Sheol

By Little57

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Tra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
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Capitolo 67
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Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
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Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Sequel ed altre storie
Nuova Storia: Madera

Capitolo 29

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By Little57

"Ti siedi con me?" cammino indisturbata per il corridoio affollato della scuola, reduce di una lezione di matematica che non ha fatto altro se non confondere la mia mente già ingarbugliata. Penso a quanto ho da fare e come riuscirò a farlo. La scoperta di Sheol , i ragazzi che in qualche modo mi stanno sempre più vicini (Sean sopratutto), al bacio con Hunter lasciato in sospeso, visto e considerato che ancora non l'ho tirato in ballo, e, anche se in questo momento non mi viene in mente niente, sono sicura di avere un altro mucchio di cose di cui preoccuparmi.

"Ciao Roger!" sorrido facendogli un cenno con la mano. "Certo, me lo chiedi anche, dovrei essere io a chiedere a te ad essere sincera." ridacchio un po' agitata dal fatto che ci sono giorni in cui quasi non riusciamo a rivolgerci la parola. Non nego che il fatto di essere parte di un nuovo gruppo pesa sulle mie precedenti relazioni. 

"Hai completamente ragione! I tuoi nuovi amici non ti mollano nemmeno per un secondo." sussurra con circospezione. Non posso dargli torto: i ragazzi fanno il possibile per essermi sempre più vicini, forse temono che io possa dire qualcosa oppure sono sinceramente sempre più coinvolta nelle loro vite. 

"Intendi Sean e gli altri?" evito accuratamente i suoi occhi mentre entriamo in mensa.

"Si, proprio loro. Da un lato Millicent ha anche ragione. Non voglio di certo criticarti o altro, però sembra quasi che tu non abbia più un dialogo con noi, quelli ti stanno sempre intorno, Sean sopratutto." bofonchia l'ultima parte.

"Stiamo solo diventando buoni amici." faccio spallucce. "Non è che se esco anche con altre persone vuol dire che voi mi piacciate di meno, se non mi sbaglio ci sono sempre quando mi invitate ad uscire." gli faccio notare mentre prendo un piatto.

"Si, certo.. Ma è strano. Magari tutto quello che ti ha detto Millicent all'inizio ti è sembrato un po' troppo, ma c'era davvero una gerarchia rigida come te l'abbiamo sempre descritta, e continua ad esserci. Anche se non per te."

"Non metto in dubbio che ci sia una gerarchia Roger, lo ammetto, me ne sono resa conto." annuisco ridacchiando. "Ma che cosa dovrei dirti? Cosa avrei dovuto fare: siccome c'era la gerarchia non avrei dovuto parlare con quelle persone?"

"Certo che no. La domanda è perché loro parlano a te.. senza offesa ovviamente, ma sai è davvero strano tutto questo. Senza contare che tu non ti lasci mai sfuggire nulla su di loro. Non ci hai detto dove abitano, cosa fanno nel tempo libero.. cose che tra amici, e credo di essere tuo amico, si dicono." fa spallucce mentre ci muoviamo nella fila con i vassoi in mano.

"Ti racconto quello che mi riguarda, non posso andare in giro a dire i fatti degli altri. Tengo alla loro amicizia tanto quanto tengo alla tua. Non racconto a te i loro fatti così come non racconto a loro i tuoi." mi stringo nelle spalle. 

"Lo sai che cosa dicono a scuola?" bisbiglia poi avvicinandosi al mio orecchio perché la ragazza davanti a noi non senta.

"Qualcosa di cattivo?"

"Su di te. Lucilla ha messo in giro la voce che te la fai con Sean e che è per questo che adesso la banda di Styles pare accettarti. E, sai, essendo lei così 'vicina' ad Harry, nessuno mette in dubbio che ne sappia abbastanza."

