Capitolo 20 - II

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Rania sarebbe tornata il giorno prima di capodanno, volevo approfittarne per stare esclusivamente con lui. In quelle giornate libere visitammo la città e lo portai in tutti i posti importanti e significativi che mi avevano aiutato a superare la sua mancanza.
Non so perché ma gli feci anche vedere la casa che mi aveva affascinata il giorno in cui avevo deciso di affittarne una per me.
Rimase stupito all'idea che fossi arrivata al punto di voler trovare una casa dove vivere sola. Gli spiegai che durò solo mezza giornata quella folle idea, soprattutto perché erano tutte fuori dalla mia portata e dal mio budget.
"Come mai allora hai visto questa villa, mi sembra molto costosa"
"No, no non volevo affittarla, è stato per puro caso, siamo passati qui davanti e vedendo il cartello dell'agenzia immobiliare ho chiesto informazioni. Non so perché, mi ha lasciato senza parole. L'idea che da quel giardino si possa ammirare tutto questo ogni giorno è magnifico!" Indicai il paesaggio sottostante.
"Sì lo è" Confermò guardandomi, non so se riferisse a me o alla villa.
Scoprii che amava come me l'idea di spostarsi da una parta all'altra della città in traghetto. Oltre ad essere appagante per gl'occhi, poiché regalava una vista completa del profilo della città, con lui diventava anche un'esperienza romantica, soprattutto quando capitava di prenderlo nel momento de tramonto.
"Ti piace questa città?"
"Sì, molto! A te no?" Chiesi preoccupata, mi sarebbe dispiaciuto se lui non fosse riuscito ad apprezzarla.
"Certo che mi piace, non ti nascondo che se avremo dei figli mi piacerebbe portarli qui. Fargli vedere tutti i posti che hanno aiutato e accudito la loro mamma! Sono molto orgoglioso di te, di come sei riuscita ad adattarti, a trovare una tua indipendenza in un posto così bello ma anche così diverso."
Captai i suoi complimenti, ma riuscii solo a concentrarmi su un argomento in particolare.
"Ho capito male o hai detto la parola figli?"
"Sì, ti stupisce tanto?"
"Un po', non pensavo che fosse una cosa che ti interessasse!"
"Infatti non mi interessava, non prima di conoscerti! Da quando ho capito che la mia vita sarebbe stata completa solo con te ho realizzato che mi sarebbe piaciuto avere dei figli, tanti bambini con gli occhi felici come i tuoi!"
"Tanti bambini John?" Chiesi stupita.
"Si tre, quattro...! Dopo a casa ti spiego come dobbiamo fare" Mi strinse a lui cominciando a baciarmi il collo, provai a dissuaderlo per evitare di scandalizzare le persone che potevano vederci ma fortunatamente nessuno se ne accorse.
Mi sorprese quel suo desiderio, non avevo mai pensato a me e lui come una famiglia, ma l'idea non mi dispiaceva affatto, certo quattro forse erano troppi, intanto potevamo cominciare con uno, ma a tempo debito.
Oltre all'argomento bambini affrontammo anche il discorso rientro.
"Mi spaventa un po' vedere quanto tu ti sia ambientata qui a Istanbul, ho paura di chiederti se vorrai mai tornare a Napoli?"
"Non ti nascondo che io adoro questa città, se non fossi tornato sicuramente avrei messo radici qui! Ma tu sei tornato e la mia casa sarà sempre e solo dove sei tu!"
"Io farò tutto quello che vorrai, se vuoi restare restiamo, troverò una soluzione, ma se vuoi tornare la tua scrivania ti sta aspettando, Michele ci sta aspettando e credo che ce la farà pagare per averlo lasciato solo con tutto quel lavoro"
"È vero povero..."
"E poi c'è casa nostra ad aspettarci"
"Casa nostra?" Sorrisi all'idea che pensasse alla sua casa come anche a una mia proprietà.
"Si quella è casa nostra. Ho pensato di venderla se mai non fossi tornata." Bevve un sorso di salep, una tipica bevanda turca al latte, ci eravamo fermati in un posticino molto caratteristico, nella parte opposta al nostro quartiere, al di là del ponte dei Martiri sulla sponda asiatica. "Non sarei stato più in grado di vivere in quella casa senza di te. Troppi ricordi, ovunque mi giravo vedevo te, mentre cucinavi, mentre leggevi sul divano, nel letto mentre dormivi a pancia in giù abbracciata al cuscino. Ho capito che avrei abitato in quella casa solo se fossi tornata altrimenti non avrebbe avuto senso." Gli strinsi una mano "Poi naturalmente se a te non piace la vendiamo e ne compriamo un'altra, l'importante è che stiamo insieme."
"No ti prego io adoro quella casa e non vedo l'ora di tornarci."
"Veramente, vuoi tornare?"
"Si, anche al lavoro, però solo se torni anche te!"
Decidemmo di comune accordo che dopo capodanno saremmo tornati a Napoli. Mi dispiaceva comunque dovermi allontanare da Rania, dover lasciare Alice, Mete e Berk persone speciali che mi avevano aiutato in un momento veramente difficile della mia vita, il mio nuovo lavoro, improvvisato, ma che mi aveva distratto dai troppo pensieri e Istanbul, soprattutto Istanbul che mi aveva accolto, assorbita, incantata e mi era entrata dentro. Avrei lasciato sicuramente una parte di me in quella città che mi aveva protetto dalla disperazione ma allo stesso tempo mi aveva restituito la mia ragione di vita, John.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now