21. Closer

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And I wanna kiss you, make you feel alrightI'm just so tired to share my nightsI wanna cry and I wanna loveBut all my tears have been used up

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And I wanna kiss you, make you feel alright
I'm just so tired to share my nights
I wanna cry and I wanna love
But all my tears have been used up

Another love - Tom Odell

ʜᴀʀʀʏ' ᴘᴏᴠ

Mi lasciai sfuggire un grosso sospiro mentre abbandonavo la schiena contro le coperte del morbido e caldo letto di Evie. Era già la seconda volta che facevo ingresso in quella stanza e le pareti color panna mi erano ormai familiari, così come il profumo emanato dalle sue lenzuola e le fotografie appese alle pareti.

L'unica fonte di luce all'interno della stanza era l'abat-jour sul comodino di Evie. Il suono prodotto dall'asciugacapelli che stava utilizzando giungeva alle mie orecchie in maniera soffusa, facendo da sottofondo a tutti i pensieri che mi stavano invadendo la mente in quel momento. Non riuscivo a credere di aver totalmente gettato al vento le parole di suo padre, di aver lasciato che tutte quelle cose accadessero ignorando totalmente qualsiasi principio avessi tentato di impormi. Non avrei dovuto: Peter Gillies era stato chiaro, e io non potevo assolutamente perdere quel lavoro.

Il mio sguardo si posò sulla porta socchiusa del bagno, nel quale Evie si stava asciugando i capelli con movimenti lenti e delicati. La t-shirt nera cadeva larga sul suo corpo minuto, sollevandosi lievemente ad ogni movimento delle sue braccia e lasciando intravedere l'infantile paio di slip rosa che stava indossando. Faceva scorrere le sue piccole mani tra quei fili dorati che componevano i suoi capelli, mentre portava il peso da un piede all'altro in maniera naturale.
Era capace di sembrare così innocente e così bambina che faticavo a credere che fosse la stessa sensuale e maliziosa ragazzina che si era tolta i vestiti davanti a me e che mi aveva portato in paradiso con quel paio di labbra peccaminose.

Il silenzio tornò ad aleggiare nella stanza quando spense l'asciugacapelli, prima di metterlo al suo posto all'interno del cassetto. La osservai scrupolosamente mentre poggiava le mani sul lavandino e la sua schiena si alzava ed abbassava in un pesante sospiro. Analizzò il suo riflesso nello specchio - non sapendo probabilmente di essere osservata -, prima di voltarsi per aprire la porta e tornare all'interno della stanza.

Il suo sguardo si posò su di me, scorrendo su tutto il mio corpo prima di soffermarsi sul mio petto nudo, non coperto da niente che non fossero le minuscole goccioline che ancora colavano dai miei capelli bagnati. Mi piaceva l'effetto che le facevo, il modo in cui il suo corpo reagiva al mio, l'insicurezza che sembrava impadronirsi di lei quando incontrava il mio sguardo.

Continuò a fissarmi per diversi istanti, prima che sul suo viso si formasse improvvisamente un'espressione più dura, «Togliti subito da lì» sibilò indicandomi il materasso sul quale ero steso.

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