"Io non me la faccio con Sean." ridacchio. Per qualche ragione questa notizia non mi tocca affatto. Sono così abituata ad essere guardata male per nulla che adesso i loro insulti dietro le spalle restano proprio lì: dietro le spalle. Quando qualcuno avrà il coraggio di venirmi a dare della poco di buono in faccia allora potrò rispondergli come devo.

"Non ti da fastidio che dicano tutto questo?" chiede con le sopracciglia aggrottate mentre cerchiamo un tavolo libero.

"Oh andiamo Roger, tutti dicono sempre cose orribili. Hanno smesso di chiamarmi testa di fuoco solo per chiamarmi 'testa di fuoco la puttanella di Sean' quando io con Sean non ci faccio un bel niente. Mi diverto a stare in sua compagnia come in compagnia di Jayden e delle ragazze.." ridacchio avanzando verso un tavolo in fondo che noto essere libero.

"E Styles? Ancora rapporti burrascosi?" chiede mentre ci sediamo.

"Diciamo che, se potessi regalare un corso per il controllo della rabbia a qualcuno, quello sarebbe Harry." sbuffo aprendo il mio succo d'arancia.

Roger ride mentre mi ruba qualche pomodorino.

"Uh, ma guarda, qualcuno ha deciso di ritornare tra i plebei." una risata malefica alle spalle di Roger mi porta ad alzare gli occhi su Millicent che se ne sta lì, arrotolandosi una ciocca di capelli scuri attorno al dito indice.

"Ciao Milly, sei più acida del solito noto." ridacchio mangiando la mia insalata. Lei mi guarda storto prima di far scoppiare la sua cicca e ricominciare a masticarla come se fosse un cammello in un bazar e non una studentessa in una mensa scolastica.

"Hai anche voglia di fare dello spirito: sei così piena di te, testa di fuoco, che il tuo ego mi opprime."

"Mi dispiace.." sorrido con finto dispiacere. "Dovrebbe già essere una gran fatica portare il peso del tuo." Roger trattiene le risate e comincia a bere.

"Non ti sopporto più: ne ho fin sopra i capelli del tuo essere snob. Hunter di qua, Sean di là, Harry, oh Ginger tesoro.. patetica." sbuffa prendendo una patatina dal vassoio di Roger, che adesso è all'improvviso più serio.

"Di certo sono meno patetica di te. La tua coerenza era coperta da chili di trucco mentre, mentre mi abbracciavi. Allora ti andava bene che parlassi di Harry, di Sean, di Ginger e di chiunque mi paresse. Questo è patetico." la fulmino con gli occhi.

"Ragazze!" esclama spazientito Roger mentre adesso rivolgo i miei occhi fiammeggianti verso di lui.

"Ti voglio fuori dal mio appartamento." sussurra alla fine, con l'aria di una che pretende l'ultima parola.

"Sarò più che lieta di fare a meno del tuo carattere acido, grazie mille."

"Testa di fuoco..-"

"Fanculo!" sbuffo irritata voltandomi verso Jayden: mi guarda perplesso e divertito. Lui ed Harry mi osservano ridendo tra di loro.

"Woh.. hai la luna storta principessa."

"Jay non chiamarmi così." serro i denti mentre continuo a fissarli.

"Adkins pare essere di malumore oggi. Ma che perdita.." sogghigna Harry allungando la mano per prendere una polpetta dal mio piatto. Le da un morso e poi la rimette lì.

Lo guardo iraconda. Se c'è una cosa che odio più delle stronze come Millicent e più dei nomignoli di Sullivan, sono i cretini come Harry che mangiano il mio cibo.

"Dopo dobbiamo parlare." bofonchia Harry con la bocca piena.

I due si voltano senza aggiungere altro. Afferro la polpetta a metà e la scaglio contro Harry; lo colpisce in mezzo alle scapole del giubbotto di pelle, e poi scivola per terra sotto gli sguardi atterriti di Roger e Millcent e quello divertito di Jayden.

