Capitolo 20

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Riuscimmo a terminare la cena, il sig. Antonio ci lasciò subito dopo il caffè, ci salutò e prima di andar via prese John per parlargli in disparte. Al tavolo rimanemmo soli io e Dario e dopo l'ultima conversazione non ero proprio dell'umore adatto per scherzare.
"Ho esagerato un po' questa sera! Mi dispiace!"
"Direi di sì, si può sapere che ti ha preso?"
"E che rivederti dopo tanto tempo mi ha scosso."
"Dario per favore..." Sapevo cosa stava per dire, provai ad alzarmi dalla sedia ma mi trattenne prendendomi una mano.
"No credimi l'ho superata anche se è stata dura. È che rivederti non è mai facile. Sei stata così importante per me che..." fece un sospiro. Provai a frenare le sue parole. "Per favore Dario non continuare." Ma non lo fece "Sai benissimo che avevo intenzione di sposarti!"
Vidi la mano di John allungarsi sul tavolo per recuperare il suo cellulare. Mi voltai di scatto ma lui non mi degnò di uno sguardo. "Scusate, vado via! Buona serata" Disse scostante e veloce. Aveva sicuramente sentito quelle ultime parole. Non riuscii a resistere, l'istinto prevalse sul buon senso. Mi alzai per seguirlo ma lui era già quasi fuori dal ristorante. Se ne andò nonostante continuavo a chiamarlo con insistenza facendo girare tutti nella sala.
"Isi ma che stai facendo?" Mi trattene Dario "Allora è vero! Ti piace quel tizio?"
"Dario lasciami andare, non ti riguarda!"
"Aspetta un attimo, siediti, ormai è andato via" Cercò di calmarmi.
Mi rimisi seduta, aveva ragione era andato via.
"Isi lo so che non mi riguarda ma cosa stai facendo? Quell'uomo non è adatto a te e poi è il tuo capo"
"Non parlare di cose che non puoi capire!"
"Hai ragione. Nonostante tu mi abbia fatto molto male io continuo a volerti bene, quindi perdonami se ti dico la mia." Il suo atteggiamento era molto più gentile.
"Lo so che mi vuoi bene e mi dispiace se ti ho fatto soffrire non avrei mai voluto. Lo sai che non volevo?"
"Lo so che ti dispiace, io non ce l'ho mai avuta con te, altrimenti non starei qui a parlarti! Sei stata sempre sincera, ero io che non volevo vedere e ascoltare all'epoca. Perdonami se sono stato un vero stronzo questa sera!"
"Non fa niente, è tutto ok!"
"Mi piacerebbe se provassimo a diventare amici, non voglio perderti di nuovo!"
"Lo sai però che potrò offrirti solo un'amicizia! Niente di più." Volevo che fosse ben chiaro.
"Lo so!"
"Ok!" Mormorai, non ero convinta di quella sua proposta, ma non volevo creargli un nuovo dispiacere, in fondo si era dimostrato sempre giusto nei miei confronti e chissà magari saremmo riusciti veramente a diventare amici o qualcosa di simile.
"Credo che andrò! Si è fatto tardi e Leila non ha neanche le chiavi della camera."
"C'è anche Leila qui!"
"Si, siamo venute insieme."
"Salutamela!"
"Certo, le farà piacere"
"Allora buonanotte, ci vediamo sabato alla festa!"
"Buonanotte anche a te!"
Ci salutammo e andammo via insieme, lui tornò a Napoli, non avrebbe dormito in Hotel, io tentennai un po' nella hall cercando di chiamare Leila per sapere dove fosse ma il suo telefono non prendeva.
Non mi andava di andare in camera avevo la testa piena di pensieri, non riuscivo a metterli insieme per fare chiarezza.
Chiesi gentilmente al cameriere del ristorante un bicchiere di vino, appena lo portò decisi di scendere in piscina per berlo lì e magari trovare un po' di tranquillità.
John mi ossessionava, mi stava facendo scoppiare la testa con quei suoi atteggiamenti altalenanti. Per quanto provassi non riuscivo più a stargli dietro, dovevo dare un taglio a quella situazione.
Quel suo prendermi e lasciarmi mi stava confondendo, come mai nessuno era riuscito. Non poteva prima evitarmi e poi farmi scenate di gelosia, dedicarmi confessioni all'orecchio e alla fine abbandonare il tavolo senza salutare e dare spiegazioni.
Non mi meritavo tutto ciò.
Era ovvio, arrivati a quel punto, avrei dovuto chiarire e chiudere lì, sul nascere, qualsiasi cosa si stesse creando.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now