Mentirei dicendo che tornare qui non ricrea in me un senso di familiarità. Sfrecciare con la moto tra queste palazzine fatiscenti e per queste strade buie rappresenta una personale vittoria: non sono riusciti a strapparmi dalla mia scelta, per la prima volta in vita mia ho opposto resistenza con fervore. Ed il mio premio, oltre ad essere tornata, è il ragazzo che stringo in vita, sulla cui schiena adagio il viso. So che non è passato molto tempo ma sembra un'eternità, cosa che credo inevitabile quando si tiene a qualcosa o qualcuno. Non vedo l'ora di tornare allo Sheol, di rivedere i ragazzi, di poter rivedere l'appartamento che condivido con Gwen e Ginger e dire a me stessa che questa è la scelta giusta perché è l'unica che mi rende davvero felice.
"Credo di non aver mai apprezzato tanto questo posto." rivelo ad Harry mentre scendiamo dalla moto.
"Perché non ci hai vissuto abbastanza.." ridacchia lui scuotendo i capelli. "Sei troppo sentimentale." mi da una spinta giocosa mentre avanziamo verso casa. Io lo guardo alzando gli occhi al cielo, ma perfino questo suo modo di fare è qualcosa che non mi dispiace. E' tutto esattamente come deve essere.
"Cosa credi che penserà la Judith di tutto questo?" gli chiedo mentre apre la porta.
"Perché, tanto per iniziare, dovrebbe permettersi di dire qualcosa?" domanda lui in uno sbuffo che è una risata. "Se è intelligente come credo metterò la coda tra le gambe e farà finta di nulla. Questi non sono affari suoi." suppongo abbia ragione, anche se in realtà una parte di me crede di averla delusa moltissimo, e per motivi a me totalmente estranei, la cosa mi imbarazza. Il suo modo di atteggiarsi, aver fatto comunella con il consiglio classe e con il preside, aver preso una decisione per me senza nemmeno interpellarmi è certamente imperdonabile, ma in fin dei conti credo che lei fosse l'unica a desiderare il meglio per me. "Parlare di scuola è l'ultimo dei miei desideri, così com'è l'ultimo dei miei desideri farvi ritorno." butta le chiavi da parte "Abbiamo cose molto più importanti a cui pensare e a dirla tutta a Doulgas sembra più una distrazione."
Ridacchio senza poter negare l'evidenza: "Dovremmo anche tradurre la mappa." gli ricordo mettendomi seduta sul divano "Ma abbiamo già un piccolo piano d'azione." sorrido. "Sai quando torneranno gli altri?" siede accanto a me.
"No, e non me ne frega un emerito cazzo." sorride in modo adorabile rispetto a quello che ha appena detto, le fossette si formano, come consuetudine, e mi guarda, appoggiando la testa sulle mie gambe. "Non te ne vai più, giusto?" chiede in tono serio ma non pensante.
"Al momento ho più ragioni per restare che per andarmene." lo rassicuro mentre accarezzo i suoi capelli. Una vacuità inquietante avvolge i suoi occhi mentre distoglie lo sguardo. "Ehi, sono qui. Non me ne vado." gli assicuro cercando di riportarlo da me e di distoglierlo da qualsiasi pensiero infelice.
"Credi che sia una buona idea, il piano che abbiamo ideato?" mi chiede rimettendosi a sedere. "Potremmo metterci nei guai. Una cosa è agire dove nessuno ci conosce, dove è più facile nascondere le nostre identità, un altro-"
"Staremo attenti. Lo sai che va fatto. Non possiamo lasciare che la gente continui a fare finta di nulla. E' importante che sopratutto qui si sappia cosa sta accadendo: lo sai che Snyder cerca di radunare adepti dai luoghi più malfamati e trasandati del paese.." gli ricordo con un brivido che mi percorre la schiena "Sai bene che qui troverebbe tanta carne per il fuoco." annuisce con fare poco convinto. "Questo è il nostro territorio Harry." gli ricordo "Non il suo. Cercherà di mettere piede qui prima o poi, lo sai. Malik ti conosce, ci conosce, è solo questione di tempo prima che cerchino di allungare i loro tentacoli fin qui. Dobbiamo assicurarci di proteggere questa gente e di proteggere lo Sheol."
"Hai ragione." sussurra poi "Come sempre."
