Capitolo 27

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Fortunatamente arrivarono anche Michele e Chiara, due volti famigliari in più con cui trascorrere la serata. Riuscii a salutare il sig. Antonio dopo un po' che arrivai alla festa, era molto impegnato ad intrattenere i suoi ospiti.
Mi scostai da John anche se imperterrito manteneva il suo sguardo sentinella su di me, era veramente intenzionato a non perdermi di vista. Si innervosiva ogni qual volta qualcuno mi parlava o si congratulava per il lavoro svolto. Si innervosiva persino quando i camerieri mi offrivano da bere. Quel fatto di non poter uscire allo scoperto era sfiancante, non capivo quale fosse l'argomento di cui John voleva parlarmi, talmente vincolante da obbligarci a rimanere nella clandestinità.
"Sig. Antonio buonasera!"
"Ti prego Isabella dopo tutto questo tempo, chiamami Antonio!"
Gli sorrisi.
"Sei molto bella questa sera!"
"Sempre molto gentile"
"Sarà difficile centrare l'attenzione sulla mia festa piuttosto che su di te!"
"No Antonio non mi dica così... Mi fa arrossire!
"Ma è vero, sei bellissima sempre, non fraintendermi, ma questa sera attiri l'attenzione di tutti persino del nostro John!"
"Ma no, Antonio ha visto male!"
"No, no, ci vedo benissimo! È geloso e non è da lui"
"Perché?" La mia ostinata curiosità.
"John non è un uomo geloso, è un uomo che sa gestire le situazioni e invece sia alla cena, che questa sera non riesce a tenere il controllo. È nervoso, impacciato, segue ogni tuoi passo con lo sguardo, se non sapessi il bene che mi vuole, giurerei che in questo momento sia geloso anche di me!"
"Ma si sbaglia, siamo solo colleghi, buoni colleghi!"
"Mia cara credi veramente che io sia nato ieri? Conosco John da sempre, è come un figlio per me! Credimi lui non guarda mai le donne, sono le donne che guardano lui! Ma questa volta è il contrario e ti dirò di più... Non ti guarda come una donna qualsiasi, ti guarda come se fossi l'unica!"
Gli sorrisi e annuii senza dire nulla. Era ovvio che aveva capito tutto.
Continuammo a parlare per un altro po'e poi tornò dai suoi ospiti, era veramente soddisfatto e felice e quella era l'unica cosa che importava, considerando il tanto lavoro fatto.
"Isi ciao!" Spuntò Dario da un gruppo di persone.
"Ciao Dario!" Mi salutò con un semplice bacio sulla guancia ma quello bastò pr far agitare John. Dopo tre secondi me lo ritrovai al fianco.
"Sei molto bella questa sera, veramente tanto!"
"Si lo è!" Rispose John arrogante intromettendosi.
"Grazie Dario!" Cercai di essere cordiale giusto per non creare un caso.
"Noto che avete fatto veramente un bel lavoro! Antonio è molto soddisfatto!" Si rivolse a me senza dare importanza a John.
"Questo è l'importante! Abbiamo lavorato per questo!"
"La musica è stupenda, dopo mi devi un ballo!"
"Vedremo!" Sorrisi ma non esagerai cercando di non dargli false speranze e soprattutto per non fare uscire fuori di testa John.
"Un ballo da amici, intendo!" Continuò Dario per convincermi.
"Come no...!" Mormorò serio John.
Cecai di recuperare l'irrecuperabile, dovevo allontarlo prima che uno dei due facesse una scenata.
"Dario perdonaci abbiamo delle cose da fare!"
"Certo a dopo!" Da lontano mi urlò "Ti vengo a cercare per il ballo!"
"Ora basta. Vado là e gli do un pugno in faccia!" Sbottò John.
"Tu non dai proprio niente a nessuno!"
"Ma non lo vedi che provoca!"
"Nessuno provoca, nessuno! E poi ha sottolineato amici!" Provai a convincerlo.
"Ma quale amici Isi! Ballerai con lui?" Chiese preoccupato.
"Tranquillo io non ballo con nessuno e se continui così neanche con te! Pensavo avessi capito come sono fatta! Non ti fidi?" Volevo scuoterlo da quella sua gelosia, lo stava mandano fuori di testa facendogli perdere tutto il divertimento per quella splendida serata.
"Scusami, sto esagerando! Non voglio che pensi che io sia quel tipo di uomo possessivo e infantile, non so cosa mi prende!" Sospirò "Ho sempre quella sensazione che tu possa andartene"
"Ma io non vado da nessuna parte!" Gli strinsi una mano cercando di non dare nell'occhio.
"Rilassiamoci e godiamoci la serata, eh John?"
Annuì con la testa e mi sorrise.
Da quel momento in poi fu tutto più semplice, si rilassò, ci divertimmo con Michele e Chiara e la serata fu magnifica. Ad essere sinceri la festa era talmente ben riuscita che ci dimenticammo addirittura di essere noi gli organizzatori.
Ogni tanto Dario provava ad intrufolarsi tra le nostre chiacchiere e a volte si sedeva al nostro tavolo ma John riuscì a contenersi.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now