Capitolo 14 - II

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Non presi la macchina di Rania ma andai direttamente con Alice.
Entrai al locale molto di fretta mi dispiaceva aver fatto tardi, andai a togliere il piumino, sistemai la borsa e andai subito dietro il bancone.
Notai che molta roba era stata sistemata e che accantonate sulla pedana da una parte c'erano delle casse. Sicuramente Mete non era riuscito a sistemarle tutte.
"Mete mi dispiace molto di aver fatto tardi. Guarda già quanta gente! Ora ti sistemo tutte queste cose"
"Non preoccuparti ce la siamo cavata. Vedi solo se manca dell'altro!" Disse tranquillo e per niente infastidito del mio ritardo.
Mentre ero piegata a riempire i frigoriferi, rimproverando me stessa per aver dato retta ad Alice sulla gonna, sentii il rumore di un'altra confezione di bottiglie che veniva poggiata sul bancone.
Sicuramente era Kemal, il ragazzo che gestiva la sala e puliva i tavoli che ne stava portando senza fine.
"Kemal apposto così, non serve più niente al momento"
Non percepii risposta e con la coda dell'occhio vidi Mete ridacchiare.
"Mete che ridi? Kemal sta dicendo qualcosa, mi sta prendendo in giro per caso?"
Mete negava con la testa ma continuava a ridacchiare, sicuramente si stavano prendendo gioco di me e del mio abbigliamento. Quando mai una barista indossa una gonna.
E invece Mete non stava ridendo di me, né di quello che indossavo, ma perché invece di Kemal a portare tutte quelle casse di bottiglie era stato John.
Appena mi alzai, me lo ritrovai davanti, al di là del bancone. Mi bloccai a guardarlo imbambolata senza dire nulla.
"Ciao anche a te!" John muoveva una mano davanti ai miei occhi per provare a vedere una mia reazione.
Ritornai in me "Ciao..." Mormorai titubante "Ma cosa ci fai qui, non avevi un volo questa notte?"
"Non ho fatto in tempo e ho perso il volo"
"Ah capisco! E perché non mi hai chiamata?"
"Isi io non ho più il tuo numero, lo hai cambiato."
"Giusto! Potevi comunque venire a casa oggi..." sembrava gli stessi facendo un interrogatorio.
"Sono venuto ma non mi hai aperto, ho citofonato tanto. Non sapendo dove cercarti ho pensato di venire qui al locale"
"Mi ero addormentata..."
"Lo so! Infatti appena Alice ha scoperto che eri in casa ci ha avvisato. Ci hai fatto preoccupare."
D'un tratto uscii fuori da quel senso di incoscienza e tornai lucida "Aspetta un attimo Alice sapeva che tu eri qui?"
"Si mi ha chiesto lei di dare una mano a Mete mentre veniva a cercarti."
"Ma da che ora sei qui?"
"Almeno un paio d'ore."
"Mi scusi un attimo, torno subito..."
Andai di corsa nel retro del locale, nell'ufficio dove Alice stava sistemando delle fatture.
"Scusami tanto, era perché c 'era John che non potevo venire in tuta?" Chiesi irritata.
"Volevi riconquistarlo in tuta, struccata e con i capelli arruffati?"
"Quando pensavi di dirmi che lui era qui?"
"Oh quante storie, se te lo dicevo saresti andata nel panico! Bè non sei contenta che lui sia ancora qui?"
"Si, anche se avrei preferito che fosse rimasto per me, dice che ha perso il volo." Lagnai.
"E tu gli hai creduto? Pensi che non ci fossero altri voli disponibili nell'arco della giornata?"
"Non lo so..." Avevo la testa in pappa non ci stavo capendo più niente.
"Isi lui è rimasto per te! Solo che vuole testare il terreno prima di lasciarsi andare e ti ha buttato la scusa del volo perso."
"Dici?"
"È così ovvio! Comunque mi piace!" Disse allegra.
"Eh lo so, piace a tutte" Feci una smorfia.
"No ma che hai capito! Per carità è bellissimo, ma io intendevo che mi piace come persona e da quello che vedo piace anche a Mete. Lo sai com'è, non dà molto confidenza, invece hanno subito iniziato a parlare, sembra che si prendano"

Tornai al mio lavoro.
Era dietro al bancone che sistemava le bottiglie rimaste. Rimasi un po' a fissarlo, come quando eravamo in ufficio e mi nascondevo dietro la colonna per guardarlo lavorare.
I miei occhi dovevano recuperare tre mesi persi, tre mesi di lontananza, di parole non dette, di gesti non fatti, di baci non dati.
Era magnifico, con quei jeans Levi's che gli aderivano perfetti a un sedere già perfetto di suo e quella camicia a quadri che gli donava un look da boscaiolo super sexy.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now