Sheol

By Little57

2.3M 138K 41K

Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 40

25.7K 1.6K 827
By Little57

Mi muovo in mezzo alle persone con un pizzico di difficoltà. Non ho bevuto molto, ma il liquore di Gwen mi ha confuso leggermente le idee, inoltre la musica altissima e le luci intermittenti non rendono più semplice il compito di riprendersi. Osservo la massa di corpi che cantano e ballano all'unisono con un piccolo sorriso sul volto: in un certo senso la confusione di questo posto mi piace. Negli angoli ci sono persone meno rumorose, che chiacchierano o si baciano. Sono sicura che a scuola ne parleranno tutti: è la prima volta che i ragazzi danno una festa a casa loro.

Ginger mi raggiunge porgendomi un altro drink: si accorge della mia smorfia titubante quindi si premura di piazzarmelo con mano strofinando il suo naso contro il mio. E' chiaramente ubriaca: "Ti stia prendendo una pausa?" mi chiede, urlando all'orecchio.

Annuisco: "Anche tu ne hai bisogno, da quello che vedo." ridacchiamo.

Ma sparisce da qualche parte, richiamata da un tipo alto e biondo. Scuoto la testa quando si volta verso di me e mi fa l'occhiolino, incitandomi, con un gesto della mano a trovare qualcuno con cui passare la serata.

Mi ritrovo a pensare ad Harry, è chiaro. Ho evitato di parlagli per tutta la sera: il fatto che Ginger mi abbia messa al corrente del loro litigio ha influenzato questa scelta. Ma la mia non è solo solidarietà femminile: ha passato tutto il pomeriggio con Lucilla. E anche tutta la serata da quel che ho potuto notare. E' davvero fastidioso che la cosa continui a toccarmi così a fondo. Non dovrebbe, sono stata io a chiedergli di trattarmi come Ginger e Gwen, le quali non si lamentano mai dei suoi rapporti promiscui con Lucilla.

"Ciao volto d'angelo!" esclama Sean sbucando dal nulla e avvolgendomi le spalle con un braccio. "Lo sai che è totalmente vietato stare fermi in un angolo a questa festa?" io spalanco gli occhi indicando Gwen ed Harry seduti sul divano a fumare assieme ad un consistente numero di altre persone. "A te- precisa- è vietato stare ferma in un angolo."

Ho ancora lo sguardo sulla zona 'divano' quando noto che Lucilla va a sedere in grembo ad Harry. Ecco perché vorrei poter porre resistenza quando Sean mi trascinava verso di loro.

Harry si accorge di noi, si accorge, sopratutto, delle nostre mani avvinghiate.

"Sai che c'è anche Roger, stasera? Devo aver visto anche il tuo fidanzato da qualche parte!" esclama anche lui leggermente ubriaco. Quindi sono venuti. Mi guardo attorno come se potessi trovarli subito, ma non accade. Prendo un lungo sorso dal mio drink non appena siamo vicini ad Harry e gli altri. Siamo praticamente arrivati quando Sean pianta i piedi, io non posso evitare di finirgli addosso e per poco non gli rovescio tutto il drink addosso.

"Ma che succede?" chiedo scoppiando a ridere.

"Dobbiamo ballare, ecco che succede!" urla sopra la musica sottraendomi il bicchiere di mano e dandolo a qualcuno che non riconosco.

"Quello era il mio drink!" protesto mentre mi trascina in mezzo a quella che è diventata la pista da ballo, colma di persone. "Sean!" cerco di fermarlo, ma è troppo determinato in quello che fa.

"Lo sai che ho origini argentine?" mi chiede poi facendomi volteggiare. Non smetto di ridere. non capisco cosa si aspetti da me.

"Io ballavo danza classica, e su questa canzone, sinceramente, non ci sta molto." mi strattona con forza verso di lui, i nostri petti a combaciare.

"Ho imparato a non sottovalutare le ballerine con le scarpette di stoffa." ride appoggiando una mano alla base della mia schiena.

