Sheol

By Little57

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Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
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Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
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Capitolo 73
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Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 76

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By Little57

Il mio imbarazzo è proporzionale al suo silenzio. Quest'ultimo grava sulle mie spalle fino a farmi mancare l'aria. Abbasso il viso, inevitabilmente imbarazzata, è una cosa che voglio e non mi pento di averglielo detto, d'altro canto lui ha sempre sostenuto di star aspettando che io mi sentissi pronta. Ebbene lo sono. Perché non parla?

È quando la mia mente inizia a valutare l'idea di sminuire il tutto con un 'come non detto' che si esprime: "Ti fidi di me fino a questo punto?" sussurra.

Oltre ai suoi respiri, e al mio cuore che combatte veemente, soltanto lo scoppiettio del fuoco nel camino. Vorrei dirgli che per lui farei di tutto. Che non ho più nulla da aspettare.

Il fuoco illumina il piccolo salotto ma gli angoli della baracca dove la luce non giunge sono bui e perfino inquietanti. Non è una notte di stelle luminose, le nuvole hanno oscurato anche la luna.

"Si." rispondo senza mai smettere di guardarlo. La bocca dello stomaco si attorciglia, le gambe diventano molli e devo essere rossa come i miei capelli. Il suo silenzio e questo sguardo fermo mi mettono in estrema soggezione: "Ma se tu non vuoi-"

"Cosa?" interrompe come se si stesse risvegliando da una trance "No, ma cosa dici?" prende il mio viso tra le mani "Non lo dire nemmeno." ridacchia "Non puoi volerlo tu più di quanto lo voglia io." mi provoca.

"Perché ho la sgradevolissima sensazione che in tutto questo ci sia un ma?" domando corrugando le sopracciglia.

Lui sfugge il mio sguardo: "Non voglio che tu te ne penta.."

"Ma io non me ne pentirò." mi guarda come se tutto d'un tratto quello inesperto in materia fosse lui e non la sottoscritta.

"Vuoi che io sia la tua prima volta." ripete come se gli riuscisse difficile realizzare il concetto solo nella sua mente.

"Si ma se non ti dai una mossa-" non mi lascia finire e la cosa mi fa scoppiare in una risata tra il divertito e il nervoso.

"Dovrò darmi da fare a quanto pare!" esclama caricandomi, di sorpresa, su una spalla mentre ridacchio e lancio grida acute e divertite.

Ci vuole poco prima che mi lasci cadere sul letto della stanza al pian terreno. Io continuo a sorridere guardandolo. Tutto il divertimento lascia spazio all'agitazione, io mi rendo conto di essere meno agitata di lui; è difficile crederci perfino avendolo davanti. Il fatto poi che di solito lui sia bravo a nascondere i suoi sentimenti e, tenuto conto che stavolta sta miseramente fallendo, rende il tutto di un significato tale da farmi essere sempre più sicura di quello che gli ho chiesto.

Aggancio due dita alla collana che ha al collo e lo attiro a me, appoggio le labbra sulle sue e le bacio teneramente, annullando le mie paure e dando sfogo a quella parte di vita che mi inebria i sensi e non mi fa vedere oltre a questi occhi verdi. La sua bocca sulla mia diventa via via sempre più avida, l'idea di quello che accadrà è già motivo di piacere.

Ansima il mio nome abbassandosi sulla mia mandibola e ricoprendola di baci. Baci lascivi che lasciano solo un vago segno di quello che la notte in se lascerà nella mia vita. Mi sembra di aver aspettato un tempo interminabile ma sicuramente degno. Non vorrei le mani di nessun altro a stringermi, nessun altro posto in cui essere.

Gemo sommessamente. Con le braccia gli cingo le spalle, incastro le mani tra i suoi capelli e volgo la testa di lato per lasciargli sempre più libero accesso a qualsiasi parte di me.

"Mia." bisbiglia sollevando il viso verso di me. Un sorriso dolce gli tinge le labbra. Sua nel modo più premuroso che possa essere concepito, come lui è mio: forse possiamo fare l'uno per l'altra quello che nessuno ha mai fatto per noi prima. Avere cura di ciò che siamo.

Afferro i lembi della maglietta bianca che ha addosso e li sollevo, desiderosa di lasciarlo a nudo, di spogliarlo di qualsiasi cosa, emotiva o fisica che sia. Il pensiero che io abbia aspettato per così tanto, che io abbia dovuto aspettare lui per così tanto, rendono i miei gesti affrettati, vogliosi di toccarlo, sentirlo vicino. Appoggio le mani sul suo torso e lo percorro con le mani, soffermandomi, sui vari tatuaggi che lo decorano. Così come ho fatto tante volte al nostro risveglio insieme.

