Sheol

By Little57

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Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
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Capitolo 37
Capitolo 38
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Capitolo 41
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Capitolo 44
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Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
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Capitolo 58
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Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 56

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By Little57

Ho avuto modo di riflettere molto su quello che è accaduto. Sulla situazione in generale a dire il vero. Harry ha dimostrato un punto solido a suo favore, è l'ha dimostrato attraverso di me. Questo mi fa comprendere due cose: che mi conosce meglio di quanto pensassi e che io lo conosco peggio di quanto non immaginassi. È chiaro che devo parlarci ma non so sarebbe il caso di rivolgergli delle scuse. Infondo anche la mia reazione è giustificata: come altro avrei dovuto reagire ad una confessione simile? Come avrebbe reagito chiunque altro?

"Stai bene?" mi sorride Gunger quando ormai siamo dentro al piccolo negozio dell'usato. Rinsavisco sorridendole ed annuendo energicamente. All'interno del negozio, oltre alla miriade di oggetti, la proprietaria: Matilda Brown, l'amata di Arthur.

"Buon pomeriggio ragazze, come posso esservi utile?" Sorride.

È una donna in carne, ha parecchie collane, e tantissimi anelli, degli enormi orecchini ciondolano dalle sue piccole orecchie. Il doppio lento è evidente, e penso che quell'enorme pelliccia che ha addosso la renda ancora più grossa di quello che non è già. Ha i capelli raccolti in una complessa acconciatura, le labbra truccate di un rosso scuro, gli occhi evidenziati dal nero. È fiera della propria stazza e della propria stravaganza e questo mi porta a guardarla con ammirazione: la trovo una delle donne più belle che abbia mai incontrato.

Si avvicina a noi con braccia spalancate es un sorriso smagliante sul volto. Ogni suo passo è evidenziato da un tintinnio metallico, come se fosse una maga, è questa l'impressione che mi lascia. È maestosa, non faccio fatica a credere che Arthur se ne sia infatuato. E per di più Arthur mi ha confessato che è stata amata da molti uomini prima di lui, che spera lui possa diventare il suo quinto marito.

"Salve Matilda!" sorride Ginger accorrendo ad abbracciarla. Lei la stringe a se, tra le sue braccia grassocce. Quando si allontana gli occhi della donna cadono su di me.

"Sono estasiata. Finalmente conosco la dama rossa di cui tutti parlano." mi guarda con interesse e dolcezza. Spalanca di nuovo le braccia invitandomi ad un abbraccio che sono più che contenta di darle. Ha un profumo di rose.

"Cosa siete venute a cercare, care?" ci fa segno di seguirla. Questo posto è stracolmo di oggetti, vecchi, meno vecchi, grandi, piccoli: utensili per la cucina, strumenti, libri, dischi in vinile, megafoni, porcellane, gioielli, vecchi giochi, foto, quadri.. Ed infondo a tutto questo i vestiti, le scarpe. La cura di questa parte di negozio è evidente e la cosa mi fa sorridere: deve andarne fiera.

"Come sta il vecchio Arthur?" ridacchia facendoci l'occhiolino. Mi domando come ho fatto a non incontrarla prima, sono già stata in questo negozio.

"Non smette di farti la corte, non è così?" io e Ginger cerchiamo di metterla in imbarazzo ma è a dir poco impossibile.

"Quel vecchio lupo! Non ha chance con me." sventola la mano grassoccia con noncuranza. "Ricordatevi ragazze, se dovete per forza legarvi ad un uomo fate in modo di trovarvene uno galante, interessante, ricco, importante e pieno di potere. Arthur, purtroppo, non è nessuno di questi." ci sorride congiungendo le mani davanti a se.

"Arthur è interessante." Intervengo io facendola accigliare e sorridere dolcemente.

"Touche mia cara." mi indica con un dito. "Ma qualche volta diventa quasi noioso." ammicca con un'ultima risata. "Allora? Come posso esservi utile oggi?" spalanca gli occhietti neri.

Ginger mi squadra ricordandomi che siamo qui per trovare un vestito.
"Vede, Miss. Brown- inizio- sono stata invitata ad un evento. La data è tra pochi giorni ed io non ho ancora un vestito adatto. Sarà un ballo." i suoi occhi luccicano immediatamente

"Un ballo dici?" sospira, quindi mi squadra da testa a piedi per un periodo troppo lungo. "Tipo: ballo fine della scuola o.."

"No, no." spiego con un leggero sorriso. "Un ballo vero."

"Intendi dire un ballo dove ci sono persone importanti? Un ballo dove si beve champagne da coppe di cristallo tramandate da famiglie nobili? Un ballo con posti pre-assegnati e servizio al tavolo con tanto di cameriere privato per ogni invitato? Una pista da ballo in una sala dai soffitti alti e sontuosi? Musica dal viso con archi e fiati?" è incontenibile e la cosa diverte moltissimo sia Ginger che me.

"Precisamente." interviene Ginger. "Proprio un ballo vero."