"Sean, ci guardano tutti!" lo avviso assecondandolo nel ballo a due. La musica è decisamente trascinante, non mi dispiace affatto ballare con lui: mi viene difficile mettere in dubbio le sue doti di ballerino, sopratutto per la sicurezza con cui si muove guidando entrambi.

"E' giusto così!" urla ancora. I nostri nasi quasi si toccano, entrambi guardando i nostri piedi muoversi, increduli di quanto bene funzioni questa coppia di ballerini. "Ottimo testa di fuoco!" esclama lui in preda all'euforia.

Qualcuno lo incita con un "Vai Hernandez!" e tutti e due scoppiamo a ridere. Ci spostiamo insieme: muovo i fianchi avvicinandomi a lui per poi allontanarmi e ripetere il gioco. Mi manca il fiato quando mi allontana senza lasciare la mai mano e facendomi volteggiare su me stessa come se non fossi un corpo con un peso. Balliamo da lontano, lanciandoci sguardi complici e attirando la curiosità di altre persone. Mi porge la mano e di nuovo mi ritrovo contro il suo petto, le sue gambe e le sue intrecciate le une alle altre. Il ritmo della musica aumenta ci muoviamo l'uno contro l'altro con una precisione dettata dall'alcol. I mi capelli lo colpiscono come fruste quando mi volto per appoggiare la schiena contro il suo petto. Una serie di applausi e di fischi animano l'atmosfera già parecchio surriscaldata facendo divertire enormemente entrambi.

"Woh!Woh!" esclamano Gwen e Ginger, entrambe in piedi, i drink alti verso il soffitto e l'espressione avvinta. Io scuoto la testa guardandole. Ritorno ad avvolgere le braccia attorno alle spalle di Sean, i capelli ricadono sulla schiena scoperta.

"Lo sapevo che eri una bravissima ballerina!" esclama lui, una mano che si adagia alla base della mia schiena, l'altra afferra una delle mie mani facendomi volteggiare nuovamente. Il ballo affiatato si conclude con Sean che bacia con delicatezza la mia mano ed un mucchio disordinato di applausi e fischi di ovazione.

"Nemmeno tu scherzi." rispondo accettando nuovamente il mio bicchiere. Mi faccio sempre più lontana dalla pista da ballo, nel tentativo di sparire dal centro dell'attenzione.

"Questo è quello che chiamo muoversi!" esclama Jayden baciandomi la mano a sua volta, prima di sparire da qualche parte assieme a Ginger.

Quando volgo di nuovo gli occhi ai divani noto che lo sguardo di Harry è terribilmente piantato su di me. Non so bene cosa leggervi: quello potrebbe essere un rimprovero o semplice disprezzo. Non mi sembra contento, questo è chiaro. La cosa però non mi importa: che guardi Lucilla se non gli piace quello che trova da queste parti. Scuoto i capelli dietro le spalle scacciando l'importanza di quel pensiero. Noto qualcuno che si sbraccia per attirare la mia attenzione, dall'altra parte della stanza. Sono più che felice di fare a gomitate per raggiungere Roger. Ciò di cui non sono molto contenta è di non aver notare che è assieme ad Hunter.

"Ehi, ragazzi!" esclamo abbracciando entrambi. Sono contenta che siano riusciti a trovare un angolo della casa non troppo rumoroso, così da poter parlare. Lancio un'occhiata al corridoio che porta alle camere ed al bagno: non è affollato come mi aspettavo. Forse Harry ha davvero messo un ordine restrittivo a questa zona.

"Mi vuoi spiegare che cosa diavolo era quello?" esclama Roger con un finto cipiglio di rabbia sul viso. "Non ballare mai più in quel modo col mio futuro marito: non sono sicuro di riuscire a perdonarti la prossima volta!" ridiamo.

"Siete qui da molto?" domando guardando Hunter. Non mi sembra entusiasta di trovarsi qui.

