52. Betrayal

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Quando qualcosa sembra troppo bella per essere vera, allora è troppo bella per essere vera

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Quando qualcosa sembra troppo bella per essere vera, allora è troppo bella per essere vera.

Ero giunta a quella conclusione dopo ore ed ore trascorse semplicemente osservando il soffitto della mia stanza in casa Tomlinson, rielaborando gli eventi degli ultimi mesi e ripensando a tutto ciò che avevo sempre dato per scontato nella mia vita.

Quella frase era un mantra che sembrava ormai potermi perforare le meningi. Il mio stesso cervello mi torturava, perché sapeva che finalmente stavo riassaggiando la vita vera e voleva assicurarsi che non riuscissi a godermela.

Il suono lieve e costante del respiro di Harry faceva da sottofondo ai miei pensieri mentre il tepore delle coperte avvolgeva il mio corpo nudo ancora stretto al suo. La notte era ormai giunta al termine, ed insieme al sole al di là della finestra erano sorti anche tutti i miei dubbi e le mie preoccupazioni.

Quando qualcosa sembra troppo bella per essere vera, allora è troppo bella per essere vera.

Era diventato difficile godermi la felicità da quando la paura che essa stessa potesse sfuggirmi aveva preso il sopravvento. L'idea di costruire da capo qualcosa mi terrorizzava: ero così abituata a veder crollare qualsiasi cosa di fronte ai miei occhi che quasi desideravo essere io stessa a demolire tutto prima ancora di posizionare il primo mattone.

La voce di Harry, ancor più profonda e vibrante a causa del sonno, interruppe il flusso incontrollabile dei miei pensieri. «A che pensi?» soffiò con apprensione, osservandomi con occhi socchiusi e assonnati dal cuscino accanto al mio.

Sospirai profondamente, tenendo lo sguardo fisso di fronte a me. «A quanto sia diventato complicato» replicai sincera.

«Di che parli?» si corrucciò.

«Essere felici senza aver paura che tutto finisca»

Harry allungò una mano verso il mio volto e mi carezzò dolcemente uno zigomo con la punta delle dita. «Capisco quello che intendi» mormorò con voce placida, spingendomi il mento verso di lui affinché lo guardassi negli occhi. «Però dovresti provare a lasciarti andare, a goderti il momento» mi circondò i fianchi con un braccio e mi attirò a sé, per poi infilare la testa tra i miei capelli e avvicinare le labbra al mio orecchio. «Guarda quanto é bello essere qui, ora, senza pensare alle conseguenze e a tutto quello che ci aspetta dopo»

Il suo profumo dolce e inconfondibile mi inebriò i sensi quando inspirai ed espirai profondamente, quasi come per provare a soffiar fuori ogni traccia di angoscia. «E se stessimo facendo la cosa sbagliata?»

«Dimmi: come ti sei sentita stanotte, quando ti sei lasciata andare insieme a me?» sospirò tra i miei capelli con voce graffiante.

Strinsi le labbra in una linea mentre riflettevo sulla sua domanda. «Come se il tempo si fosse fermato e non esistesse nient'altro» le parole fuoriuscirono spontaneamente, senza neppure aver bisogno di ragionare a lungo. «Come se non ci fossero più né il passato né il futuro» aggiunsi, mentre con un gesto automatico incastravo le mie dita tra le sue.

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