Scoppio a ridere schiaffeggiandolo con fare divertito mentre mi alzo "Sei proprio un leccapiedi.. Cerchi di rabbonirmi ora?" si ricompone sul divano. "Ti è piaciuto il mio regalo?" domando avvicinandomi alla cucina.
"Un regalo a dir poco perfetto." sorride "Non ho nemmeno mai avuto il tempo di fire di leggere quel Manuale di Chitarra per colpa delle tue dannate pressioni per ritornare il libro." lo sento sbuffare dal soggiorno. "Anche io devo darti il mio regalo. Non mi sembrava opportuno sotto il tetto degli Adkins." mi volto verso di lui, sulla soglia della cucina. Mi porge una pacchetto bianco, un fiocco di raso blu risalta sulla carta bianca. Sollevo gli occhi su di lui.
"Potrei sentirmi in imbarazzo, Harry?" domando mentre metto da parte quello che avevo in mano e prendo il regalo.
"Conoscendoti? Arrossirai come un'adolescente e poi farai un sorriso languido." si appoggia allo stipite della porta incrociando le braccia. Sto cercando di slegare il fiocco quando Harry riprende: "Quel regalo arriva ad una condizione, ti avviso. Dovrai fare sfoggio del contenuto nel giro di pochi minuti." ridacchia. Una mezza idea di cosa potrebbe essere mi balena in testa e non posso fare a meno di sorridere come un'ebete.
"Una delle ragioni per cui mi piaci tanto, Harry caro- lo guardo ridere -è la tua estrema maturità." si stacca dalla porta per fare alcuni passi verso di me, è alle mie spalle mentre strappo la carta regalo. All'interno della scatola, anch'essa di un bianco candito, vi è della carta velina. La scosto con le dita fin quando i miei polpastrelli non accarezzano della stoffa. Continuo ad allontanare la carta impacco fin quando non posso vedere il completo intimo, meravigliosamente piegato: è di un pizzo e di un tulle delicatamente ricamato, di un color blu notte. Sento il calore invadermi le guance: "E' un regalo molto romantico." sussurro a corto di parole, chiaramente ironica. "Chissà perché non fatico ad immaginarti mentre sei in un negozio di intimo, ad indicare questo o quest'altro completo intimo.." mi volto verso di lui, avvolgendo le sue spalle con le braccia.
"E' stato un colpo di fulmine." mi spiega spostando alcune ciocche rosse di capelli dietro l'orecchio "L'ho visto ed ho subito capito che faceva al caso tuo."
"Al caso mio eh?" ridacchiamo.
"Senza contare che son un uomo di buongusto.."
"Ma se tutto ciò che indossi sono magliette bianche e nere, con qualche tonalità di grigio se è giorno di festa." lo derido. "Grazie, è un bellissimo regalo." gli lascio un bacio a fior di labbra. Lui mi osserva, senza dice nulla, per cui colgo la mia occasione: "Non sei stanco di aspettare?"
"Cosa?" chiede con un sussurro così roco e profondo da farmi venire i brividi. Osservo il suo viso così vicino al mio, la sua espressione corrucciata che nasconde la verità, ovvero che ha capito perfettamente a cosa mi riferisco. "E' chiaro." bisbiglia poi avanzando di un altro po' "Tutto ciò che vorrei è stare con te in tutti i sensi possibili." lascia un bacio sulla mia fronte "Ma non sono qui per metterti fretta. Ti desidero ardentemente, ma aspetterò fin quando non sarai pronta, fin quando non sarai sicura."
"Non mi sarei mai aspettata una cosa simile da te, devo essere sincera."
"Credi che io voglia solo quello?" la sua espressione cambia in un batter d'occhio. "Se è con me che deve essere non ho paura di aspettare. L'ultima cosa che voglio è che tu ti convinca a fare qualcosa solo per paura che io possa andare a cercarlo altrove."
Non riesco a smettere di sorridere. Appoggio la fronte nell'incavo del suo collo, sempre più convinta che è qui con lui il mio posto: "Mi fai sentire al sicuro, sai?" gli rivelo accoccolata al suo petto.
"Perché non vuoi che lo dica?" sussurra poi al mio orecchio. So a cosa fa riferimento. Al fatto che non gli ho concesso di esprimere i suoi sentimenti a parole. Non l'ho concesso nemmeno a me stessa in realtà. E la risposta a tutto questo potrebbe ferirlo terribilmente.
