Sheol

By Little57

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Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
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Capitolo 43
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
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Capitolo 63
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Capitolo 65
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Capitolo 67
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Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
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Capitolo 73
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Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 44

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By Little57

"Non posso sopportare il fatto che Harry stia male, sono così in pena per lui! Forse dovrei passare a fargli visita di nuovo; sembra fagli bene avermi vicino, sopratutto adesso." sospira Lucilla confidando menzogne su menzogne a chi ha orecchie per starla a sentire. La guardo con la coda dell'occhio, incredula. Certa gente non ha proprio riguardi.

"Com'è bello che abbiate questo rapporto così unito! Tutte vorremmo essere al tuo posto." ma questo lei lo sa bene, ecco perché lo dice.

È chiaro che Lucilla racconta le sue bugie facendosi grande del fatto che nessuno di noi può smascherarla senza smascherare anche la copertura di Harry. Che non è a casa da ormai tre giorni. Ho pensato a lui parecchio, sopratutto dopo il modo in cui ci siamo salutati. Sono contenta di non avergli permesso di partire tenendomi il muso: sono stufa di quei giochetti inutili atti solo ad innervosire entrambi. Ho sempre professato di voler mantenere un rapporto civile con lui, tanto vale fare il primo passo.

La fila nella mensa scorre e tra poco potrò finalmente raggiungere i ragazzi al loro tavolo. Ho evitato di parlare sia a Millicent che a Roger e, sicuro come il fatto che mi chiamo Skylar, ho evitato Hunter. Ha tentato di prendermi da parte ma per fortuna sono stata salvata da Ginger; mi ha trascinata in bagno dove Gwen ci aspettava per raccontarci delle frottole che Lucilla stava mettendo in giro sulla malattia di Harry. Mi sento riprovevole ad evitarlo così apertamente ma d'altro canto non credo di essere pronta ad affrontarlo a viso aperto: dovrei dargli una risposta definitiva sulla questione di metterci insieme e forse dargli spiegazioni su venerdì sera.

"Ciao Sky!" Jayden mi avvolge un braccio attorno alle spalle mentre prende una patatina fritta dal mio vassoio. Ci incamminiamo assieme verso il tavolo dove gli altri ci aspettano.

"Jay.." lo saluto sorridendogli. "Prendi un'altra patatina dal mio vassoio e ti stacco le mani a morsi." ridacchio facendolo accigliare.

"Non ci credo che avresti il cuore così duro da privarmi da queste magnifiche mani da atleta!" mi fa ridere di più.

"Capirai che atleta! La squadra di basket non vince una partita nemmeno si chiede agli avversari di perdere apposta." lo canzono. "Via quel faccino triste! Resti comunque il miglior giocatore di basket che abbia mai visto. Sono sicura che il problema sono gli altri e non tu." per tutta risposta fa una smorfia.

"Ehi ragazzi!" saluta Sean, gli lascio un bacio sulla guncia e prendo posto accanto a lui. "Oggi allo Sheol! Sopratutto tu testa di fuoco. Abbiamo bisogno di cominciare seriamente il nostro allenamento. Approfittiamo del fatto che Harry non potrà interromperci stavolta." ridacchiano tutti.

"A proposito- interviene Gwen con la bocca piena -come funzionano le sue lezioni?" chiede indicandomi con una patatina.

"Non sono davvero pronta a risponderti sai?" le chiedo mentre prendo un sorso di succo di frutta. "Lui è strano, non mi dice mai dove vuole arrivare solo 'Fai questo Adkins!' 'Libera la mente!'-" tento di imitare la sua voce profodna. Gli altri scoppiano a ridere. "Insomma, può certamente migliorare le sue qualità di insegnate." mi aggiungo alle loro risate.

"Spero di cavarmela meglio." Sean rischia di affogarsi con un trancio di pizza, ma Jayden gli da qualche pacca sulla schiena.

"Si, anche se chiuque, in confronto ad Harry, sarebbe meglio come insegnate, visto che basta avere un po' più di pazienza di quanta non ne abbia lui." alzo ed abbasso le sopracciglia.

"Se solo potesse sentirti.." ride Ginger.

Qualcuno, alle mie spalle, si schiarisce la voce per segnalare la sua presenza. È Hunter e qualcosa mi fa presagire che questa volta non potrò scappargli.

"Hunter Acchiappa-Palle!" Jayden lo accoglie dandogli il cinque, ma il soprannome non fa che mettere a disagio il nuovo arrivato. Lancio un'occhiataccia a Jay per invitarlo a smettere.

"Ehi!" cerco di risultare il più entusiasta possibile di vederlo. Già inizio ad alzarmi perché so che, qualsiasi cosa voglia dirmi, non vorrà dirmela qui davanti a tutti.

"P-posso parlarti in privato per favore?" mi chiede infatti.

"Basta che tu non la trattenga troppo a lungo con i tuoi monologhi mi raccomando." Jayden è più serio e per un attimo mi sembra quasi stia prendendo le veci di Harry.

"Dacci un taglio Jay." la mia voce risulta quasi supplichevole e lui decide di darci davvero un taglio. Alza le mani in segno di resa e poi ritorna a mangiare.

