Capitolo 9 - II

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23 dicembre. La sveglia suonò presto, avevo il turno di mattina al locale e come sempre c'era un gran da fare. Lavoravamo molto con le colazioni, soprattutto perché lì vicino c'erano molti uffici e tanti clienti habitué.
A metà mattinata ne approfittai, in un momento di calma, per fare una videochiamata con la mia famiglia, uscii fuori e mi misi seduta a un tavolo.
Era una bella giornata c'era un sole tiepido e piacevole. Le mie sorelle erano uscite, quindi parlai prima con mio padre e poi con mia madre che già era ai fornelli a preparare tutte le sue specialità per le feste natalizie.
Mi rispiegò da capo la ricetta per la sua lasagna e mi diede qualche suggerimento per cuocere il brasato al vino rosso.
Volevo provare a replicare quei cibi, perché erano le cose che preferivo e che non potevano mancare a tavola il giorno di Natale.
Mi mandarono anche qualche foto degli addobbi di Roma, dell'albero e del presepe di San Pietro.
Erano tappa fissa ogni anno, specialmente da piccole, quando i nostri genitori ci portavano in giro per vedere tutte le decorazioni del centro di Roma.
Anche se il giorno più atteso, almeno per me, era il 6 gennaio il giorno della befana, quando andavamo a piazza Navona e riempivamo le nostre calze con tutte le caramelle più stravaganti che trovavamo alle bancarelle.
Mio padre ci teneva a quelle piccole ma grandi cose.
Quando Alice arrivò al locale mi fece compilare una lista degli ingredienti che sarebbero serviti per preparare il pranzo. Non c'era stato modo di trattare, aveva deciso che alla spesa ci avrebbe pensato lei, io dovevo solo cucinare.
Appena finito il mio turno andai diretta a casa, avevo già l'occorrente per poter preparare le lasagne in anticipo così da congelarle e trovarle pronte per Natale. Il resto della spesa me l'avrebbero portata la sera stessa Alice e Berk, ne approfittai per invitarli a bere qualcosa e a farmi compagnia, Mete sarebbe rimasto al locale per la chiusura.
Finii in anticipo e andai a fare una doccia per togliermi l'odore di ragù di dosso. Lavai i capelli e li lisciai, avrei voluto mettere direttamente il pigiama ma avrei avuto ospiti e non mi sembrò il caso.
Indossai una tuta e misi delle scarpe da ginnastica, notai che mi ero leggermente dimagrita, quella tuta un tempo mi andava particolarmente aderente e invece la trovai più morbida specialmente in vita. Non avevo fatto una dieta né tantomeno avevo cominciato a mangiare di meno, anzi, diedi tutta la colpa allo stress e a quell'enorme senso di vuoto nello stomaco che conviveva con me da tre mesi.
Arrivarono appena finii di cenare. Quando andai alla porta ad aprirgli vidi prima le buste che le loro facce. Erano pien di leccornie tipiche natalizie.
"Oh mamma, panettoni, pandori, ma dove li avete trovati?"
"Da Eataly al Zorlu center, hai visto che sorpresa!" Disse entusiasta Alice.
"Una bellissima sorpresa! Che Natale è senza panettone"
"La lasagna è pronta, si? Mete non verrà se non la prepari!" Disse ridendo mentre sistemavamo la spesa.
"Preparata e messa al congelatore, anzi si sente puzza di cucinato?"
"No per niente." Confermò Berk.
"Bene perché ho tenuto per parecchio le finestre aperte e per poco non mi prendevo una polmonite!"
"Infatti è un po' freddo, se me lo permetti ti accendo il camino!"
"Magari mi faresti un favore, io non sono una grande esperta."
Mentre Berk pensava alla legna, decisi di stappare una bottiglia di vino rosso e Alice ne approfittò per scegliere un vinile.
"Cosa stai mettendo?"
"Mina! Conosci Mina Berk?"
"Forse una o due canzoni..."
L'album che mise lo conoscevo a memoria era Studio uno 66. Mina era la cantante della mia infanzia.
Mia nonna era una sua grande ammiratrice, ogni volta che ci portava a scuola o veniva a riprenderci, ci faceva cantare in macchina le canzoni di Mina e da grandi, quella che era una sua passione divenne anche la nostra.
Berk riuscì in un attimo ad accendere un bel fuoco, con il vino e la musica come sottofondo ci mettemmo a chiacchierare un po' sul divano.
La conversazione andò a finire sulla letteratura e sui libri, Alice mi disse che a parte qualche libro letto e riletto e vari ricettari di cucina non aveva nullo di nuovo da iniziare. Ero molto gelosa dei miei libri ma lei era una persona precisa ero certa che l'avrebbe trattati con cura. Decisi di prestargliene qualcuno, andai a prenderli nella mia camera, dalla parte opposta della casa.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now