Capitolo 24 III

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Provavo dolore ovunque, non riuscivo a ricordare nulla di quell’incidente, i medici ripetevano che era normale.
Mi guardavo il polso e la caviglia ingessati e la testa mi stava scoppiando per il dolore.
Chiesi se potevo avere un antidolorifico, non riuscivo ad aprire gli occhi per il male.
Oltre al dolore sentivo il disperato bisogno di vedere John.
Un’infermiera molto gentile disse che sarebbe andata a chiamarlo e che l’avrebbe fatto entrare, ma solo per poco.
Avevo bisogno di parlare con lui, confidargli il grande segreto che tenevo per me dalla mattina.
Prima di uscire di casa John aveva notato che avessi un viso stanco, era già qualche giorno che avevo il dubbio che potesse essere ma fu quella mattina, dopo che lui uscì che ne ebbi la certezza.
Ero incinta e dai conti che avevo fatto era stato concepito proprio la notte di Natale.
La notte in cui lui tornò da me. 
Il pensiero che fosse stato concepito a Istanbul mi faceva piacere, era lì che avevo ritrovato me stessa e in quella città il destino aveva voluto che diventassi completa.
Volevo chiamare per dirglielo subito ma pensai che forse era più bello fargli una sorpresa dopo cena.
Anche se John mi aveva confidato di voler diventare padre un pizzico di ansia mi era venuta, non era stato pianificato era capitato e magari la sua proposta di formare una famiglia era proiettata verso il futuro e non necessariamente nel momento in cui mi fece la confessione.
Per quanto mi riguardava non avevo mai pensato a me come madre, mi ero sempre proiettata sul lavoro o nell’ultimo anno esclusivamente su John, al pensiero non mi sentivo pronta, ma quando vidi sul test l’esito positivo all’improvviso capii che lo volevo e l’avrei voluto solo con lui. 
Era un qualcosa di esclusivamente nostro che ci univa più di qualunque altra cosa.
Ero stata un incosciente ad attraversare così la strada per rincorrere quell'inutile uomo, non avevo pensato a me, a quella nuova vita che portavo dentro e soprattutto a John.
Un senso di colpa mi travolse, dovevo cambiare atteggiamento, essere più prudente e non lasciarmi trasportare dall'istinto, dovevo accantonare la giovane Isi di un tempo e diventare donna.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now