"Hai mai amato qualcuno prima?" gli domando.
"Non come-" si ferma, perfino il suo corpo si irrigidisce. "Posso dimostrartelo?" domanda dopo un lungo silenzio. Lascio che mi baci, che le morda e che non lasci che la fiamma in me si spenga.
"C'è qualcosa che ti blocca. Che succede?" continua a guardarmi, ad accarezzare i miei capelli.
"Non è nulla." sorride. Ma è chiaramente una bugia.
"Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?" domando con un fil di voce, terrorizzata all'idea di far scoppiare questa bolla di perfezione. "Harry.."
"No, piccola. Non c'è nulla di sbagliato in te." fa alcuni passi indietro "In realtà c'è una ragione ragione per cui non vorrei mai prendermi la tua prima volta.. tu non mi conosci del tutto Sky. Potresti pentirti delle tue scelte, potresti pentirti perfino di questo istante, nonostante sia così felice."
"Allora dimmi cosa ti tormenta. Cosa dovrei sapere di così terribile?" lo guardo inclinando la testa. "Ehi- afferro le sue mani avvicinandolo di nuovo a me, faccio in modo che mi avvolga con la braccia -non sei solo. Lo vedo che ti porti sulle spalle di tutto. E vedo anche che di tanto in tanto questo peso, oltre ai sensi di colpa che ne conseguono, ti avvilisce."
"Si, la sensazione è esattamente quella." bisbiglia. "Mi sto fottendo da solo Sky. Potrei mandare in fumo tutto ciò a cui teniamo." sebbene le sue parole e la serietà con cui le dice mi faccia provare un certo disagio, decido di dovergli dare tutte le rassicurazioni che è stato lui a dare a me negli ultimi giorni.
"E' più importante del modo in cui siamo quando stiamo insieme?" gli chiedo. Scuote lentamente la testa riccioluta "Allora dovresti rilassarti e ricordarti tutte le belle parole che sei tu il primo a dirmi: troveremo sempre un modo."
"Non te ne andrai mai, giusto? Non mi lascerai più?!" chiede, il tono quasi ansioso..
"Harry.." sussurro con dolcezza, baciando poi la sua mandibola "Sei una persona difficile da dimenticare." sollevo il viso verso il suo per poterlo osservare. "Ti dirò di più: sarai tu a lasciare me!" lo faccio ridere, alleggerendo il velo cupo sui suoi occhi.
"Non dopo tutto l'autocontrollo che mi hai insegnato."
"Quand'è che ti ho tentato tanto?" sorrido ghignante, con falsa incoscienza.
"Vediamo.." sospira. "Le cose che ho sognato di farti, farebbero letteralmente strisciare Satana ai miei piedi." ridacchio arrossendo "Tipo quella volta, nella stanza 57 di quel motel, quando sei rimasta in piedi davanti a me con un solo paio di slip addosso. O, una più recente, qualche sera fa dai tuoi nonni. Ed in mille altre occasioni di cui probabilmente nemmeno ti rendi conto."
"Del tipo?"
Ispira, chiaramente in difficoltà: "Vediamo- distoglie gli occhi - quando prendi posto, nella lezione d'inglese, davanti a me, e ti raccogli i capelli.. hai davvero un bel collo." arrossisco mentre vi lascia un fievole bacio.
Lo spingo indietro, scendo con un balzo dal bancone della cucina e prendo la sua mano nella mia mentre lo strascino fuori dalla cucina.
"Dove stiamo andando?"
"In camera tua." spiego in fretta mentre continuo a camminare. Lui si ferma, fermando di conseguenza anche me.
"Perché mai?" chiede assottigliando gli occhi.
"Beh.. credo.." ed arrossisco terribilmente troppo "Di doverti un favore da quella sera nella vecchia 57." ed abbasso il viso.
Quando lo guardo di nuovo, quello con gli occhi fuori dalle orbite è lui, mi guarda accigliato, le labbra leggermente schiuse.
Sistema il cavallo dei pantaloni prima di sorpassarmi e trascinarmi dietro di se.
"Cazzo!" sussurra facendomi ridere mentre mi trascina in camera molto più velocemente di quanto stessi facendo io con lui.