Sheol

By Little57

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Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
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Capitolo 65
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Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 30

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By Little57

Non aspetto nemmeno che la porta sia del tutto chiusa alle mie spalle per incamminarmi il più in fretta possibile verso l'uscita. Non resterò qui un minuto in più. Sospesi! Con quale coerenza mette alla gogna me ed Harry e tutto ciò che gli altri devono fare è pulire? Questa scuola si sta rivelando diversa da ciò che gli altri mi hanno sempre raccontato. Se sono così rigidi per una guerra di cibo come mai sta cadendo a pezzi? La disciplina non mi sembra il punto forte quando si tratta degli altri.

"Dannazione!" esclamo procedendo per il corridoio vuoto.Do una spinta alla porta che cigola aprendosi e lasciando che un vento gelido mi colpisca le braccia lasciate scoperte ed il viso.

"Skylar.." ridacchia una voce roca alle mie spalle.

"Sta zitto Harry!" mi volto di scatto verso di lui. Fermando la mia trionfale avanzata verso i cancelli della scuola.

"Allora.." sogghigna passandosi la maglietta sul viso per togliere l'eccesso di torta; il gesto rivela tutto il ventre tatuato e scolpito, distolgo gli occhi per non risultare affascinata o indelicata.
"Una settimana lontano da questo posto, dovrei ringraziarti." il volto è pulito, quindi infila le mani nelle tasche dei jeans neri.

Riduco gli occhi a due fessure, sono talmente adirata da non sentire nemmeno il freddo pungente che mi avvolge.
"Ti piace prenderti gioco di me, questa non è una novità." sussurro. "Hai la men che minima idea di quello che diranno i miei quando lo verranno a sapere?" gli urlo contro per nessuna ragione. Sono stata io a lanciare quella maledetta polpetta, sono stata io ad iniziare. E vorrei dire di essere pentita, ma, sotto sotto, avergli dato quella torta in faccia mi ha ripagato di ogni effetto collaterale. 

"Avresti dovuto pensarci prima." fa scroccare la lingua contro il palato con aria soddisfatta.

"Avresti potuto mostrare più maturità della sottoscritta e lasciar perdere la maledetta polpetta. Il fatto che non te ne freghi nulla della tua istruzione Harry, non significa che per me sia lo stesso!" sbuffo totalmente cosciente della mia parte di responsabilità. Cerco di ripulirmi dal cibo che mi è rimasto addosso. 

"E perdermi la possibilità di colpirti con del cibo? Mai al mondo!" scoppia a ridere. "Ad ogni modo- riprende- quando sarai venuta a patti col fatto di essere espulsa gradirei che sentissi la mia proposta." fa qualche passo qua e là calpestando la neve: si diverte parecchio a trasformare in lastre di ghiaccio ogni suo passo.

"Non mi sorprende affatto che tu abbia una proposta." sbuffo "Ad ogni modo, mi ci vorrà del tempo prima di riuscire a sentire qualsiasi cosa tu voglia dire. Il fatto di essere stata sospesa significa che i miei mi getteranno in un posto più malandato di questo." la mia voce inizia a tremare per via del freddo.

"Non esistono posti peggiori di questo." specifica cupo alzando appena appena il volto verso di me. "E non vedo perché i tuoi debbano sapere che sei stata sospesa. Non mi racconti frottole, lo so che è puramente un fatto personale: non sei abituata a sgarrare, e ora ti senti soffocare all'idea di aver fatto qualcosa di sbagliato. Piccolo angioletto dalla fedina penale compromessa." sorride in modo perverso.

Faccio rotolare gli occhio al cielo ed incrocio le braccia al petto: "Che cosa hai fatto alla Judith?" gli chiedo poi.

"Mi sono semplicemente comportato da adulto: le ho parlato con franchezza." sorride facendo spallucce. "Vieni con me da Arthur, dobbiamo fare una cosa."

"No che non ci vengo con te da Arthur." sbuffo una risata irritata. "Ti eviterò come la peste dopo questo guaio." lo sorpasso assicurandomi di colpirgli la spalla con quanta più forza mi è possibile.

"Dove vai adesso?" ha addosso ancora quel sorriso sfottente che mi da ai nervi.

"A mettermi una giacca così non morirò di ipotermia." rispondo piccata.

"E dopo? Se non sbaglio la tua amichetta gotica ti ha messo alla soglia." di nuovo la lingua contro il palato, non l'ho mai visto così soddisfatto.

"Starò ovunque, sotto un ponte se necessario, pur di starti alla larga." quando rientro e prendo velocemente le mie cose dall'armadietto, non faccio in tempo a votarmi che eccolo lì ad aspettarmi sulla soglia. "Oh, per amore del Cielo.." sbuffo irritata quando lo ritrovo lì.

"Hai freddo?" chiede mentre lascio definitivamente il perimetro scolastico con lui alle calcagna.

"No."

"Bene." ridacchia avvicinandosi di più facendo scendere la temperatura drasticamente.

"Sei sicuro di aver scelto la persona giusta con cui fare i tuoi giochetti sadici?" domando lanciandogli un'occhiata veloce.

"Basta che tu ammetta di avere freddo testa di fuoco." ridacchia.

"Quando è che smetterai di fare il bambino?"

"Quando tu smetterai di fare l'adulta rompiscatole. Rilassati piccola, il mondo non cascherà per via di una sospensione. Anche se ammetto che sarà una tragedia per tutti non vedermi per un'intera settimana." lo guardo per un attimo, arrossisco, abbasso il viso. 

"Cerchi solo di convincere te stesso. E non chiamarmi mai più cosi." cerco di tenere il volto basso perché non veda quanto mi ha messo in imbarazzo. 

"E perché mai? Tutti ti danno nomignoli." ridacchia guardandosi attorno come se da un momento all'altro qualcuno potesse balzare fuori e dargli ragione. 

"Tutti tranne te hanno il permesso di farlo." sottolineo mentre affretto il passo; lui fa lo stesso, intenzionato a non mollare.

"Devo chiederti una cosa." il tono adesso serio, sembra che non ci sia appena stata una sospensione per tutti e due, sembra che non passiamo la maggior parte del tempo a litigare.

"In che modo posso esserti utile?" chiedo sarcastica.

"Devi venire con me in un posto." alzo un sopracciglio.

"E che cosa ti fa, anche vagamente, pensare al fatto che io sarò disposta a seguirti?" lo guardo, stavolta quella che lo sfotte sono io.

"Il fatto che sarà Arthur stesso a chiedertelo, non appena lo vedrai. Quindi, mi pare bene mettere le cose in chiaro prima. Visto che siamo entrambi persone adulte e che potremmo benissimo smettere di averlo come intermediario se solo tu non mi odiassi." spalanco gli occhi e la bocca guardandolo. Vorrei dirgli che quello che odia la sottoscritta è lui, ma lascio perdere e riprendo a camminare. 

"Credo che tu non abbia capito bene quanto ti odio- ridacchio- perché potresti metterti in ginocchio davanti a me a mensa, davanti a tutta la maledetta Douglas Hight School e chiedermelo e io non ti seguirei da nessuna parte. E Arthur potrebbe fare lo stesso." faccio un gesto teatrale con le braccia e gli rivolgo una smorfia. "Senza contare che non ho intenzione di dare la mia attenzione a nulla che non sia la ricerca che ci ha chiesto il preside." 

"Potrai farla mentre siamo via. Nel momento in cui hai accettato di stare dalla nostra parte hai accettato di collaborare con noi. Seguirmi è collaborare. Intendi?" adesso comincia ad irritarsi. "Devo portartici io, ma credimi non ne vado affatto fiero." calcia un sassolino.

"Che cosa dovremmo fare?" chiedo solo per distogliere la sua attenzione dalle mie guance accaldate.

Riprende a camminare: "Ad Arthur serve una cosa molto importate, una cosa che ti riguarda. Ti aiuterà a controllare la tua capacità quando sei troppo stressata o quando io ti faccio arrabbiare." sogghigna fiero di se stesso.

"Sarebbe?"

Mi lancia uno sguardo di sbieco, ma non dice nulla, continua a camminare a testa bassa.

"Se non ci riammettono a scuola?" chiedo mentre la vetrina della libreria si fa sempre più vicina.

"Non mi dispiacerà poi così tanto. Penso di non voler nemmeno fare quella stupida ricerca."

"Harry, sei al quinto anno, come puoi decidere di andartene ora? Ti serve almeno un diploma per poter fare qualcosa nella vita." sorride di sbieco, mi guarda quasi con della pena negli occhi, ma non risponde. Per fortuna entriamo nel negozio di Arthur appena in tempo per riuscire ad evitare una lite sull'importanza di un diploma.

"Vieni Sky cara!" aguzza la vista "Cosa sono quegli spaghetti in testa?" Harry scoppia a ridere alle mie spalle mentre mi tolgo due spaghetti che si erano aggrovigliati ai capelli, di cui lui si è accorto ma di cui non mi ha detto nulla.
"Ho solo fatto in modo che fosse libera per una settimana." sorride poi mentre si mette seduto il più lontano possibile dal camino.

"Oh, bene!" 

"Bene? Arthur! Siamo stati sospesi, sai questo cosa significa? Che molto probabilmente mi bocceranno!" sbuffo irritata avvicinandomi al camino per potermi riscaldare.

"La Douglas Hight School non ha uno studente brillante come te da tempo, non potrebbero mai permettersi di perderti."

"Penso proprio di si invece." ridacchia Harry e sia io che il vecchio lo fulminiamo con lo sguardo.

"Che cosa dobbiamo andare a prendere io ed Harry?" gli chiedo mentre si mette seduto davanti  a me.

"Vedo che ha seguito il mio consiglio di dirtelo. Bene, molto bene." sorride il vecchio, la faccia rugosa si corruga ancora di più sotto il ghigno. "Vedi Sky, c'è qualcosa che ti sarà di fondamentale importanza. Harry sa che cos'è e te lo spiegherà al momento giusto; tu e lui andrete nello Yorkshire, nella vecchia casa dei miei genitori, è lì che si trova. Harry sa dove si trova, non ci metterete più di due giorni." sorride.

"Non dovrebbe essere Sean ad accompagnarmi? Infondo è il mio Custode, sarebbe più sicuro." quasi lo prego con queste parole, non voglio sopportare Harry per due giorni di fila.

"Oh- ride il vecchio- Sean a differenza di voi due non è stato sospeso." mi guarda con un pizzico di compassione. "Non sarà male, Harry starà buono." ma mentre lo dice Harry ridacchia.

"Un pezzo di pane." fa una riverenza con la mano verso di me e poi scoppia di nuovo a ridere. Scuoto la testa mentre imploro Arthur con gli occhi.

"Non posso chiedere a Sean di lasciare la scuola per giorni, lui ha già fatto parecchie assenze, e non vogliamo avere.. più bocciati."

"Arthur!" lo rimprovero mentre Harry si sbellica dalle risate.

La porta si spalanca ed avanza una Gwen non molto preoccupata. "Jay mi ha detto quello che è successo in mesa. Deve essere stato bello! Avrei voluto esserci." batte una mano sulla spalla ad Harry e mi lascia un bacio sulla guancia prima di pulirsi per l'eccesso appiccicoso di sugo.

"Ma com'è che a nessuno importa niente della scuola?" spalanco gli occhi.

"Perché a te importa molto di andare bene in una scuola dove i voti vengono assegnati prima della somministrazione della prova stessa?" la voce di Harry è leggermente più seria.

"No, suppongo di no." infondo loro ci convivono da parecchio con cose simili, non posso biasimarli.

"Hai accettato ad andare con Harry? Se si dobbiamo andare a casa il prima possibile, vi date una pulita e dormite: dovete essere freschi per domani. Viaggiare in moto è stancante." parlotta Gwen.

"Per chi non sa andare in moto." specifica Harry.

"Tu ci vivresti su quella cosa a due ruote quindi la tua opinione non conta." sbuffa lei alzando gli occhi al cielo.

"Allora? Andiamo a casa? Si fa sempre più tardi, ed è inutile restare qui a battibeccare per nulla." sospira mentre Arthur annuisce.

"Si, va bene." sbuffo alla fine.

"Perfetto!" esclama il vecchio balzando in piedi, mi mette la mano sulla spalla e sorride. "Ora, Harry lo sai già: nessuno deve sapere nulla, né chi siete, né perché andate lì. Ma sopratutto tienila lontana da occhi indiscreti." mi indica. "Non ha bisogno di guai." e poi si rivolge a me: "So che ti sarà difficile seguire questo consiglio Skylar cara, ma ti scongiuro di fare quello che ti dice Harry. Può sembrare un brutto burbero a volte- Gwen ridacchia e sottolinea 'a volte'- ma sa quello che fa, e credimi il tuo bene è nel mio interesse quanto nel suo." e noi tre: io, Gwen ed Harry, ci incamminiamo verso l'uscita con il vecchio alle spalle.

"Fate buon viaggio cari, ci vediamo tra pochi giorni." resta sulla soglia fino a quando non siamo abbastanza lontani da perderlo di vista.

"Delabour era molto scocciato?" mi chiede Gwen mentre Harry procede prima di noi.

"Hai presente una iena che non mangia da giorni e che deve pensare a sfamare anche i suoi cuccioli?" Annuisce titubante. "Ecco, quella sarebbe stata nulla a confronto." ci facciamo una risata. "Millicent mi ha cacciata di casa." sospiro. Gewndolyn spalanca gli occhi. "E non so se essere felice perché non dovrò più sopportare la sua antipatia, o essere triste perché adesso devo ritornare al Mezzaluna. Senza contare che tutte le mie cose sono là." sbuffo irritata.

"Non posso credere che lo abbia fatto, ma allo stesso tempo non mi sorprende. Da come ne hai parlato non mi è sembrata la tua fan numero uno. Una volta, mentre mi annoiavo, ho pensato che avrebbe potuto condividere i suoi pensieri con me.." sembra rabbrividire. "Non l'avessi mai fatto, la sua mente è un'orgia." scoppio a ridere. "Cosa diavolo ridi? tanti Harry.. Oh mio Dio." fa finta di vomitare sul ciglio della strada.

"Si, diciamo che ha un debole per lui." ridacchio.

"Tutte le ragazze della scuola hanno un debole per Harry, e da questo capirai perché io non leggo nella loro mente. Non si sa mai che cosa ci puoi trovare dentro."

"Come funziona? Insomma, tu decidi di voler leggere la mente di qualcuno e lo fai?" le chiedo mentre ci avviciniamo sempre di più al loro appartamento.

"Si, più o meno, è quello che accade." mi sorride. "Vedrai che troverai una soluzione, intanto farò andare Jay e Sean a prendere le tue cose al garage."

"Le verrà un colpo quando se li troverà sulla soglia."

"Questa è proprio la mai intenzione: la sua mente era troppo triste piena solamente di Harry, non si sa mai che si possa aggiungere qualcun'altro alla festa." mi fa l'occhiolino ridendo a pieni polmoni.

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