13. Harmless & Diplomatic

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ʜᴀʀʀʏ'ꜱ ᴘᴏᴠ

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ʜᴀʀʀʏ' ᴘᴏᴠ

«Evie, potresti provare ad essere più concentrata?»

Un sorriso sghembo comparve automaticamente sulle mie labbra quando la vidi distogliere lo sguardo da me per riportarlo sul sacco da boxe che Liam le stava facendo colpire da più di mezz'ora. Riuscivo a percepire il senso di imbarazzo che sentiva sotto il mio sguardo, e la cosa non faceva che divertirmi profondamente. Mi piaceva metterla a disagio, farle cadere la corona che credeva di portare costantemente sulla testa.

«Ci sto provando, ma non è così semplice concentrarsi alle cinque del mattino!» si difese con tono acuto, asciugandosi la fronte imperlata di sudore con la parte dell'avambraccio non coperta dal guantone.

Il vecchio magazzino abbandonato dove ero stato costretto ad accompagnarla a quell'ora del mattino per l'addestramento era uno dei nostri più importanti punti di ritrovo. Ogni piano dell'edificio era adibito a qualcosa - quello sotterraneo era solitamente il luogo in cui si tenevano gli addestramenti.

Il grande spazio era riempito unicamente da sacchi da boxe, attrezzi da palestra mal ridotti e un piccolo stanzino che fungeva da spogliatoio. Nell'aria si respirava l'odore del sudore e della fatica delle centinaia di persone che ogni giorno venivano prelevate dai peggiori quartieri della città per ottenere un futuro - ai loro occhi - più roseo. La speranza di una migliore prospettiva di vita spingeva chiunque a macchiarsi di reati ed altre colpe, l'amore per il denaro prevaleva su quello per l'innocenza e l'incorruttibilità.

«Mi dispiace, ma è l'unico orario possibile» rispose Liam, «Harry mi ha detto che hai gli allenamenti di cheerleading quasi tutti i pomeriggi, non c'è altra soluzione» continuò gentilmente, scuotendo la testa con espressione dispiaciuta. Mi chiesi come fosse riuscito a risponderle così gentilmente dopo il modo in cui gli si era rivolta lei poco prima. La mia pazienza stava già vacillando, eppure ero lì solo per guardare e successivamente portarla a scuola.

Evie rispose con un semplice sbuffo, subito prima di ricominciare a colpire veementemente il sacco da boxe. Era molto meno debole di quanto potesse sembrare, i suoi pugni erano piuttosto precisi e la sua forza era ben calibrata. Per essere la prima volta, se la stava cavando più che bene.

Mi strinsi le braccia al petto, facendo peso sulla schiena poggiata al muro per riuscire ad avere una visuale migliore della scena. Il completo sportivo color cipria aderiva perfettamente ad ogni curva del suo corpo, evidenziando i suoi glutei tonici e scoprendo una piccola parte del suo seno che lasciava poco spazio all'immaginazione. Aveva legato i capelli in un paio di treccine che avrei probabilmente dovuto trovare più infantili e meno sensuali; il sudore illuminava la pelle lievemente arrossata del suo viso concentrato.

Distolsi lo sguardo prima che i suoi occhi incrociassero i miei ancora una volta, quasi spaventato che potesse rendersi conto dei pensieri poco casti che mi stavano attraversando la mente a causa sua.

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