"Bel lancio testa di fuoco!" esclama ridendo.

Harry si volta con una lentezza spaventosa, prende una manciata di polpette dal piatto di un ragazzo del primo anno e le scaglia nella mia direzione.
Le evito tutte. Poi sogghigno.

"I pomodori" sussurra Roger divertito.

Prendo alcuni pomodori e li lancio oltre la sala, colpisco entrambi stavolta.

"Oh..GUERRA DI CIBO!" urla Jayden afferrando una manciata di pasta e buttandola addosso a tutti, me compresa.

All'improvviso la mensa della scuola è un campo di battaglia, tutti si lanciano cibo addosso, le più permalose cercano di raccogliersi i capelli, invano, per non sporcarseli. C'è chi va via, chi, come Jayden, aspettava una cosa simile da tempi remoti. Tutti ricevono di tutto, tutti tranne Harry, che non viene colpito solo perché tutti hanno paura di lui.

Allora mi alzo dal mio posto, prendo un pezzetto di torta di zucca condita con panna montata, e cerco di camminare passando inosservata mentre mi avvicino a lui da dietro.

Vengo colpita da un paio di cetriolini sottaceto sulle braccia, un uovo all'occhio di bue sulle costole e un altro piatto di pasta in testa (non molto considerando le condizioni catastrofiche di altri). Nessuno sembra notare quello che ho intenzione di fare e questo gioca tutto a mio vantaggio.

"Styles!" lo richiamo.

Si volta appena in tempo, scaglio la torta contro di lui, e lo centro, in testa. Da lì scivola piano piano, come se fosse animata, sulla maglietta nera, poi sugli stivaletti. Mi copro la bocca con le mani mentre lo guardo divertita, trattenendo le risate. Resta immobile per un attimo, alcuni si fermano a guardare la scena.. poi si passa una mano sugli occhi per togliere l'eccesso di panna. Mi guarda attentamente.

"Sei morta Adkins!" giurerei di sentire una nota di divertimento nella sua voce mentre prende una manciata di ali di pollo e le scaglia verso di me a una velocità assurda; le schivo solo perché so che fine farei se mi colpissero. Mentre faccio un gestaccio ad Harry mi accordo di quanto sia divertito e di come tutti stiano osservando alle mie spalle con terrore e divertimento. Prendo il coraggio di voltarmi a mia volta. 

Di nuovo porto le mani sulla bocca, non per nascondere le risate (a differenza di molti miei compagni) ma per lo stupore, perché sono stata io a cominciare e adesso il preside, in piedi alle mie spalle, mi butterà fuori da questa scuola a calci.

Addio vita, come farò a dirlo ai miei?
'Ehi, genitori che non mi rivolgete la parola, devo avvisarvi che mi hanno espulso perché ho dato inizio a una guerra di cibo..' non rientra di certo nelle mie possibilità.

"Cosa diavolo sta succedendo qui?" tuona mentre diventa rosso in viso dalla rabbia, la vena sulla fronte che gli pulsa come se fosse una molla. Nessuno ha il coraggio di dire nulla.

"Qualcuno risponda, immediatamente, o vi espello tutti! Giuro su Dio che lo faccio!" continua ad urlare, il collo così tirato che mi ricorda un fenicottero agonizzante.

"Ha cominciato Adkins." parla una voce alle mie spalle. Riconoscerei la voce da gallina di Lucilla tra mille. "Mi ha anche sporcato..-"

"Oh sta zitta." interviene Harry. "Hai fatto male a sei persone del primo anno. Non sei meno colpevole." sbuffa Harry cogliendomi alla sprovvista.

"Bene bene bene.. Chi si assume le responsabilità di tutto questo oltre ad Adkins allora?" chiede con un ghigno. "Vi prometto di non espellere tutti se vi fare avanti." continua a ghignare.

Bene, quindi io mi posso già considerare fuori dalla scuola. Allora tanto vale non mettere nei casini tutti.

