29. Blood

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L'auto frenò così bruscamente che per poco non finii con la testa contro il sedile anteriore

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L'auto frenò così bruscamente che per poco non finii con la testa contro il sedile anteriore. Vidi Zayn ruotare con uno scatto il volante per fare inversione nel bel mezzo della corsia, non curandosi minimamente di aver tagliato la strada ad almeno una decina di automobili.

Le parole che aveva appena pronunciato risuonavano ancora all'interno del piccolo abitacolo. Stavamo tornando indietro per soccorrere qualcuno che era rimasto ferito, ma Zayn non aveva ancora accennato a chi fosse il ferito, e la mia ansia non faceva che crescere esponenzialmente per ogni istante di silenzio che passava.

«Cos'è successo?» gli domandai con il fiato sospeso e il cuore in gola.

Il corvino non rispose, continuando a tenere lo sguardo puntato verso la strada e le dita avvolte vigorosamente attorno al volante.

«Zayn?» quasi urlai, esasperata dal suo fastidioso silenzio, «Chi era al telefono?!»

La sua mascella restò serrata, mentre schiacciava l'acceleratore senza nessun contegno e sorpassava l'ennesima automobile a tutta velocità.

Strinsi le mani in due pugni per provare a mantenere la calma. «Porca puttana, puoi rispondermi?!» fallii miseramente, lasciando che l'agitazione prendesse il sopravvento.

«Era tuo fratello» rispose secco, senza neanche voltarsi nella mia direzione.

«Sta bene?»

«Lui sì»

Una parte di me fu enormemente sollevata dalla sua risposta. Avevo realmente temuto che Luke potesse rischiare la vita restando lì, in un ambiente a lui del tutto nuovo, senza neanche sapere come utilizzare una pistola o come combattere per proteggersi. Era stato un incosciente a venire lì soltanto per me, come gli era passata per la testa un'idea del genere? Aveva ricominciato a camminare senza l'aiuto delle stampelle soltanto da poche settimane, aveva forse intenzione di farsi di nuovo del male? Dovevo assolutamente parlagli e cercare di farlo ragionare: non poteva mettere a repentaglio la sua vita in quel modo soltanto per salvare la mia.

Mentre da un lato ero stata estremamente felice di sapere che Luke stesse bene, dall'altro, sentivo che l'ansia non avrebbe abbandonato completamente il mio corpo fin quando non fossi stata certa che anche un'altra persona stesse bene, una di cui mi importava molto più di quanto avrei voluto ammettere. «Ed Harry? Come sta?!» domandai irrequieta, lasciando che le mie unghie affondassero nel palmo della mia mano fino a lesionarlo leggermente.

Potevo già iniziare a riconoscere alcuni elementi della strada che avevamo attraversato poco prima: non eravamo troppo lontani dall'edificio abbandonato in cui ero stata rinchiusa e torturata dagli uomini di Hyena.

Zayn si voltò di scatto verso di me per lanciarmi una lunga occhiataccia, «Sta bene. Sa fare il suo lavoro... a volte» proferì freddo prima di girarsi nuovamente verso la strada.

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