Capitolo 3

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Rebecca ammutolì di colpo e il suo sguardo si riempì di confusione, ma durò solo un attimo. Sul suo viso comparve poi un'espressione sognante. «Edo!» esordì spostandosi i capelli sulla spalla destra, gesto che faceva sempre quando era agitata. Il ragazzo le rispose con un sorrisetto ammiccante, ma, dopo averle dato un buffetto sulla guancia, la superò senza dirle niente.

Edoardo Mattonai era la quinta essenza della perfezione a detta di tutte le studentesse del liceo Bonarroti. Il giovane vantava un fisico statuario e un volto da far spavento da quanto era armonioso. I lineamenti regolari del naso e della bocca si incastravano alla perfezione con il taglio degli occhi leggermente all'ingiù. Le iridi ambrate sembravano brillare di luce propria e si intonavano con i capelli castani chiari lasciati più corti ai lati rispetto al centro. Insomma, dal punto di vista estetico, meritava tutta la fama che lo precedeva.

Rebecca lo seguì con lo sguardo finché non scomparve oltre il muro della casa, poi si girò verso Marika e iniziò a saltellare. «Mi ha toccato. Mari, mi ha toccato. Hai visto? Hai visto?»

Lei la fissò sconvolta. Nell'ultimo periodo la sua fissa per il ragazzo era aumentata a dismisura. Era indecisa se farle notare o meno che non l'aveva neanche salutata, quando si sentì chiamare: «Lenzini, finalmente. Temevo che mi avresti dato buca».

Riconoscendo la voce, le sue guance si tinsero di rosso e le sue labbra si distesero in un sorrisetto inebetito. Voltò la testa alla sua destra e quasi sussultò quando si rese conto di quanto Matteo Bellanovi le era vicino. Il ragazzo era appena a qualche centimetro da lei e, non appena si rese conto di essere stato riconosciuto, le si avvicinò ancora di più per depositarle un casto bacio sulla guancia. «Stai benissimo.»

Imbarazzatissima, il suo sorriso si tese ancora di più. «Grazie, anche tu» gli rispose timidamente. «Effettivamente, Bellanovi, con quella camicia sei davvero figo» esordì all'improvviso Rebecca intromettendosi fra i due.

«Ti sei meritato una bevuta. Mari, la prendo pure per te.» Poi, dopo aver rivolto un gesto ammiccante all'amica e aver posato la birra su un basso tavolino, la ricciola si dileguò tra i ragazzi che riempivano il portico.

«Avete bevuto prima di arrivare? La Giacomelli mi sembra più in forma del solito» esordì Matteo non appena rimasero soli.

Marika scosse la testa ridacchiando e appoggiò la birra pure lei. «No, è sé stessa. Solo e semplicemente sé stessa.» Pure lui sorrise, mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi.

Anche se non era paragonabile al Menna o al Mattonai, Matteo faceva la sua figura. Non era molto alto e vantava un fisico asciutto. Le labbra carnose, gli occhi verdi, i lineamenti marcati e la mascella lievemente squadrata erano incorniciati da una cascata di capelli ricci castano scuro che gli ricadevano sopra le spalle. Marika li trovava adorabili; l'altro giorno, durante la ricreazione, lui le aveva appoggiato la testa in grembo e lei aveva giocato con i boccoli tutto il tempo. Le erano sempre piaciuti i maschi con i capelli lunghi.

«Comunque, il Menna è davvero un fenomeno nell'organizzare le feste. È la prima volta che ci vieni?» le chiese Matteo per rompere il silenzio e Marika annuì. La vicinanza le stava mandando in tilt le sinapsi e il cuore era stato sostituito da una mandria di cavalli al galoppo.

«Allora ti faccio fare il giro» esclamò contento prendendole la mano e, senza aspettare una risposta, attraversò tutto il porticato fino alla porta finestra che dava sull'interno della casa portandosi Marika con sé.

Non appena entrò nella sala, gli occhi di lei si sgranarono dallo stupore. Anche se alcuni mobili erano stati spostati per far posto a un'improvvisata pista da ballo, era impossibile non notare l'arredamento accurato e moderno. Di fianco a due divani di pelle grigia erano accostati dei bassi tavolini neri, i quali sorreggevano dei bellissimi vasi di vetro pieni di conchiglie. Accanto alla portafinestra un televisore, ultrasottile e leggermente ricurvo, era sintonizzato su un canale che trasmetteva i video delle canzoni musicali e il suono riecheggiava per tutta la sala grazie a un nuovissimo e ultramoderno sistema audio. Le pareti erano per la maggior parte tappezzate da quadri dipinti con colori vivaci, ma la cosa che attirò il suo sguardo fu il lampadario. Sembrava che una miriade di minuscole stelle fosse scesa dal cielo per prendere posto sul soffitto di quella stanza.

«Ma è bellissima» sussurrò facendo vagare lo sguardo da tutte le parti.

Accanto a lei, Matteo annuì. «La madre di Andrea gestisce le maggiori mostre d'arte di tutta la penisola» le spiegò cercando di sovrastare il volume della musica, poi le indicò un quadro sulla parete alla loro sinistra. «Quello è stato dipinto dallo stesso artista che ha affrescato la stazione di Santa Maria Novella a Firenze.» Dopo spostò l'indice verso un altro alla loro destra. «Questo, invece, Andrea racconta che sua madre l'ha comprato a un'asta in Brasile.» Infine riportò lo sguardo su di lei e le sorrise. «Però, secondo me, l'opera d'arte più bella qua dentro, sei tu.»

Marika percepì il volto andare a fuoco e il cuore sciogliersi nel petto. Nessuno le aveva mai detto una cosa così dolce. Le sfuggì una risatina imbarazzata.

«L'alcol ti ha dato alla testa?» volle sapere con l'espressione più innocente che possedeva.

Matteo rise a sua volta e scosse la testa, poi gli avvicinò la bocca all'orecchio. «Forse solo un pochino» le sussurrò dopo averle depositato un altro bacio sulla guancia.

Sempre più rossa, Marika si guardò intorno e, come si era aspettata, incrociò il volto della sua migliore amica, che dall'altro lato della sala le mostrò tutta la sua approvazione con un pollice all'insù e un sorriso a trentadue denti.

«Continuiamo il giro?» gli chiese Matteo dopo qualche attimo e Marika riportò lo sguardo su di lui.

«Mi aspetta una frase così per ogni stanza?» replicò più audace. La sola vista di Rebecca le aveva infuso coraggio.

Lui ridacchiò sorpreso dalla sua risposta e le presedi nuovo la mano. «Solo se è quello che vuoi, mia cara.»


ANGOLO DELL'AUTRICE

Buongiorno :-) Come state? Ecco anche il terzo capitolo, se avete voglia di farmi sapere cosa ve ne pare io sono qui ♥

Alla prossima,

_anotherway

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Doveva essere una stupida storia d'amoreWhere stories live. Discover now