06. Everything I Have

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Droga. Ciò che avevo trovato in quella valigetta era della droga.
E l'unica cosa che riuscivo a fare, seduta sul sedile del passeggero della stessa auto che mi seguiva da giorni, era torturarmi l'orlo della gonna con le unghie e chiedermi perché non fossi già fuggita via al posto di restare in auto con quello che nella più probabile delle ipotesi era uno spacciatore.

Avevo richiuso la valigetta come se potesse esplodere da un momento all'altro, riponendola nel portabagagli come mi aveva chiesto senza proferire una singola parola.

Luke era ancora dolorante sui sedili posteriori, e quella era l'unica cosa per cui valesse la pena preoccuparsi, in quel momento.

Raggiungemmo l'ospedale dopo dei minuti che mi parvero infiniti, mentre io continuavo a fare domande a Luke per cercare di capire quanto grave fosse il suo infortunio. Harry parcheggiò l'auto, per poi uscire velocemente e aiutare Luke a raggiungere l'ingresso del Pronto Soccorso.

Li seguii mentre lo portava nella hall per parlare con la donna che si trovava all'accettazione. Spiegai velocemente l'accaduto, alzando probabilmente fin troppo la voce per l'agitazione.

Alcuni minuti dopo un'infermiera portò via Luke con una sedia a rotelle, lasciando me ed Harry nel corridoio ad attendere che ci dessero notizie.

Il tempo sembrò scorrere al rallentatore mentre continuavo a fare avanti e indietro nel corridoio senza riuscire a sedermi, come invece aveva fatto Harry. L'ansia mi stava divorando, l'immagine del ginocchio di Luke continuava a ripresentarsi davanti ai miei occhi e io non avevo la minima idea di quali avrebbero potuto essere le conseguenze. Per di più, ero sola con quello che nella più semplice delle ipotesi era uno spacciatore, e la cosa non era del tutto rassicurante.

Alcuni minuti dopo un uomo con un camice bianco comparve dall'angolo del corridoio.

«Dottore! Ci sono novità?» quasi urlai, fiondandomi verso di lui a tutta velocità.

«Non molte. Serve una radiografia per controllare la gravità dei danni. Ha avuto una parziale lussazione del ginocchio» spiegò con fare professionale.

«Quindi??» chiesi confusa spalancando gli occhi agitata.

Harry mi raggiunse, fermandosi di fianco a me per ascoltare ciò che diceva il medico.

«L'osso è stato riportato al suo posto, ma dobbiamo attendere qualche ora per i risultati della radiografia»

«Qualche ora?!?» alzai la voce, incapace di controllarmi nel mio stato di panico, «Io non aspetterò neanche altri cinque minuti. Avete capito?!» urlai, sbattendo violentemente i piedi sul pavimento.

«Evie» mi richiamò Harry mettendomi una mano sulla schiena.

«Giuro che io-»

«Evie, andiamo» sospirò, tirandomi leggermente un braccio per farmi smettere di aggredire il medico.

«Io non me ne vado da qui fin quando questi incompetenti non fanno uscire mio fratello da qui dentro» sibilai, voltandomi verso di lui mentre incrociavo le braccia al petto.

Lo vidi sospirare pesantemente, poi mi afferrò di nuovo il braccio. «Vieni» sbuffò tirandomi verso di sé.

Mi voltai di nuovo verso il dottore per minacciarlo ancora, ma era ormai andato via.

Le mie narici si allargarono mentre inspiravo una grande quantità d'aria per provare a calmarmi.

«Andiamo, ti porto a casa» mormorò Harry iniziando a dirigersi verso l'uscita.

«Assolutamente no! Io resto qui» scossi la testa convinta.

«Non ti lascio sola qui» asserì voltandosi di nuovo a guardarmi.

SPOTLIGHTWhere stories live. Discover now