43. Provocative

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But there's a side to youThat I never knew, never knewAll the things you'd sayThey were never true, never trueAnd the games you playYou would always win, always win

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But there's a side to you
That I never knew, never knew
All the things you'd say
They were never true, never true
And the games you play
You would always win, always win

Set fire to the rain  - Adele

Accesso negato.

Sbuffai pesantemente portandomi una mano alla fronte per l'esasperazione dopo aver visto quelle due parole comparire per l'ennesima volta sullo schermo. Non era possibile che tutte le password che stavo provando fossero sbagliate. Ero certa che trovare la chiave di lettura fosse il passo finale per aprire finalmente quell'hard-disk, ma a quanto pareva non bastava tentare di inserire le lettere che mio padre aveva ricalcato con l'inchiostro speciale dietro la fotografia.

Tutte le volte che da bambina giocavo alla caccia al tesoro con la mamma, lei mi lasciava sempre per ultimo l'indizio più complicato, quello che metteva insieme tutti gli altri pezzi. Non era difficile immaginare che mio padre avesse preso ispirazione proprio da quel gioco per portarmi alla password, eppure io continuavo a non capire quale fosse la strada da seguire, quale fosse l'ultimo indizio che mi avrebbe rivelato la chiave di lettura.

La mia attenzione venne attirata dal videoregistratore che mi aveva lasciato Harry sulla scrivania il giorno prima. Non sapevo dove fosse riuscito a procurarlo, ma sarebbe stato utile a guardare finalmente il contenuto della videocassetta che avevo trovato alla baita.

Decisi di mettere momentaneamente da parte la ricerca della chiave d'accesso e lo afferrai, collegando il cavo al computer e facendo partire la registrazione. Lo schermo assunse dei colori sbiaditi e una data comparve al centro con dei caratteri digitali tipici dell'epoca: 25 dicembre 2009, esattamente dodici anni prima.

«Evie! Evie guarda qui!»
La voce di mio padre, molto più giovanile e serena rispetto a quella che ricordavo, si diffuse nella stanza a partire dalle casse del mio computer. Un senso di malinconia mi invase non appena quelle vecchie immagini iniziarono a susseguirsi sullo schermo.

Una minuscola versione di me di appena sei anni salutò la videocamera con un grosso sorriso sdentato sul viso. «Ciao!» scosse la piccola manina con gioia verso suo padre.

«Cosa fai?» domandò, spostando l'inquadratura sulle costruzioni con cui stavo giocando sul pavimento della baita. Le ricordavo bene: le avevo ricevute quella mattina stessa per Natale.

«Un castello gigantesco, così poi posso entrarci e giocare insieme a Luke!» sentenziò la piccola con enfasi, mimando con le mani qualcosa di enorme di fronte a sé.

«Che bell'idea, Evie!»

Il mio cuore perse un battito quando una voce che credevo di aver ormai dimenticato risuonò nella stanza a partire dal mio portatile.
L'inquadratura della videocamera si spostò su quella meravigliosa donna dai capelli castani che era mia madre. Sorrideva imbarazzata, cercando di suggerire a mio padre di smettere di riprenderla e di portare nuovamente l'attenzione su di me.

SPOTLIGHTWhere stories live. Discover now