"Da quasi un'ora. C'è della bella musica, una bella atmosfera." risponde, chiaramente a disagio. "Ho sentito dire che ora vivi qui."

"Non qui." specifico. "Questo è l'appartamento dei ragazzi. Vivo in quello accanto, per il momento. Ginger e Gwen sono state tanto gentili da ospitarmi visto che la mia unica opzione era tornare al Mezzaluna." spiego continuando a bere.

"E racconta un po': com'è vivere con loro?" rido, ignorando la domanda di Roger. "E' così difficile parlarti, ultimamente. Nemmeno a scuola sei più un attimo da sola. Non credevamo di riuscire a parlarti questa sera. Il gruppo popolare si occupa di non lasciarti mai da sola.. Ma come diavolo hai fatto a scalare la piramide?" Roger è chiaramente ironico, ma non appena nota la mia espressione corrucciata abbandona l'argomento.

"Come va? Voi avrete qualcosa di divertente da raccontarmi!" cerco di cambiare argomento. "Millicent non è venuta?" chiedo. Non che mi importi se lei c'è o meno, è tanto per non passare il tempo a guardarci negli occhi in imbarazzo.

"Dovrebbe essere qui da qualche parte." risponde Hunter. "Ma non credo si stia divertendo molto. Non è una gran festa." sbuffa.

"Non fare il noioso e beviti qualcosa!" lo esorta Roger.

"Se volete da bere tutti gli alcolici sono nella cucina." indico loro "Posso accompagnarvi, così possiamo bere qualcosa insieme." propongo, convinta di aver trovato un punto d'incontro che possa accontentare tutti.

"Certo!" esclama Roger "Forse posso riscattare la mia dannata reputazione se mi faccio vedere con te!" e si rassetta la camicia blu acceso con fare assorto. Noto però che le loro espressioni mutano ecco quando decido di voltarmi, ed ecco quando trovo Harry alle mie spalle. Un'espressione indecifrabile sul volto, i capelli scomposti, la camicia bianca leggermente sbottonata, le maniche arrotolate a lasciar intravedere i tatuaggi sulle braccia e nella mano destra un bicchiere di vetro con del liquido scuro.

"Ho bisogno di parlarti." enuncia con uno sguardo veloce ai due. Assottiglio gli occhi: non credo che questo sia il momento di dare spettacolo. Non davanti a Roger e, tanto meno, davanti ad Hunter. Posso solo immaginare come si senta in questo momento. L'ultima volta che abbiamo parlato gli ho rivelato di averlo baciato e lui mi ha chiesto di stare insieme, senza mai ricevere una risposta. Ora mi ritrovo qui, davanti agli occhi, con Harry fin troppo vicino alla mia persona.

"Stavo per accompagnare Hunter e Roger a prendere da bere. Parliamo dopo."

Gli volgo le spalle, cercando di ignorare la sua presenza. Ma mi rendo conto che si trova ancora lì dove l'ho lasciato, perché Roger e Hunter tengono gli occhi fissi su di lui. Mi sorprende non poco quando mi affianca, intromettendosi tra me ed Hunter, ed avvicina il suo volto al mio fino a quando non può parlarmi all'orecchio: "Ti conviene seguirmi se non vogliamo dare spettacolo davanti a tutti." posso sentire una chiara nota di alcol nell'alito. So che Harry potrebbe dare spettacolo quando sobrio, figurarsi da ubriaco. Appoggio le mani sul suo petto respingendolo con quanta più gentilezza possibile.

Mi rivolgo ai due davanti a noi: "Ragazzi precedetemi pure, vi raggiunto tra un attimo, promesso." cerco di fare loro un sorriso ma sono sicura che esca più come una smorfia visto che la consapevolezza di essere un'amica terribile mi investe in pieno viso.

Harry avanza lungo il corridoio e io lo seguo: dentro di me monta la rabbia nei suoi confronti. Si ferma davanti a quella che so essere la sua camera da letto: "Fuori dai coglioni voi." avvisa con tono burbero la gente che si trova da quelle parti. Io incrocio le braccia al petto, lanciando un'occhiata al punto in cui abbiamo abbandonato Roger ed Hunter. Sono ancora lì e guardano nella nostra direzione. Sospiro sperando che se ne vadano il prima possibile.

"Che c'è che non va?" mi domanda la sua voce, sorprendendomi non poco. Corrugo la fronte e sorrido in contemporanea.

"Che c'è che non va?" domando assottigliando gli occhi "Stavo parlando coi miei amici, e ti sei intromesso come un cafone, ecco cosa c'è che non va. Quindi parla, altrimenti torno da loro."

"No- scuote la testa- è tutta la sera che non mi parli. E' da molto prima che io interrompessi il tuo colloquio con i tuoi 'amici' che c'è qualcosa che non va." precisa. Mantiene un tono controllato e anche la sua compostezza, ma noto benissimo quanto è agitato. "L'ultima volta che abbiamo parlato, questa mattina- allunga il braccio in direzione dell'altro appartamento, come ad indicare la conversazione avuta in cucina- mi sembrava che tutto andasse bene."

"Qual è il tuo problema?" domando "Da quando ti importa se c'è qualcosa che non va?" i suoi occhi verdi si piantano come vetri nei miei, la mascella si contrae. Distoglie lo sguardo voltandosi e regalandomi una magnifica visuale del suo profilo. Guarda il liquido nel proprio bicchiere, lo fa volteggiare, poi con un movimento secco lo beve in un sorso solo.

Fa un passo indietro e quindi per andarsene in camera sua: "Dove vai ora?" gli chiedo con quanta più incoerenza possibile.

"Via- mi risponde- ho provato a chiarire con te. Ma ovviamente non hai voglia di parlarmi, né di avere a che fare con me per quel che conta, quindi vai pure." apre la porta della propria stanza.

Serro gli occhi, perché so che Hunter e Roger sono ancora lì: "Hai litigato con Ginger." sputo fuori velocemente.

"Avanti, entra." sbuffa, la mano sulla maniglia a tenere la porta aperta.

"Non ci vengo in camera tua." arrossisco.

"Preferisci litigare qui fuori? Davanti ai tuoi amichetti e a tutta la dannata scuola?" mi chiede muovendo il bicchiere vuoto in aria a dimostrazione del proprio punto. Sbuffo un'ultima volta prima di varcare la soglia, lui mi segue immediatamente chiudendo la porta. La musica ci giunge come se fossimo in una bolla, Harry appoggia il bicchiere sulla scrivania accanto alla porta ed accende una lampada. La finestra è aperta, la notte luminosa mi permette di scorgere la maggior parte dei mobili qui dentro: il grande letto al centro della stanza, la chitarra in un angolo, una poltrona con dei vestiti sopra.

"Io non ho litigato con Ginger." risponde sistemando meglio le maniche della camicia.

"Si invece." sussurro continuando a guardarmi attorno. C'è un dipinto alla parete, è un grande spiazzo innevato. Lo osservo. "L'hai ignorata per andare a fare i tuoi porci comodi con Lucilla, quando ti ha chiesto una mano oggi pomeriggio." rispondo.

"Quindi è per questo." sbuffa annuendo. Mi volto velocemente verso di lui, le braccia ancora conserte: mi sta guardando con un sorrisetto beffardo sul viso. "Chiederò scusa a Ginger. Ma non posso chiedere scusa a te, visto che non dovrei averti fatto nessun torto."

"E' così." rispondo sollevando un sopracciglio. Continuo a muovermi in giro per la stanza. Lo sorpasso colpendolo leggermente sulla spalla: ovviamente apposta. "Ma nemmeno dovrebbe importarti di vedermi sorridente con te." accarezzo il ripiano della scrivania con le dita: è colma di fogli, di libri che non riconosco come scolastici. Accarezzo l'orlo del bicchiere dal quale stava bevendo fino a poco fa, poi il legno di una scatola.

"Io quella non l'aprirei, se fossi in te." mi sussurra la sua voce. E' a pochi centimetri dalle mie spalle. Ispiro in modo tremendamente rumoroso, e trattengo il fiato non appena me ne accorgo, quando le sue mani si appoggiano sull'orlo della scrivania, in modo che io mi ritrovi imprigionata tra le sue braccia.

Non ho idea di cosa potrei dire per uscire da questa situazione. La cosa peggiore però, è che non sono nemmeno sicura di volerlo.

"M-mi staranno aspettando." sussurro con un fil di voce.

"Vuoi andare?" mi chiede con prontezza. Posso sentire il suo respiro infrangersi sulle mie spalle e vorrei che non mi stesse a così poca distanza. Mi volto, in modo da non dargli più le spalle.

"Perché mi hai chiesto di venire con te?" gli chiedo costringendo me stessa ad osservare i suoi occhi. "Non hai niente da dirmi che io non sappia già." bisbiglio.

Lui mi scruta per un tempo che mi sembra durare ore prima di rispondere: "Volevo che la smettessi di ignorarmi." risponde con un sussurro "Cosa che ti riesce sempre benissimo quando siamo in mezzo ad altra gente- si bagna le labbra- ma difficilissimo quando siamo da soli."

"Non dovresti essere qui con me." continuo scuotendo leggermente la testa "Non dovresti parlare così a me. Io non sono Lucilla, Harry." gli ricordo senza cattiveria, con la sola intenzione di trovare una via di scampo.

"Questo lo so bene." continua, con il viso a centimetri dal mio. Leggo la sorpresa nei suoi occhi quando allungo le mani accarezzando il suo volto.

"Non ti sei fatto ancora la barba." bisbiglio riproducendo a parole la sensazione di ispido sotto le dita. Mi osserva per un po' prima di serrare lentamente gli occhi. Il suo respiro aumenta, posso vedere il petto sollevarsi ad una frequenza più veloce. Dalla finestra aperta entrano folate d'aria gelida: inizia a piovere. "Sky, questo è un buon momento per andartene." se non fossi così vicina non riuscirei a sentire le sue parole. So cosa intende e la cosa fa si che le mie gambe siano leggermente molli all'idea che possa accadere di nuovo.

Il mio silenzio gli fa aprire gli occhi, non tolgo le mani dal suo viso: "Perché lo fai?" gli chiedo.

"Se lo sapessi sarebbe più semplice smetterla." osserva con intensità i miei occhi. Si avvicina sempre di più, so che dovrei fermarlo ma questo non è il comando a cui risponde il mio corpo: avvicino il viso al suo. Quando le nostre labbra si toccano lascio finalmente uscire il respiro trattenuto e l'enorme accumulo di tensione si dipana in una scossa di adrenalina incredibile. Questo bacio non è paragonabile a niente di quello che ho provato nella mia breve vita. Le sue labbra si muovono con esperienza sulle mie, le separa con dolcezza e decisione insieme, e quando finalmente posso sentire il sapore della sua bocca serro gli occhi. Il suo corpo si avvicina, le sue mani si spostano dal ripiano della scrivania alla mia vita, mi solleva in modo da mettermi seduta. I suoi movimenti sono decisi, la sua bocca continua a baciare la mia senza un minuto di interruzione, in modo così straordinariamente bello da togliermi il fiato. Percorre la pelle esposta delle mie gambe e non posso fare a meno di lasciar fuggire un ansimo quando, afferrando la parte inferiore delle mie cosce, mi attira più vicino a se, facendo combaciare i nostri bacini. Intrufolo le dita tra i suoi capelli, alla base della nuca. Morde il mio labbro inferiore, forse per lasciarmi prendere respiro, e poi ritorna alla lasciva danza delle nostre labbra. Sa di whisky, quello che Jayden conserva anche nello Sheol, e desiderosa di sentirlo ancora e ancora, inizio a prendere gusto a questo ritmo di labbra che scivolano le une sulle altre, aprendosi e serrandosi. I suoi polpastrelli si serrano con più decisione sulla mia pelle: "Harry!" ansimo staccandomi per un attimo. Ha le labbra più rosse e gonfie, gli occhi luccicano di una strana luce. Si avvicina di nuovo a me, questa volta per baciare il mio collo, e scendere lungo la clavicola, facendo scendere la sottile bretella del vestito. Poi risale di nuovo verso il mio volto riprendendo il bacio.

L'intera pelle del mio corpo è percossa da una serie di brividi terribilmente piacevoli. Riporto le mani sul suo viso, accarezzandolo mentre continuo a baciarlo: e incredibile che io gli permetta di toccarmi e di baciarmi in questo modo. Tutto quello che provo per lui è rabbia e odio non dovrei perdere la testa; eppure non c'è altro posto o persona con cui vorrei essere al momento. Voglio che mi stia il più vicino possibile, e continuare a baciarlo come se fosse l'ultima volta in cui lo faccio: perché questa è l'ultima volta.

Trovo la forza di respingerlo: "Non dovremmo farlo." sussurro a corto di fiato, le labbra così vicine che ancora si toccano.

"Si- bisbiglia- lo so." riempie i polmoni d'aria, resta fermo davanti a me, a scrutarmi: "Adesso torneremo lì fuori a fare finta che non sia successo e la cosa potrebbe costarmi più di quanto non mi piaccia ammettere." sussurra. Gli sorrido, accarezzando il suo profilo. Adagia il volto sulla mia mano chiudendo gli occhi.

"Mi piace questo Harry." bisbiglio "E mi piace questa calma." cerca di nascondere un sorriso.

In questo preciso istante, infatti, non riesco a trovare nemmeno una ragione per cui farci la guerra. Non sembra nemmeno vero aver passato il tempo a litigare da quando ci siamo conosciuti.

"Resta." sussurra poi aprendo gli occhi. Ridacchio scuotendo leggermente la testa. "Sarebbe una così cattiva idea?" si distanzia per permettermi di scendere dal tavolo.

"Me lo chiedi come se non fossi tu quello con cui litigo praticamente ogni giorno da quando sono in questo posto." gli sorrido.

"Non tornare da lui." continua, la voce bassa, una nota quasi supplichevole in essa. So che si riferisce ad Hunter.

"Non posso semplicemente ignorarlo." rispondo cercando i suoi occhi. Sfugge il mio sguardo e comprendo che, forse, questo è il momento di andarmene. Gli do le spalle ma non riesco a fare più di qualche passo.

Afferra la mia mano e mi trascina di nuovo verso di sé: "Allora dammi un altro minuto."

Mi bacia di nuovo, con dolcezza, quasi avesse paura di rompermi. E con decisione: forse è consapevole quanto me che non tornerà un'altra occasione come questa. Dentro di me spero che questo minuto duri per sempre e, al contempo, che finisca il prima possibile.

Si allontana di nuovo da me e questa volta con sicurezza. Indietreggia fino ad appoggiarsi alla scrivania, mi guarda e mi guarda: ferma in mezzo alla sua stanza. Afferra quindi il proprio bicchiere e mi volta le spalle.

E' tempo che io vada, e lo faccio in punta di piedi, per non disturbare quello che ancora aleggia tra le pareti di questa stanza.

Continue Reading

You'll Also Like

14.7K 1K 34
Fanfiction holdarah
96K 3.5K 33
(COMPLETA) Jughead si è appena trasferito a riverdale dove incontra Betty, una ragazza molto diversa da lui. Che cosa porterà questa unione?
5K 220 13
Carmine Di Salvo, o meglio Esposito, pensava di essere addestrato e pronto alle nuove sfide. Nulla avrebbe però potuto prepararlo a Rosa Ricci. Rosa...
199K 7.4K 70
«"Dimmi che non è un addio", così lontana ma anche così vicina» ⇨♥ «Lo sapevo che non te sarebbe andata bene, non sei il tipo de persona che da secon...