugiò nella sala da bagno, chiudendo la porta e sedendosi sul pavimento, rannicchiata.
Qualcuno iniziò a bussare vigorosamente.
"ANDATE VIA" - ordinò la giovane a gran voce.
"Signorina, sono Violet, è ora di prepararsi".
Kristen dovette raccogliere il poco contegno che le rimaneva per uscire dalla stanza e sedersi su una poltrona verde.

"Se proprio devo, andrò". Detto questo, si vestì, cercando di farlo da sola, ma impossibilitata dall'insistenza della giovane Violet e delle altre cameriere giunte in seguito.

Kristen indossò, com'era consueto, un lungo e accolatto abito nero, decorato da ricami quasi invisibili se ci si trovava nella penombra di una chiesa, invece che al Sole, accompagnato da un velo nero che copriva l'acconciatura semplice e ordinata.

Quando scese di sotto, la Governante attendeva sulla soglia. Sembrava particolarmente nervosa e aveva indossato una specie di fazzoletto sulla testa di colore nero. "La carrozza ci attende".
Detto questo si fece strada da sola, e Kristen la seguì senza proferire parola, ma scrutandola con lo stesso sguardo perfido che la Signora Wright le riservava di solito. Era una sorta di sfida aperta tra le due, ma la giovane era astuta e forte, anche se forse non lo sapeva ancora.

La ragazza salì in carrozza, aiutata dal cocchiere e si appoggiò al comodo divanetto rosso. Aprì le tende rosse e pesanti, arricchite da ricami dorati, in modo da poter osservare l'affascinante oceano all'orizzonte, ma non appena la Governante salì, sedendosi di fronte a lei, chiuse con vigore tutte le tende, facendo precipitare la carrozza nell'oscurità, ma non totale, solo parziale.

"Miss Leefmoore, come già vi avevo anticipato, vi confesserete e poi vi presenterò ad una compagnia più dilettevole delle vostre solite" - la donna concluse arricciando il naso e storcendo le labbra, quasi a sottolineare il suo disgusto.

La carrozza era sballottata di qua e di là a causa della strada di campagna rovinata probabilmente da un recente acquazzone.
Quando giunsero a destinazione, il cocchiere apri la porta dorata della vettura, permettendo alle due donne di scendere e di ritrovarsi di fronte ad un alto edificio di colore scuro.

Era probabilmente una cattedrale romanica, con una semplice facciata a saliente e un grosso rosone decorato. Ma ciò che catturava davvero l'attenzione, erano le bellissime aiuole all'ingresso, piene di fiori colorati e, a tratti, di alberi da frutto.
Le due donne fecero il loro ingresso, trovandosi di fronte a tre lunghissime navate, piene di sedute di legno e altre più eleganti, abbellite e rese più comode da cuscini pregiati, probabilmente riservate all'aristocrazia. Infondo, l'altare e l'abside capeggiavano su tutta la struttura. Kristen sollevò lo sguardo, osservando l'alta cupola e soffermandosi a "gustare" la luce fioca delle candele.

"Venite con me signorina" - esordì la Signora Wright, facendole strada verso il confessionale. Si trattava di un alto parallelepipedo con due porte decorate e delle tende blu con dei ricami e degli abbellimenti dorati.
Kristen vi entrò, sedendosi sulla comoda seduta costituita da un cuscino anch'esso blu. Di fronte, attraverso la grata, poteva osservare il volto dell'anziano sacerdote, che la scrutava a sua volta.

La confessione iniziò e Kristen omise in un primo momento i peccati più gravi che aveva commesso: lussuria, omicidio e altro. Tuttavia, le rimaneva ancora un po' di fede, dunque decise di ammetterli.

"...E confesso di essere colpevole di lussuria, con un pirata per la precisione, ma confesso anche di non esserne per niente pentita, se non per le conseguenze che le mie decisioni hanno avuto sui miei sentimenti". "Come osi, figliola, confessare un peccato di cui non ti penti e rivelarlo così apertamente?". "Padre, non sarebbe un peccato ancora più grande se io mentissi sul fatto di esserne amaramente pentita quando non lo sono? Non è meglio che io sia sincera?". "Quel lurido pirata, chiunque egli sia, è un servo del demonio, e finirà all'Inferno insieme a tutti i suoi seguaci! E se non te ne pentirai anche tu ci sarai spedita da Nostro Signore!".
"Beh, quantomeno all'Inferno potrò giacere quanto voglio con il "mio" lurido pirata". Sembrava che il prete stesse per avere un infarto: evidentemente non gli era mai capitato che qualcuno si comportasse così in sede di confessione.

Kristen si ricordò del suo proposito di comportarsi bene per ottenere la fiducia di suo padre ed essere, dunque, facilitata nella fuga. Quindi decise di 'farsi perdonare'. "Vi chiedo perdono, Padre, i miei peccati mi controllano...".

Dopo che la lunga confessione ebbe fine, la giovane donna uscì dal confessionale, ritrovandosi di fronte alla Governante, che la fissava sia innervosita che, in qualche modo, soddisfatta.

"Molto bene Miss Leefmoore, recitate pure le vostre preghiere, dopodiché conoscerete delle donne di Dio. A mio avviso, loro vi aiuteranno a imboccare nuovamente la retta via".
Kristen non capì per quale motivo la Signora Wright volesse presentarle delle suore. Alzò lo sguardo verso l'altare, dove le donne erano inginocchiate a pregare. Il suo sguardo si soffermò sulla Madre Superiora, il cui velo differiva leggermente da quello delle altre, e su una giovanissima e curiosa monaca che spesso si distraeva a guardare nella sua direzione...

𝐒𝐚𝐥𝐯𝐞 𝐏𝐢𝐫𝐚𝐭𝐢!

𝐑𝐢𝐞𝐜𝐜𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝟑𝟑𝐤 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞!

𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 è 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨, 𝐦𝐚 𝐜𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐞, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐩𝐨𝐜𝐨, 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 (𝐜𝐡𝐢𝐬𝐬à 𝐬𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐨𝐢, 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝐩𝐢ù 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐩𝐢𝐜𝐚𝐜𝐢, 𝐡𝐚 𝐠𝐢à 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚...).

𝐖𝐢𝐭𝐡 𝐋𝐨𝐯𝐞 (𝐚𝐧𝐝 𝐑𝐮𝐦),

𝐌𝐫𝐬. 𝐃 ✨

𝑷𝒐𝒊𝒏𝒕𝒊𝒏𝒈 𝑬𝒂𝒔𝒕//𝑱𝒂𝒄𝒌 𝑺𝒑𝒂𝒓𝒓𝒐𝒘Where stories live. Discover now