"Oh, che Dio sia lodato! Non mi facevano una richiesta simile dai tempi del dopoguerra." Ridacchia appoggiando una mano sulle tante collane smuovendole. Poi apre un ventaglio nero e lo sventola per alleviare il rossore sulle gote. "Chi ti ha invitata cara?" domanda ancora in iperventilazione.

"Harry." rispondo con un bisbiglio, forse potrei chiederle di prestarmi il ventaglio.

Miss. Brown assottiglia di occhi con fare indagatore: un ghigno si dipinge sul suo viso. "Beh, che mi prenda un accidenti proprio ora!" volge lo sguardo a Ginger. "Parliamo dello stesso Harry? Estremamente avvenente, sempre imbronciato, guida una moto, occhi come il dominio?" annuisco leggermente imbarazzata. Matilda incrocia le braccia al petto: "Lui è l'unico per il quale si possa fare uno strappo alla regola. Può essere padrone solo dell'aria che respira e potrebbe comunque essere considerato un buon partito." sospira allontanandosi.

"Potrebbe essere tuo figlio!" le ricorda Ginger estremamente divertente.

"Non hai sentito niente." la rassicura Matilda "Mi trattengo solo per il fatto che una di noi tre pare essere riuscita nel compito di farsi notare da lui." la sentiamo macchinare con i vestiti "Come ci sei riuscita cara?" domanda. Ignoro la domanda.

Tutto è uno scintillio: ci sono scaffali colmi di scarpe, antichi manichini vestiti con abiti sfarzosi e sgargianti che, probabilmente, mai nessuno comprerà. Gioielli, cappelli e poi scatole: scatole di tutti i tipi, impilate una sull'altra quasi a dare un senso di soffocamento.

Che cosa le dovrei dire: Harry ha scelto me perché vuole far vedere a un super cattivo che noi facciamo sul serio e che non abbiamo paura di combattere?!
Certo che no.

"Non è poi tutto questo granché." cerco di sminuire, ma eccola che si blocca nei suoi passi, piccoli e veloci, mentre ci avviciniamo sempre di più alla zona camerini (ergo angoli di muro ricoperti da paraventi).

"Non è poi tutto questo granché? Signorina Adkins, spero lei sappia riconoscere il momento e soprattutto che sappia conoscerne il valore." Mi osserva severa.

"Sta scherzando, ovviamente, Harry l'ha invitata perché ha una cotta per lei e vuol far colpo." interviene Ginger e, per qualche strano caso, la sua risposta è molto meglio accetta della mia.

"Lo supponevo." Sospira la donna bassa e grossa davanti a noi prima di riprendere a camminare in fretta. "Allora Skylar. C'è un vestito; l'ho indossato solo io, solo una volta, solo per un'occasione magnifica e di enorme importanza." io e Ginger la guadiamo sgranando gli occhi. "Non siate sciocche, ero un bel bocconcino prima che i dolci cominciassero a farmi allargare i fianchi." ride rumorosamente muovendo la mano in aria con noncuranza. "Ti dicevo..- oh sì, puoi cominciare a spogliarti dietro al paravento cara, intanto io te lo trovo, deve essere nella scatola di velluto rosso- sono stata l'unica ad indossarlo." Continua mentre si affanna cercando questo vestito, che mi incute timore, mentre io comincio a togliermi i troppi vestiti che ho addosso per il freddo. "E, purtroppo, lo indossai una volta solamente. Sai, quando hai qualcosa di bello e prezioso, faresti qualsiasi cosa pur di non rovinarlo, ed è quello che ho fatto io, mettendolo in una scatola fino a quando non ho potuto più metterlo." sospira un po' amareggiata. "Ma tu sarai un'eccellente portatrice, Skylar, me lo sento." ridacchia fiera di se.

"La ringrazio Miss. Brown. Ho temuto di non riuscire nell'impresa di trovare un abito. Presa come sono stata ultimamente da altro; ho totalmente trascurato l'idea che mi servisse un degno vestito per una serata simile." ridacchio mentre in reggiseno e mutande.

"Non crucciarti troppo tesoro. Fino a quando ci sarò io, e i miei vestiti, sono sicura che non dovrai preoccuparti più di tanto." ride assieme a Ginger. "E tu?" Le chiede poi. "Tu signorina Jenkins non ci vai a questo ballo?"

Ginger sospira. "Beh, si suppone che per andare ad un Ballo ci sia bisogno di un invito." ridiamo insieme "Annegherò la disperazione di aver perso quest'esperienza nei pacchetti natalizi. Ne devo fare almeno un miliardo."

"Giusto, giusto cara. Andrete via con Arthur? Come sempre?" Chiede Matilda mentre continua a trafficare. Andare via con Arthur?

"Come sempre- sospira la ragazza bionda- quest'anno ci vuole proprio la pausa."

"Dove andate di solito?" domando.

"Oh, scusami Sky, dobbiamo esserci tutti dimenticati di dirtelo, presi come siamo sempre da tutto quello che c'è da fare." la sua voce è sinceramente dispiaciuta. "Arthur di solito ci porta nella sua casa nello Yorkshire, giusto per passare le vacanze in un posto che non sia questo. Una settimana, non molto di più. Tu sei ovviamente libera, quasi costretta, ad unirti a noi."