Sto per aprire bocca, ma: "Io." interviene Harry. Si guarda intorno, insieme al preside, come per aspettare che altri si facciano avanti. Ma non accade. "Bene, anche Sullivan.." ridacchia mentre Jay gli lancia una salsiccia. "Lucilla, Price, e Donald." Millicent e Roger sbiancano. "Si, eravamo noi."

"Tutti voi ora passerete le due ore di lezione che seguono a pulire questo posto da cima a fondo, e non solo la mensa, tutta la scuola." segue un borbottio generale. "Ora!" sbraita.

"Adkins e Styles, nel mio ufficio, di nuovo." sembra fuori di sé, anche più di quanto non lo fosse quando ci trovò a litigare in corridoio. Io mi affretto a seguirlo e, quando siamo nel corridoio, posso sentire Harry alle mie spalle.

"Prego." parla tra i denti l'uomo mentre apre la porta del suo malandato ufficio per farci entrare.

Io ed Harry ci accomodiamo nelle sedie davanti alla scrivania, lui nella sedia girevole.

"Esigo spiegazioni." soffia come un bue inferocito.

"Testa di fuoco mi ha lanciato una polpetta addosso." Harry sta evidentemente cercando di trattenere il suo tono divertito. E non capisco perché si faccia così tanti scrupoli a ridere in faccia a qualcuno.

"E poi tu me ne hai scagliate addosso altre cinque!" mi metto sulla difensiva.

"Si, e ti devo poi ricordare i pomodori?" alza un sopracciglio guardandomi.

"E Jayden!" esclamo io.

"Per non parlare della torta di zucca, mi hai sporcato gli stivali!" si morde il labbro inferiore per non ridere.

"Basta! Ne ho abbastanza di voi due. Tutti si lamentano!" continua il dirigente. "La professoressa Judith è l'unica che sembra non avere nulla da ridire- noto un ghigno formarsi sul volto di Harry- siete indisciplinati, senza morale ne valore!"

"Le mie più sentite scuse ma gli studenti avevano bisogno di un po' di vitalità." ridacchia Harry.

"Si!" continua rosso in faccia l'uomo. "E voi due avete bisogno di essere espulsi. Luridi viziati che non siete altro. Questa è una scuola, esigo rigore!" sbatte la mano sul ripiano di legno, la targhetta arrugginita col suo nome traballa.

"Mi dispiace." sbuffa Harry come se non fosse affare suo.

"Chi dei due si addossa la colpa?" chiede cercando di pulirsi la cravatta con un tovagliolo.

"Io.." esclamiamo in coro io ed Harry, ci lanciamo uno sguardo infastidito: "Io." ripetiamo di nuovo per poi guardarci ancora.

"Fuori dalla mia scuola entrambi." sbuffa l'uomo. "Non ne voglio più sapere. Siete maggiorenni entrambi, mi aspetto maturità da tutti i miei studenti, ma se preferite restare immaturi e degli imbecilli la scelta è vostra."

"No per favore, non l'espulsione. La puliamo noi la mensa, ma non ci espella." respiro affannosamente. Harry ridacchia.

"Oh davvero? Magari ci avrebbe dovuto pensare prima di ridurre la mia scuola in un mucchio di esibizioni da baraccone."

"Ci dispiace, lo abbiamo già detto." sbuffa Harry.

"Si, e puliamo noi la mensa."

"Oh no.." pare mettersi a riflettere. "Troppo semplice, e vi ho già dato una punizione del genere che, chiaramente, non ha funzionato. Vi do l'ultima possibilità." alza in aria un dito striminzito. "Voglio che scriviate un tema sulla fame nel modo, un rapporto completo del fabbisogno di ogni persona, una teoria elaborata di come secondo voi questo problema possa essere risolto. E se questo lavoro mi piace allora potrete restare. Tempo una settimana, nel frattempo, siete sospesi!"

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