Lui, dal canto suo, non è mai stato più contenuto e delicato nei miei confronti: toglie la mia maglia e la lascia cadere di lato, come se fosse un pezzo di stoffa che per lui non ha mai costituito un vero e proprio limite.

"Ti adoro." parla al mio orecchio mentre le sue mani partono dal mio mento, accarezzano la gola, la valle tra i seni, poi sulla pancia, fino all'ombelico. La pelle d'oca mi pervade. Il mio corpo è percosso da brividi e mi sento così vulnerabile che non gli sono concessi errori, anche perché lui stesso, in questa occasione, non è disposto a farne.

Sgancia la cintura dei suoi jeans quando io mi metto a ridere per il fatto di non riuscire a farlo. Bacia la mia risata mentre la mia mente non riesce a fare altro se non a pensare a quanta voglia ho sia di vivere questo momento all'infinito, ma anche di farlo passare il prima possibile.

Appoggia le labbra sotto l'ombelico e bacia quella zona della pancia mentre le sue mani si occupano di continuare a spogliarmi. Accarezzo i suoi capelli, felicissima e sempre più sicura che questo sia il momento giusto, che lui sia la persona giusta. Vorrei che restasse sempre in questo stato di premura e di dolcezza.

"Non hai il completo che ti ho regalato." osserva con finto dispiacere.

"Non avevo mica programmato tutto questo stamattina quando sono uscita dalla doccia." sbuffo divertita.

"Stamattina quando sei uscita dalla doccia.." ripete facendomi ridacchiare  e mente continua a baciare ogni punto del mio corpo che gli sia possibile raggiungere "Voglio dirlo." bisbiglia al mio orecchio.

"Ma non lo farai." gli sorrido avvicinandolo di nuovo a me.

"No, se è questo che mi chiedi." e bacia la punta del mio naso.

"Sei agitata?"

"Ho motivo di esserlo?"

"Sarò delicato."

"Lo spero per te. Fuori da questo letto posso ancora farti il culo a strisce." lo faccio ridere mentre appoggia di nuovo le labbra sulle mie, e le bacia di nuovo, prima il labbro inferiore, poi quello superiore. Come i baci in quel vicolo buio e silenzioso dello York. Le sue mani raggiungono le mie, le guidano nel spogliarlo e glie ne sono grata mentalmente: il nervosismo per un attimo mi paralizza.

"Ce l'hai un preservativo, vero?" gli chiedo a un certo punto, un po' inquietata dal fatto di dover fermare un momento simile.

"Ne porto uno con me da quando mi hai sfidato a quella guerra di cibo, in mesa, tempo fa." mi fa sorridere.

Mi guarda, le mie gambe divise ai lati del suo corpo, un sorriso dolce sul suo viso diventa la sicurezza più grande che essere umano mi abbia mai dato. "Fermami se ti faccio male, si?" sussurra sulle mie labbra.

Annuisco impercettibilmente, la sua mano stringe la mia, e io, con quella libera stringo le lenzuola perché nel preciso istante in cui tutto quanto ha inizio mi sento frastornata. Un misto di sospiri, ansimi, gemiti, lasciano le nostre bocche, i miei, talvolta, causati anche da un breve dolore che va mano mano affievolendosi per lasciare spazio al piacere.

"Tutto bene?" domanda la sua voce ansimante. Annuisco mordendo le labbra, serrando gli occhi ed affondando la testa tra i cuscini.

Bacia il mio viso, quindi il mio collo. Mormoro il suo nome in balia dei sensi. Non credo di essermi mai sentita così viva e così profondamente cosciente del mio corpo. Il respiro è affannoso, ad ogni movimento da parte sua corrisponde un ansimo, la voglia di baciarlo, poi quella di sentirlo sempre più vicino.

"Piccola.." Un gemito basso e gutturale lascia la sua bocca per finire sulla pelle del mio seno, che ricopre di baci.

Io sono un ansimo, un affanno, sempre maggiore. Mi sento così completa in questo momento che tutta la vita sembra essere stata una predisposizione a questo.  A concedermi a lui senza risentimento.

"Harry.." il mio tono è più spudorato, il corpo sotto al suo si tende, i muscoli si contraggono. Inarco la schiena verso di lui e il mio petto tocca il suo. Morde le labbra, stringe i denti, tutto pur di darsi una regolata; lo sento, sento che per lui avere un ritmo così dannatamente lento è un supplizio e so che lo sta facendo solo per amor mio.

Continua a bisbigliare il mio nome mentre nasconde il viso nell'incavo del mio collo, la fronte sulla mia spalla, morde la pelle, poi vi passa la lingua e poi stringe la mia mano sempre più forte.