Seguo Hunter fuori dalla mensa, camminiamo in silenzio fino a quando non ci ritroviamo all'esterno, vicini al muretto dove ci siamo scambiati il primo bacio. La cosa mi fa sentire leggermente a disagio, cerco di fare finta di niente e soprattutto di spezzare il silenzio imbarazzante: "Perdonalo. Jayden cerca solo..-"

"Di marcare il territorio?" ridacchia facendomi corrugare la fronte. "Tranquilla, non m'importa quello che dice." prende posto sul muretto e io lo seguo. Vorrei dirgli che non sono il territorio di nessuno e se è così che lui mi visualizza allora mi ritengo davvero offesa. "È stato uno shock scoprire che non vivevi più al Mezzaluna." continua "Anzi- mi guarda -è stato uno shock scoprire che ora vivi con loro."

"Ginger e Gwen mi hanno offerto di condividere l'appartamento e ho accettato. Quando me l'hanno offerto sembrava un'ottima opzione è devo dire che nel tempo ha continuato ad essere così." annuisco e guardo per terra.

"Uh, davvero?" non riesco a tenere gli occhi lontani dai suoi per molto.

"Si." rispondo decisa "Davvero." corrugo la fronte "Perché ti risulta tutto così difficile da credere? Sono state gentili."

"Gentili.." sussurra mentre abbassa gli occhi. "Stai diventando come loro." ridacchia un po' amareggiato.

"In che senso scusa?" alzo un sopracciglio.

"Nel senso che non è più possibile parlarti, che sei sempre circondata da qualcuno di loro. Roger sostiene da sempre che abbiano una specie di segreto, o più segreti, per poter essere così legati, e crede anche che adesso li abbiano detti anche a te.."

Rido. "Si, Roger ha una fantasia molto fervida." annuisco. "Secondo te è un male che io 'stia diventando come loro' o 'parte di loro'?" gli chiedo alzando un sopracciglio.

"Beh.. spero vivamente che tu non mi chiami Acchiappa-Palle quando non sono presente."

"No!" esclamo accigliata. "Nemmeno loro ti chiamano così, lo giuro.. beh, a parte.." abbasso la testa un po' in difficoltà.

"Styles?" sorride.

"Harry.. lui, è un po' diffidente nei tuoi confronti, tutto qui."

"Perché ha visto che ci baciavamo?" mi chiede lasciandomi a bocca asciutta.

"N-no.. " arrossisco.

"Non prendermi in giro, non sono stupido. Prima non pronunciavi nemmeno il suo nome, e adesso lo dici con una voce.."

"Cosa?" gracchio sentendomi punta sul vivo.

"Non è difficile capire che è cambiato qualcosa. Non so cosa, ma so che c'è un cambiamento. Non sono nessuno per giudicarti, ma non mentirmi, so che il tuo atteggiamento nei suoi confronti è diverso." sospira.

"Insomma, ma cosa vi aspettate tutti? Sono miei amici! È certo che il mio atteggiamento nei loro confronti, ti tuti loro, è cambiato." faccio spallucce.

Mi guarda per un po' prima di distogliere lo sguardo: "Lo capisco. Solo.. sembra che sia passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo parlati, o guardati. È come se quei ragazzi- fa un cenno verso l'edificio scolastico per mostrare il suo punto, ovvero le persone che abbiamo lasciato sedute a quel tavolo- facciano di tutto per tenerti alla larga da noi, o da tutto quello che secondo loro non è all'altezza."

Rido. "Non puoi capire.." scuoto la testa.
E non mi riferisco solo ai segreti che portano i ragazzi ad essere così riservati, mi riferisco al fatto che lui, esattamente come Millicent, faccia di tutto per vedere del marcio anche dove non c'è. Inizio a sentire una sorta di costrizione nei suoi confronti e la cosa non mi piace affatto.

"Raccontami allora." la speranza nella sua voce è un colpo al cuore.

"Non posso Hunter."
Abbassa gli occhi sconfitto.

"Vedi? Roger ha ragione a dire che c'è qualcosa che va oltre all'essere degli snob." sbuffa rabbioso.

"Non sono degli snob Hunter! Non li conoscete, nessuno di voi, e nessuno in questa scuola conosce quelle persone-"

"Parla di Harry." mi deride. Lo trucido con lo sguardo.

"Va bene. Nessuno di vuoi conosce Harry per davvero."

"Tu si?"

"Più di voi sicuramente." metto fine a questo discorso, perché dopo queste parole cala il silenzio.

Rialza il viso verso di me: "Ho come l'impressione che tu abbia migliorato le tue doti da baciatrice."

--
"Dove vai?" Mi chiede Ginger. "Sean ha detto che ci dobbiamo trovare tutti allo Sheol per allenarci." ricorda quando vede che non proseguo sul molo assieme a lei. Gli altri ci dovrebbero raggiungere tra poco.

