36. Cryptic

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ᴇᴠɪᴇ'ꜱ ᴘᴏᴠ

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ᴇᴠɪᴇ' ᴘᴏᴠ

«Credo che stessero cercando di minacciarti»

«Sì, ma per quale motivo?»

Sbuffai poggiando la testa sulla mano mentre provavo a restare concentrata sulle parole che stavo cercando di leggere per l'ennesima volta. In quella cucina c'era troppo chiasso, e io avrei soltanto voluto rintanarmi nella mia stanza per trascorrere il resto della giornata tra le coperte.

«Perché eri vicino alla verità. Ti aveva visto all'aeroporto: aveva capito che iniziavi a sospettare di lui»

Harry riservò a Zayn un'espressione sarcastica. «Beh, immagino che farmi esplodere nella mia auto gli avrebbe sicuramente permesso di liberarsi di me e dei miei sospetti»

«L'importante è che eventi simili non si verifichino più» asserì Liam con serietà.

«Certo, sempre se smetteranno di seguirla ovunque vada...»

«Non capisco quale sia il loro scopo adesso» sospirò il corvino scuotendo la testa.

«Sicuramente assicurarsi che la nostra organizzazione smetta di guadagnare»

Luke, Liam, Zayn e altri uomini della Spotlight si erano riuniti nell'appartamento di Harry per parlare di affari, e avevano ben pensato di coinvolgere anche me soltanto perché al centro commerciale mi era sembrato di intravedere un uomo che somigliava a Drake - colui che mi aveva salvata dalle torture di Alan. Io, tuttavia, mi ero limitata a sedermi al tavolo della cucina in silenzio e a continuare a fare ciò che avrei fatto in camera mia: rileggere la lettera di mio padre.

«Ma la Spotlight non ha smesso di ottenere guadagni» osservò uno degli uomini di cui non conoscevo il nome.

«Esatto. Ci restano ancora il traffico intercontinentale e quello locale»

«È per questo che ci seguono: cercano informazioni»

«E la password» aggiunse Liam.

«Certo» annuì Harry, «Non si arrenderanno così facilmente all'idea che nessuno abbia davvero quella chiave d'accesso»

Non riuscivo a concentrarmi sulla lettera nonostante la conoscessi in realtà a memoria. Per quanto cercassi di imporre a me stessa di non interessarmi a ciò di cui stavano parlando, non potevo ugualmente farne a meno. Dopotutto, si trattava pur sempre di mio padre e del suo più grande progetto di vita.

«È assurdo che nessuno abbia ancora trovato un modo per accedere a quei file senza una password...»

«Deve sicuramente esistere qualche trucchetto del mestiere per aprirli»

Sollevai lo sguardo dal retro della fotografia per rivolgerlo ai ragazzi, ormai arresa all'idea che fosse impossibile estraniarmi da quella conversazione.

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