Capitolo 4

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In quegli ultimi periodi mi svegliavo anche prima della sveglia, avevo un'energia incredibile mi sentivo bene ma quella mattina mi svegliai anche prima del solito.
Ero super eccitata per quella nuova esperienza lavorativa.
Entrai in ufficio e subito Michele mi avvisò che John era già in macchina ad aspettarci.
Lo trovai infatti al volante con quel suo sorriso ammaliatore.
Saltai sull'auto aiutandomi con lo sportello, era veramente alta. Mi sistemai proprio dietro di lui e subito capii che potevo intravederlo dallo specchietto retrovisore, indossai i miei occhiali da sole così da poterlo spiare in tutta tranquillità.
Mi resi conto però che ad ogni semaforo era lui che spiava me, ne approfittava per darmi una sbirciatina fuggente e poi guardava altrove. Non poteva sapere che anche io ricambiavo i suoi sguardi, i miei occhiali avevano delle lenti così nere da non lasciare intravedere nulla.
Quella cosa degli sguardi fugaci mi emozionava, forse più del dovuto. Nella mia testa già speravo nell'ipotesi di potergli interessare, ma la repressi subito. Era solo una sciocca speranza basata su zero prove, magari era solo curioso, tutto lì.
Il viaggio non fu lunghissimo arrivammo in zona Posillipo.
Appena superati i cancelli ci ritrovammo davanti una villa magnifica con una vista da togliere il fiato.
Seguii John e Michele. Un signore molto gentile ci guidò all'interno fino ad arrivare in un salotto già di suo meraviglioso ma con quelle vetrate, che affacciavano su un sottostante prato all'inglese e la vista del golfo di Napoli, lo rendevano il posto più notevole che avessi mai visto.
"Ben arrivati, vi aspettavo! "Ci accolse così quello che immaginai fosse il padrone di casa.
"Il signor Antonio Rovere, il nostro cliente!" John lo presentò. Il signor Antonio era un uomo molto elegante e curato, ben vestito e con un fare da classico galantuomo napoletano. Riconobbi tra loro una certa confidenza, in ufficio mi avevano detto che il signor Antonio era un caro amico di famiglia.
"Antonio e lei è Isabella! "disse John indicandomi.
Il signor Antonio si avvicinò verso di me, mi prese la mano e fece per baciarla.
Non ero abituata a quei gesti galanti, l'accettai di buon grado.
Ci offrì da bere e ci fece accomodare, parlarono subito tra di loro di alcuni dettagli riguardanti il budget.
Michele appuntava tutto quello che John gli dettava, avevano un gran feeling lavorativo, io nel frattempo fantasticavo su quel magnifico luogo.
La villa era maestosa con uno stile classico, estremamente elegante, con divani in velluto verde smeraldo, le tende damascate e le ceramiche di capodimonte sparse qua e là sui vari mobili della stanza.
Ma ad attirare la mia attenzione era il giardino, a cui si accedeva scendendo una bellissima scalinata in marmo. Riuscivo già ad intravedere il potenziale di quel posto.
Mi avevano spiegato che lo svolgimento della serata sarebbe avvenuto tutto all'esterno. Sapevo che i tavoli sarebbero stati tondi con decorazioni e fiori sui toni dell'argento e del bianco ma non conoscevo molto di più.
Appena messo a punto gli ultimi dettagli dell'evento, cominciarono a parlare della festa.
Fui subito coinvolta dal signor Antonio "Isabella cosa ne pensa di questo posto?"
"Penso che toglierà il fiato a tutti i suoi invitati!"
"Mi fa piacere" Sorrise compiaciuto "John hai pensato al fatto dell'orchestra? Dove la mettiamo?"
Cominciarono a parlare tra di loro proponendo vari ipotesi sulla posizione, il più quotato era uno spazio vicino alla scala, di conseguenza spalle alla villa.
Senza volerlo parlai. Senza alcun fine, semplicemente perché quel luogo mi attraeva e suscitava nella mia mente un'idea dietro l'altra.
"Non mi sembra la soluzione migliore! La villa è bellissima ma non si può tralasciare questo panorama..." Attirai l'attenzione di tutti.
"Cosa intendi?" Chiese il signor Antonio.
Guardai John per il timore di essere stata fuori luogo ma lui mi incoraggiò con un cenno della testa a continuare.
Feci un grosso respiro, chiusi per un attimo gli occhi giusto per focalizzare e cominciai.
"Vedo lì al centro del prato, spalle a questa bellissima vista sul mare un palco rialzato con una sorta di baldacchino, tutto bianco e pieno di luci. Lì su quel palco metterei l'orchestra in modo che i suoi ospiti possano godere di questo panorama."
Mi interruppe subito il signor Antonio entusiasta "Mi piace, mi piace!"
"Non oserei molto con la musica mi terrei su un genere swing misto a un po' di jazz!"
"Qualche classico napoletano lo suoniamo però?"
"Certo ci mancherebbe Antonio!" confermò John
"L'allestimento dei tavoli e l'addobbo invece?" Chiese il sig. Antonio.
Rimasi un po' meravigliata pensavo che quello fosse già stabilito ma continuai ugualmente.
"So che avete scelto bianco e argento come tema, per me può andare ma credo sia doveroso decorare anche questa bellissima scalinata, magari inserire dei dei fasci di luci lungo il corrimano."
"John dove hai trovato questa ragazza?" Il signor Antonio era felicissimo.
"Mi è caduta tra le braccia ..." Lo sussurrò piano, a mala pena riuscii a sentirlo anch'io.
"Come John?"
"Antonio ti confesso che non so dove si nascondeva!" John svagò disinvolto.
"Bene, ora che l'ho scoperta te la rubo, sappilo!" Il signor Antonio si avvicinò e con molta gentilezza mi prese entrambe le mani tra le sue "Mia cara voglio che ti occupi personalmente della mia festa. Chiedi e ti sarà dato. Non badare a spese, hai carta bianca." Disse convinto e irremovibile.
"Grazie mille della fiducia, ma signor Antonio non so se potrò accontentarla!" Guardai John sperando di non aver creato problemi.
"John ti prego non farmi essere insistente!" Replicò.
"Non serve che insisti Antonio, Isabella sarà a tua disposizione e io supervisionerò tutto per stare più tranquilli!"
Ci congedammo non prima di avere fissato i successivi appuntamenti.
Prima di entrare in macchina ne approfittai per chiarire la mia posizione.
"Signor Masi..." mi interruppe subito alzando una mano.
"John. Isi chiamami John!"
"Ok John, volevo scusarmi."
"Perché?"
"Non volevo mancare di rispetto, né scavalcare nessuno, tantomeno te."
Ero preoccupata che si potesse creare un'idea sbagliata di me, non volevo passare per un'approfittatrice che sfrutta le situazioni e le persone per mettersi in evidenza.
"Isi ascolta..." Mise le sue mani sulle mie spalle per bloccarmi in modo da avere la mia più completa attenzione "Io non sapevo chi fossi prima di ieri, ma mi sono fidato della signora Nalli. So che ti ha creato lei e so anche quanto ha da insegnare! Mi ha ripetuto più volte che sei capace e ti abbiamo scelto proprio per questo e soprattutto per farti crescere lavorativamente. Vedo che hai una mente brillante. Voglio che usi la tua mente, che la metti a disposizione della mia azienda."
"Grazie della fiducia!" Feci un respiro profondo per rilassarmi.
"Sei stata veramente brava oggi!"
"Grazie!"
"Ora però ci sarà da lavorare duro!"

Era di MaggioWo Geschichten leben. Entdecke jetzt