"Vi raggiungo tra un attimo, devo solo fare una cosa." le sorrido e poi le faccio cenno di proseguire senza di me. Quando è dentro alla baracca, rilascio un lungo respiro. Mi avvicino al lago cautamente, osservo il ghiaccio: la mia immagine non si riflette come quella di Harry, solo perché il ghiaccio è opaco e non lucido come lo rese lui passandoci sopra la mano.

Continuo a camminare non pensando alla notte che si fa sempre di più buia e ai piccoli rumori della natura. Respiro il freddo che mi punge il viso. Le dita delle mani sono delle calotte di ghiaccio, quelle dei piedi, nonostante le scarpe, anche peggio. Chiudo il giubbotto aperto.

Sono passati tre giorni da quando Harry è partito senza più dare notizie; Jayden sostiene che abbia troppo da fare ma che quando tornerà ci metterà al corrente di tutto quello che è accaduto. Io non sono così fiduciosa: io ci sono stata in missione con Harry e sono successe cose che poi non abbiamo raccontato. Tutto quello che spero è che stia bene e che non gli sia successo nulla. Se dovesse essere tornato a rompere le uova nel paniere a Malik e ai suoi, cosa di cui è capace, non so come potrebbe uscirne.

Giunta al punto in cui fu lui a portarmi per l'allenamento riempio i polmoni d'aria fredda. I ricordi che adombrano questo posto ritornano alla mia mente: i litigi con Harry non hanno quasi mai senso. Più passa il tempo e più soffro per via delle loro inutilità.

Chiudi gli occhi mi sussurra la sua voce. Eseguo l'ordine come se si trovasse ancora alle mie spalle.
Libera la mente, ispiro ed espiro con calma, trattenendo il fiato tanto prima di lasciarlo andare. Senza nemmeno rendermi conto di star facendo ciò che faccio mi incammino fino ad essere al centro di sei abeti, alti e ghiacciati.

La mia mente galleggia nel vuoto, non vi è più nulla a cui pensare: potrei pensare ad Harry, ma è già qui, nel ghiaccio. Il freddo me lo riporta alla mente, come se lo rivivessi sulla pelle. Apro le mani lentamente mentre i polmoni si riempiono di freddo.

Comincia a soffiare un vento più forte e gelido, si sentono dei tuoni in lontananza e tutti questi suoni messi insieme mi fanno sentire come se qualcuno stesse cercando di comunicarmi qualcosa. È alla ricezione di questo messaggio che volgo la mente vuota. Tremo di freddo, ma è una cosa che consto come se non mi riguardasse.

Ignora le sensazioni esterne, concentrati su quello che hai dentro.

L'aria che entra nei polmoni carica di ossigeno viene espulsa in nuvole di anidride carbonica. Il mio respiro è regolare e lento. Profondo. È qui: qualsiasi cosa io abbia chiamato.

Apro gli occhi lentamente e mi ci vuole del tempo per potermi rendere conto del buio, sembra che l'assenza di luce dentro di me in questo momento si rifletta anche fuori. Tra due alberi davanti a me c'è un movimento, come neve che viene calpestata e rametti che si spezzano sotto il peso di qualcuno. Aguzzo la vista in modo puramente istintivo.

Non sento più il peso del mio corpo, sono tutt'uno con la neve e gli alberi: quando le mie orecchie ne captano un altro mi accorgo che non sono sola.

Cammina lenta e bellissima verso di me, passo dopo passo, gli occhi neri fissi nei miei, il manto bianco e morbido sembra essere nato dalla neve. Dal suo muso escono nuvole di vapore acqueo.

Resto immobile mentre continua a camminare verso di me. È una volpe bianca, grande, maestosa. Avanza lenta ma sicura: io scrutassi il suo manto bianco e lei la mia chioma rossa.

Non capisco ancora bene come, ma so di essere stata io a chiamarla. Essermi concentrata sul niente ha messo davanti ai miei occhi le mie priorità i miei bisogni. Il principale dei quali è quello di vedere Harry: lo posso ammettere solo in questo stato. Pare che questa bellissima volpe delle nevi (che sono sicura non vivrebbe qui se solo Harry non avesse reso il clima attorno allo Sheol così artico) è venuta da me per cercare di colmare un vuoto.

Mi abbasso, appoggio le ginocchia a terra ed il suo muso si trova a un palmo di mano dal mio naso. Il suo respiro caldo mi riscalda il viso, e all'improvviso non sento più freddo, esattamente come farebbe Harry se fosse qui. La volpe avanza imperterrita, sposta il suo viso accanto al mio, e il pelo caldo e morbido della sua testa accarezza il mio volto.

Chiudo gli occhi, lascio uscire un sospiro rumoroso. Come se all'improvviso stessi davvero bene, come se qualcuno mi capisse. Sento del liquido caldo innondarmi gli occhi chiusi e poi le lacrime scendono sul viso.

Si ferma, la tua testa parallela alla mia, si preoccupa di muovere la sua in modo da accarezzare il mio viso freddo, soffia tra i miei capelli e io allungo le braccia, e accarezzo il suo manto per poi stringerla delicatamente in un abbraccio e so, per certo, che se ne andrà solo quando sarò io a dire alla sua mente di farlo.

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