Capitolo 23

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Entrai in ascensore felice come non lo ero mai stata in vita mia, talmente stordita da quella felicità che sbagliai anche piano. Se ci fosse stato qualcuno in quell'ascensore avrebbe pensato che fossi una pazza tanto che ridevo e parlavo da sola.
Leila stava aspettando fuori la camera trepidante nell'attesa, giocherellava nervosa con un laccio del vestito.
"Dai, dai apri questa porta devo raccontarti!"
"Un momento, ma cosa è successo?" Chiesi mentre aprivo la porta della camera.
In realtà se avesse scoperto cosa fosse successo a me sicuro avrebbe smesso di essere così esaltata. Chissà come l'avrebbe presa.
Mi raccontò che Simone, il nostro collega si era fatto avanti e l'aveva addirittura baciata e che lei era rimasta così felice di quello che era successo da aver deciso di dargli veramente un'opportunità. Mi sfinì raccontandomi nei minimi particolari la sequenza di azioni e parole che portano al fatidico bacio e io l'ascoltai o meglio feci finta di ascoltarla perché la mia testa era altrove. Era rimasti lì sul bordo di quella piscina, al solo pensiero un calore mi saliva fino in viso. Quanto avrei voluto raccontare tutto anch' io, dire che l'uomo più inarrivabile dell'universo voleva me, mi desiderava, mi baciava con una tale passione da farmi credere in maniera netta di esistere solo io nel suo mondo.
Decisi di prendere tempo, avrei aspettato che la situazione tra me e John si definisse meglio.
Mi chiusi in bagno e presi il cellulare, avevo sentito il rumore di messaggi in arrivo.

È stata la cosa più crudele che hai fatto, quella di andare via!
Sento ancora il tuo profumo sotto il mio naso e mi sta facendo
impazzire. Non vedo l'ora di baciarti di nuovo. Sono così felice!
Buonanotte

Non attesi troppo per rispondere, volevo lo leggesse subito prima di andare a dormire.

Mi hai fatto desiderare così tanto quei baci!
Ora tocca a te aspettare!
La notte passa veloce...
Non potrei essere più felice di così. Buonanotte.

Sono sicura che neanche Leila riuscì a prendere subito sonno, la sentivo muoversi e rigirarsi nel suo letto, io invece ferma stringevo il cuscino e pensavo a quanto fosse stato surreale quello che mi era successo.
Talmente impossibile che metteva paura.
La paura di risvegliarmi un giorno e capire che niente era stato vero, che si trattava solo di un momento di passione e nient'altro e quello per me sarebbe stato devastante. Perché anche se ancora non lo accettavo io ero innamorata di lui. Lo amavo talmente tanto da togliermi la ragione.

Era di MaggioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora