Capitolo 17 - Viaggio A Sorrento

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Il viaggio benché breve, non più di un'ora, fu più lungo del previsto, fortuna che partimmo con largo anticipo.
Leila guidava a passo di lumaca perché troppo presa a raccontarmi della sua nuova infatuazione.
Arrivammo sfiancate e stanche soprattutto a causa del gran caldo e dalla mancanza di aria condizionata nella macchina.
I ragazzi erano già arrivati tutti e si erano sistemati nelle loro camere.
Andammo alla reception e ci consegnarono la chiave della stanza. Con il resto del gruppo c'eravamo dati appuntamento nella piccola spiaggia privata dell'hotel così da poter iniziare la vacanza con un bel bagno.
Entrate in camera rimanemmo spiazzate, entrambe non eravamo mai state in un albergo a cinque stelle. Era una stanza bellissima, raffinata con uno stile classico, nel bagno solo ceramiche di Vietri e a disposizione un balcone con affaccio sul mare, uno spettacolo senza pari.
Non avevamo neanche disfatto i bagagli che squillò il telefono della camera. Rispose Leila ma subito mi passò la cornetta dicendo che era per me.
Era il sig. Antonio che voleva incontrarmi nella hall. Non diedi molto peso a quella richiesta, sicuramente voleva parlare di lavoro o darmi semplicemente il benvenuto. Preparai il costume, una camiciona come copri costume e un asciugamano così da raggiungere subito gli altri appena finito.
Andai in bagno per darmi una rinfrescata e scesi per l'appuntamento.
Ero un po' in anticipo e ne approfittai per rilassarmi su uno dei tanti divani godendomi l'aria condizionata tanto agognata.
In un primo momento pensai di aver visto male, di averlo scambiato per un altro ma avvicinandosi quel viso sembrava sempre più famigliare.
"Isi sei tu?" Anche lui era molto sorpreso.
"Dario!" Tutto avrei pensato tranne di incontrare il mio ex fidanzato a Sorrento.
"Ma che ci fai qui?"
"Diciamo che sono qui in vacanza! Tu?" Domandai.
"Io purtroppo no, sono qui per lavoro! Ho un appuntamento proprio qui!" Si guardò un po' intorno "A proposito, che fine ha fatto Antonio?" Disse tra sé.
"Il sig. Antonio Rovere intendi?"
"Sì perché?"
"Anch'io ho un appuntamento con lui!" Che strano scherzo del destino.
"Non ci credo!" Socchiuse gli occhi per concentrarsi "Ma certo! Tu sei l'Isabella che nomina sempre Antonio!"
"Dario ma tu invece come conosci il sig. Antonio?"
"Ora ti spiego ma prima fatti abbracciare è una vita che non ci vediamo" e senza che potessi dire o fare nulla me lo ritrovai addosso che mi abbracciava con entusiasmo.
Mentre ancora mi stringeva vidi arrivare Antonio con John. Levò gli occhiali da sole per vedere meglio e dal suo sguardo non sembrava essere felice di vedermi abbracciata ad un altro uomo, aveva un'aria seria e indispettita. Per qualche strana ragione mi sentii in difficoltà nel farmi vedere con Dario, anche se non stavamo facendo nulla di male.
"Oh ma cosa succede qui? Vi conoscete?" Chiese il sig. Antonio stupito.
"Antonio non sai che sorpresa che mi hai fatto! Non sapevo che l'isabella di cui tanto parli è la mia Isabella!"
"Mia..." Borbottò seccato John mentre si mordeva un labbro nervosamente.
"Bè mia è un parolone Dario!" Cercai di correggere il tiro.
"Era mia... io e Isabella stavamo insieme!"
"Una vita fa." Aggiunsi.
Dario, dopo aver annunciato quella notizia bomba, si presentò a John aggiungendo che era l'avvocato del sig. Antonio.
John non aggiunse altro, gli strinse solo la mano.
"Ma pensa te le coincidenze! Certo Dario ti devo fare un rimprovero, come hai potuto lascarti scappare una donna del genere? Non ne trovi altre cosi sai!" Disse il Sig. Antonio non capendo che stava innescando un meccanismo molto pericoloso.
"Non me ne faccio ancora una ragione!" Confessò Dario.
John a quest'ultima affermazione cominciò ad agitarsi muovendosi impaziente, come uno che non aspetta altro di essere congedato per poter che andar via.
"Comunque tornando a noi, vi ho riuniti qui perché volevo invitarvi a cena con me questa sera, qui nel ristorante dell'albergo!"
Confermammo tutti con piacere, tranne John che disse solo un semplice e secco sì.
"Questa sera voglio assolutamente sapere come vi siete conosciuti!" Aggiunse il sig. Antonio indicando me e Dario.
"Oh sì, non vedo l'ora!" Ribatte John pungente.
La cosa che mi urtò più di tutte non fu la sua aria scocciata e nervosa o il suo atteggiamento irriverente nei confronti di Dario ma che non mi guardò più, neanche quando andò via, si allontanò senza salutarmi, senza neanche dirmi una semplice parola.
La vacanza non era iniziata come volevo. Non una cosa era filata liscia. La presenza di Dario mi aveva destabilizzato e aveva urtato anche John, ne ero sicura, perché era l'unica spiegazione ragionevole che potevo dare al suo comportamento ma non riuscii comunque a giustificarlo. Perché trattarmi con quel distacco, che cosa voleva da me?
E con quale diritto lui si prendeva la libertà di farmi sentire in colpa! Poi in colpa di cosa?
Se lui avesse chiesto avrebbe scoperto che Dario faceva parte di un passato chiuso. Non mi interessava e sinceramente avrei preferito non trovarmelo a quella cena, non mi faceva piacere mischiare la vita privata con il lavoro. Decisi stufa di affrontare gli eventi così come venivano, ero in balia degl'altri e non avevo potere di cambiare quella situazione. Avrei affrontato la cena con rassegnazione sperando che non diventasse un disastro o per assurdo l'opposto, una tipica commedia napoletana.
In camera, mentre mi cambiavo, ripensai a John, mi aveva infastidita veramente tanto il suo atteggiamento, andare via senza salutare mi sembrò veramente un comportamento eccessivo.

Era di MaggioTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang