19. 𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑟𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒

713 37 44
                                    

"Elizabeth!". "Si Will?". "Ho trovato qualcosa". La ragazza si avvicinò a suo marito, che stringeva tra le dita sottili qualcosa di piccolo e scintillante.

"Una collana?" - domandò Elizabeth. "E' la collana di Kristen; la porta sempre al petto. Non penso le sarebbe caduta se non le fosse successo qualcosa, sta molto attenta, l'ho notato".

"E sentiamo, come avresti fatto a notare che la porta sempre al petto?". "Io...COSA?! Che significa Elizabeth, ma guardandola ovviamente!".

"Quanto attentamente e per quanto tempo le hai scrutato i seni per ricordare che la porta proprio SEMPRE?!". "Elizabeth, ti stai comportando come una bambina, lascia che te lo dica!".

"Io una bambina?! IO?! Ovviamente se fissi quei tuoi occhietti su un'altra donna è colpa mia!". "Sai che non la guardo in quel senso!". "Non mi stupirebbe se ricordassi anche qual è il colore della sua sottoveste!!!".

Elizabeth segnò il terreno bagnato e morbido a grandi passi, dirigendosi verso il centro dell'isola senza aspettare Will. "Cara! Cara torna indietro, aspettami per lo meno!". Il ragazzo strinse la collana nella mano e la infilò nella casacca, correndo poi dietro a sua moglie.

Nel frattempo, proprio al centro dell'Isola dei Pelegostos, il capitano della Perla Nera era seduto sul trono precedentemente occupato dal capo della tribù. Era stato truccato e aveva quattro paia di occhi disegnati sul volto. Al collo portava delle strane collane di legno e di ossa.

Il suo atteggiamento era quello di qualcuno che non sa cosa fare ma tenta di tutto pur di salvarsi la pelle. Jack aveva le labbra serrate e stava pensando al momento in cui sarebbe tornato sulla Perla Nera.

Gli indigeni fremevano e gironzolavano di qua e di là, impedendogli di muoversi e, stranamente, obbedendogli e servendogli cibo e bevande delle più strane che il capitano avesse mai visto.

Egli comprendeva la loro complessa e ambigua lingua, ed era capace anche di parlarla. Tuttavia, era stranito dal comportamento di quegli uomini e preferiva conversare il meno possibile.

In contemporanea, Kristen e gli altri pirati erano ancora rinchiusi nella prigione sferica sospesa nel vuoto. La corda si stava strappando sempre di più e la tensione cresceva spaventosamente. La giovane donna era in preda al panico e all'ansia. Sarebbe morta lì, cadendo per decine e forse centinaia di metri, schiantandosi e perdendo la vita sul colpo. O magari il buon Dio, che perdona sempre i peccatori, avrebbe aiutato lei e tutta la ciurma a trovare una soluzione per sopravvivere a quella trappola mortale.

Forse fu un colpo di genio, una lampadina che si accese, ma Kristen credette di aver trovato una soluzione surreale, come d'altronde era quella situazione.

"Gibbs!" - disse con una voce piena d'ansia e paura. "Si?" - rispose lui, altrettanto scosso. "Dobbiamo spingere in avanti!". "Che cosa?!". "Dobbiamo spingere in avanti! Dobbiamo dondolarci e aggrapparci alla parete della rupe!".

"Tu sei matta!". "Lo so! Ma se non ci proviamo, precipiteremo nel vuoto! E se il mio piano dovesse fallire avremo comunque la stessa sorte! Tentar non nuoce, giusto?".

Mastro Gibbs annuì e Kristen gridò, per quanto fiato avesse ancora in gola: "Spingete verso destra, dondoliamoci. Voi dell'altra gabbia, fate lo stesso!". 

"Che cosa?! Vuoi farci cadere?!" - domandò il pirata biondo che aveva precedentemente provocato la giovane. "Voglio salvarci la vita idiota! Adesso aiutaci se non vuoi spiaccicarti al suolo!".

Egli tacque e acconsentì. La ciurma cominciò a dondolare, sfruttando la potenza delle gambe, delle braccia e dell'intero corpo. Arrivaronò a sfiorare la parete e poi vi si aggrapparono con tutta la forza che avevano.

𝑷𝒐𝒊𝒏𝒕𝒊𝒏𝒈 𝑬𝒂𝒔𝒕//𝑱𝒂𝒄𝒌 𝑺𝒑𝒂𝒓𝒓𝒐𝒘Where stories live. Discover now