L'alta mano sulla mia coscia a stringerla: benché il suo ritmo sia lento e dolce, le sue mani e la sua bocca si permettono di essere più decise. Stringendo ogni parte del mio corpo come se fosse un appiglio per non cedere alla propria tentazione.

Intrufolo le mani nei suoi capelli e li tiro, sempre più vogliosa. Vogliosa di mettere fine a questo piacevole supplizio come sono vogliosa di farlo continuare all'infinito. Il piacere è troppo, lui è magnifico.

"Sei la mia fine Sky." bisbiglia, piccole perle di sudore si formano sulla sua pelle. Il rumore della pioggia fuori dalla finestra comincia ad amalgamarsi con i nostri respiri sempre più affaticati. Lui perde quel ritmo straziante che aveva all'inizio e le mie mani corrono sulla sua schiena, quasi ad aggrapparvisi, la graffiano, e sento un misto di piacere così intenso risalire per l'intera spina dorsale, talmente elevato ed acuto, che non posso pensare ad altro se non a quello. Il mio respiro si infrange sul suo viso. I polmoni si gonfiano senza davvero avere dell'aria al loro interno. Osservo il suo viso ed il fatto che sia qui, che sia qui con me, non mi sembra vero. Se è un sogno, non mi voglio svegliare.

Tutto è caos. Quando sento il piacere che prima era concentrato esclusivamente alla base della spina dorsale invadere tutto il corpo, aumentando d'intensità, ciò che capisco è la mia voce che dice il suo nome ripetutamente, pervasa dal piacere.

Lui resta su di me, i gomiti ai lati della mia testa per non soffocarmi col proprio peso, la fronte appoggiata alla mia, il naso a millimetri, e le sue labbra dischiuse a respirare sulle mie. Un sorriso soddisfatto si dipinge su entrambi i nostri volti mentre ci guardiamo. Porto le mani sul suo viso e le chiudo a coppa avvicinandolo dolcemente fino a baciarlo.

Si stende accanto a me. Il petto si alza e si abbassa velocemente, imperlato di sudore. Una mano corre a spostare i capelli dal visto per poi voltare questo nella mia direzione. Sorride ancora. Passano minuti di silenzio, ma forse sono solo secondi. La mia mente ripensa velocemente a tutto quello che è appena accaduto. Al piacere ancora esteso nel mio corpo, alla dopamina che continua ad essere prodotta dal mio cervello. Osservo il magnifico uomo accanto a me.

"È stato bellissimo." sorrido.

"Ah sì?" Il piumino bianco lo copre dalla vita in giù e io mi sento così soggetta alla sua bellezza in questo momento che mi sento travolgere ancora.

"Si.." sussurro.

"Vuoi venire qui da me?" picchietta una mano sul petto. Sul viso un sorriso dolce. Lo raggiungo, anche se non manco di provare un leggero indolenzimento.

"È tutto ok?" chiede porgendomi una mano.

"È tutto okay. Mi aspettavo di peggio." ed è la verità. Mi stendo su di lui e le sue mani accarezzano i miei fianchi mentre sistema il piumino in modo che copra almeno parzialmente i nostri corpi nudi.

"Fa molto male?" Chiede con un gesto della mano che sposta i capelli dal mio viso.

"No."

Mi guarda corrugando le sopracciglia.

"Un po'." sorrido appoggiando le labbra sul suo petto. "Nulla di troppo insopportabile. Sei stato bravo." continuo a baciarlo.

"Anche tu non eri male. Devo dire che dopo sere e sere passate a-"

Emetto un verso di lamento, ma sono lesta a chiudergli la bocca con una mano prima che possa dire quello che penso: "Sei così volgare." lo faccio ridere. Le sue braccia avvolgano la mia vita stringendomi in un caldo abbraccio.

"Non vedo l'ora di rifarlo." Sussurra.

"Tipo adesso?" Lo guardo e lui spalanca gli occhi.

"Woah.. Questo va oltre ogni previsione.. Una notte piena di selvaggio sesso per Harry."

Gli chiudo la bocca con entrambe le mani e lui continua a ridere come l'imbecille che è. Poi si mette a baciare i miei palmi. "Mi hai appena lasciato fare una cosa simile? Ti sei concessa a me completamente?" Chiede borbottando da sotto le mani.

"Si. Si, questo è quello che è successo." Sorrido senza stappargli la bocca.

"E lascerai che io lo faccia di nuovo?" gli occhi verdi così belli e colmi di una luce del tutto nuova.

Tolgo le mani dalle sue labbra dandogli una risposta che non si avvale di parole.

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