"Onorata." sorrido, anche se non può vedermi.

"Eccolo!" esclama Matilda colma di felicità "Sarai un tale schianto! Proprio bellissima." appare dietro al paravento con una scatola in mano. "Via quella biancheria Sky, non hai bisogno di mutandine e reggiseno per questo.." ride di gusto al mio imbarazzo. Prendo la scatola titubante e lei sparisce di nuovo, lasciandomi della privacy.

Tocco la superficie di velluto della scatola rotonda. È bella, ha una pietra, anch'essa rossa, al centro, e ci sono delle decorazioni in oro ai lati. Alzo il coperchio e sposto la carta di protezione che vi è dentro. Si svela un tessuto color oro, pizzo in oro. Lo tocco, è morbido, liscio, vellutato.

Lo sollevo e come una pelle magnifica il vestito si srotola, lungo, dorato, maestoso. Rimango abbagliata dalla sua bellezza, e stupida dalla sua taglia uguale alla mia. Miss. Brown deve avere sempre un asso nella manica, non avrei dovuto dubitare di lei. Lo appoggio con delicatezza di nuovo nella scatola, decido che la massima concessione che posso fare e togliere il reggiseno, ma non appena lo metto mi rendo conto che il tessuto della biancheria è facilmente visibile. Comprendo il consiglio di Matilda.

Fuori dalla piccola protezione del paravento le voci delle due donne qui con me continuano. Sento il loro suono ma non le loro parole. È il fruscio di questa stoffa ciò a cui le mie orecchie prestano attenzione. L'oro ricopre lentamente il mio corpo, ipnotizzandomi.

Mi sento avvolta da una seconda pelle, una pelle molto più bella e lucente. Il vestito consiste in un tessuto morbido che abbraccia la mia figura, il pizzo dorato crea un effetto vedo-non-vedo scandalosamente bello. Il leitmotiv, il sottofondo di questa magnifica lavorazione, e il colore della mia pelle, ecco perché deve essere completamente nuda per aprire completamente vestita.
Avvolge i fianchi e si apre leggermente a sirena, dietro continua in un modesto strascico che emette un sommesso fruscio ogni volta che mi muovo.

Il vestito continua aderente fino a sotto il seno dove la parte superiore è interrotta da quella inferiore da una fascia, dello stesso tessuto, larga non più di un paio di centimetri. Al di sopra di essa ecco che si manifesta uno scollo profondo a 'V' che lascia scoperto il petto più di quanto io non abbia mai osato. La scollatura continua su delle spalline adagiate sulle estremità delle spalle, regalando un'eleganza straordinaria allo scollo vertiginoso. Ma mai quanto quello che lascia scoperta la schiena quasi nella sua interezza.

Sorrido, e non smetto nemmeno quando Miss. Brown fa la sua comparsa dietro al paravento. Si blocca dal dire qualsiasi cosa stesse blaterando: mi osserva, la bocca truccata leggermente spalancata, gli occhi ammagliati. "Vieni cara.." sussurra porgendomi la mano. La prendo ed alzo leggermente il vestito per non calpestarlo.
Quando siamo di nuovo nel piccolo spiazzo circolare lasciato dalle montagne di vestiti, Ginger spalanca gli occhi. Un lento sorriso, poi, le fonde il volto.

"Sei stupenda." sussurra mentre mi posto avanti allo specchio. Il mio sorriso persiste, cresce anzi, mentre osservo come l'oro non faccia affatto a pugni con il rosso dei miei capelli, ma si amalgami con continuità, come una sfumatura. Passo le mani sui fianchi ammirandomi. Adoro tutto quello che vedo.

"Ho dei piccoli accessori per te, Sky." il tono di Matilda è molto più baritonale, come se non volesse rovinare nullo dell'estetica visione. "Dovrai raccogliere i capelli.." si apposta dietro di me: mi abbasso per permetterle di fissare la mia chioma rossa in un disordinato chignon basso con una spilla semplice e in tinta con il vestito. Alcune ciocche scappano sul davanti.

"Le scarpe.." ed apre una scatola dalla quale tira fuori dei sandali semplicissimi ma che so mi daranno del filo da torcere per la loro vertiginosa altezza. Il tutto prende sempre più forma e io mi sento sempre meglio in queste vesti. E la mia mente non può fare a meno di pensare a una cosa, e una solamente: che sarà molto più facile fare pace con Harry se indosso questo. Sorrido mentre prendo la piccola borsetta in tinta con le scarpe ed osservo il tutto allo specchio.

"Ti piace?" domanda.

Annuisco energicamente: "È a dir poco favoloso! Non avrei mai nemmeno potuto immaginare qualcosa di più bello." sorrido alle donne che mi guardano. "La ringrazio Miss. Brown. Ha fatto di questa giornata qualcosa di cui mi ricorderò per sempre." e lo penso davvero.

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