46. No Lies

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ᴇᴠɪᴇ'ꜱ ᴘᴏᴠ

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ᴇᴠɪᴇ' ᴘᴏᴠ

In fin dei conti, rubare il portafoglio di Harry non era stato così difficile: mi era bastato prendere un sorso di Tequila dal bicchiere di Madison per assicurarmi di emanare l'odore giusto, pronunciare qualsiasi frase mi passasse per la testa e biascicare tutte le parole che dicevo per riuscire a farlo cedere e distrarlo. Tra le altre cose, tuttavia, non era stato semplice allo stesso modo restare concentrata sull'obiettivo e non lasciarmi trasportare dal vellutato tocco di Harry o dal suo penetrante profumo. Dopo un po' di tempo avevo iniziato a credere io stessa alle mie affermazioni, desiderando di baciare di nuovo le sue labbra e di lasciarmi stringere dalle sue braccia. Ma non era il momento di perdermi tra quei pensieri: dovevo scoprire se quello che mi aveva svelato Thomas fosse vero. Harry mi aveva davvero mentito sulla sua età?

«Evie!» la sua voce risuonò in lontananza dietro di me mentre sfrecciavo rapida lungo le scale di villa Tomlinson. Mi voltai solo per un istante, osservandolo mentre cercava di rimettersi la camicia e scendeva velocemente i gradini uno dopo l'altro. Dovevo fare più in fretta o sarebbe riuscito a raggiungermi in pochi secondi.

Mi guardai intorno all'interno del salone gremito di persone in cerca di una via d'uscita. Finalmente riuscii a scorgere una porta leggermente nascosta e mi ci fiondai senza aspettare un istante di più. Speravo solo che non mi avesse vista uscire.

Ero sul retro della villa, tutto ciò che mi circondava erano le automobili parcheggiate degli invitati alla festa. Sembrava un ottimo posto per nascondermi e leggere finalmente le informazioni scritte sui documenti di Harry. Mi poggiai con la schiena alla parete dietro di me e cercai di riprendere fiato dopo la corsa appena fatta. Mi rigirai l'oggetto in pelle nera tra le mani e lo aprii per poter estrarre la carta d'identità, ma proprio in quel momento venni interrotta dalla sua voce profonda.

«Evie» pronunciò il mio nome con tono autoritario, avvicinandosi a me con poche rapide falcate. Deglutii un groppo di saliva nella mia gola, imprecando mentalmente contro me stessa per non aver scelto un nascondiglio migliore.

«Che cosa vuoi?» sibilai dura, mascherando tutta la mia esitazione con un'aria superiore e indifferente.

Fece scorrere lo sguardo lungo tutta la mia figura con espressione incredula, soffermandosi sull'oggetto che ancora stavo stringendo tra le dita.
«Davvero? Mi hai rubato il portafoglio?» sollevò un sopracciglio con sguardo sorpreso.

«Cos'è? Hai qualcosa da nascondere?» alzai il mento nella sua direzione con fare superiore. Lo vidi sospirare in difficoltà, ma ripresi la parola prima che potesse darmi una risposta. «Ma certo, che domande... Tu hai sempre qualcosa da nascondere» gli rivolsi un sorriso amaro e malinconico.

«Avanti, ridammelo» stese una mano verso di me in attesa che vi ponessi sopra il portafoglio, ma ovviamente non accennai a restituirglielo.

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